UN’ESTATE DI CALDO E DI… LUPI ! di Marino Pasqualone

La montagna si ripopola grazie al gran caldo mentre in val Soana ululano i lupi
( da IL RISVEGLIO POPOLARE del 7 settembre 2017 ) di Marino Pasqualone
VALLI ORCO E SOANA – Quella che si avvia alla inevitabile conclusione con il mese di settembre, peraltro iniziato tra gli scrosci temporaleschi, è stata ancora una volta una delle estati più bollenti che la finora documentata storia meteorologica delle valli Orco e Soana (e non solo) ricordi, con il caldo più duraturo ed afoso di sempre anche in alta quota dopo l’epocale e per certi versi terribile estate del 2003.
E se nel fondovalle le temperature massime nei primi giorni di agosto hanno sfondato i 35° a Pont Canavese ed i 34° a Sparone e Rosone (Locana), la bolla di calore africana che ha imperversato a più riprese anche sul Piemonte per oltre tre mesi ha fatto salire vertiginosamente i termometri pure alle quote più elevate.
La colonnina di mercurio è infatti schizzata vicino ai 32 gradi anche ai mille metri di Noasca, toccando i 30° a Ronco e Valprato Soana, mentre agli oltre mille e cinquecento metri di altitudine di Piamprato (Val Soana) il 4 agosto si sono superati i 28° ed a Ceresole Reale i 27, ma, fatto ancor più inusuale, ai 2.300 metri del Lago Agnel, appena sotto al Colle del Nivolet, nelle stesse giornate il termometro superava i 22 gradi.
E proprio in gran parte spinta dal bel tempo stabile e dal calore che stringeva in una morsa arroventata le pianure piemontesi, con valori che in alcuni casi erano prossimi ai 40°, una vera e propria colonna di auto nelle settimane di agosto ha risalito quasi ogni giorno le strade delle valli Orco e Soana, portando schiere di gitanti alla ricerca di un poco di refrigerio lungo i torrenti ed all’ombra delle pinete alpine del Gran Paradiso.
Cosa che si è rivelata certamente una salutare boccata di ossigeno per l’economia turistica locale, sovente messa in grave difficoltà negli ultimi anni da inverni avari di neve almeno alle quote degli impianti sciistici, tanto che la nuova seggiovia della Ciavannassa di Piamprato, in alta valle Soana, ha significativamente aperto i battenti proprio all’inizio della scorsa estate !
Ma se il gran caldo ha certamente contribuito a rendere in qualche modo positiva la stagione turistica estiva delle valli Orco e Soana, d’altro canto ha però sicuramente dato un’altra sonora mazzata ai già agonizzanti ghiacciai del versante sud del Gran Paradiso.
I dati definitivi sul regresso delle sempre più boccheggianti fronti glaciali delle due valli canavesane non sono ancora al momento disponibili, ma già da alcune immagini fotografiche diffuse in rete il loro stato di sofferenza appariva del tutto evidente: d’altronde basti pensare allo “zero termico” registrato a quasi 5 mila metri sul Monte Bianco, per comprendere quale potrà essere l’esito finale di un’altra estate estremamente deleteria per il futuro di queste sempre più preziose riserve d’acqua dolce delle nostre montagne.
Altra protagonista dell’estate valligiana, oltre al sole implacabile, è poi stata soprattutto in Valle Soana la sempre più capillare presenza del lupo, ormai saldamente radicato da alcuni anni nelle valli del versante canavesano del Parco Nazionale Gran Paradiso.
Pare infatti che, almeno stando ad alcune segnalazioni arrivate da Ingria, il predatore sia ormai di casa anche nella bassa valle Soana, creando ulteriori preoccupazioni tra gli allevatori di bestiame, soprattutto di ovini e caprini, ed altre, queste forse più infondate, anche tra la popolazione locale ed i villeggianti.
Il ritrovamento di caprioli sbranati vicino ad alcune borgate, e l’ululato notturno dei lupi udito in alta valle, hanno infatti alimentato sui social un agguerrito scontro tra i favorevoli ed i contrari alla presenza di questi animali nelle valli.
Certo è che il lupo, dopo il suo ritorno all’ombra del Gran Paradiso a quasi due secoli dall’estinzione, come ogni animale predatore può risultare una presenza ingombrante e difficile da gestire: ora si tratterà di decidere senza isterismi ed una volta per tutte se questa convivenza è possibile ed auspicabile, oppure se la sua presenza al vertice della catena alimentare è incompatibile in una valle Soana che d’altro canto però, proprio sulla ricchezza della sua “biodiversità”, negli ultimi anni sta costruendo l’immagine di un possibile rilancio turistico.

Marino Pasqualone