Undici Comuni diventano ufficialmente «Borghi Alpini» secondo i criteri dell’Uncem tratto da QuotidianoCanavese

Borghi Alpini diventa un cartello stradale. L’ha realizzato Uncem, all’interno del programma di valorizzazione dei villaggi e delle borgate alpine, attivo ormai da cinque anni. L’iniziativa dei cartelli stradali è stata possibile grazie al progetto europeo CRinMa, nato con il programma Interreg Europe, volto alla valorizzazione del patrimonio culturale, architettonico e naturale dei territori rurali. I partner saranno domani e mercoledì a Cortemilia per il loro meeting annuale. Il cartello stradale dei Borghi Alpini – 60 centimetri per 40, in alluminio e nel rispetto degli standard di sicurezza vigenti – è stato creto da Uncem per garantire la massima visibilità per gli interventi di riqualificazione e rivitalizzazione delle borgate finora realizzati per quelle Amministrazioni che stanno approntando i piani di recupero e studi sul reinsediamento, per le borgate che potrebbero beneficiare di ulteriori risorse pubbliche, per le borgate inserite dalle Unioni montane nei “Piani di sviluppo sovracomunali”, per i Comuni che stanno sviluppando progetti grazie a partenariati privati con imprese, cittadini, professionisti e investitori.
«Il marchio Borghi Alpini vuole mettere in rete i Comuni che credono nella riqualificazione del patrimonio edilizio come vettore di sviluppo socio-economico delle Terre Alte – spiega Marco Bussone, vicepresidente Uncem Piemonte – i Comuni potranno installare il cartello all’ingresso dell’abitato comunale – sulla strada principale di accesso, all’ingresso del borgo ristrutturato e rivitalizzato, sotto il cartello con il nome della frazione, vicino ai cartelli indicatori delle frazioni». Nell’Anno nazionale dei Borghi, indetto dal Mibact, Uncem aggiunge così un nuovo importante tassello nella strategia di valorizzazione. «Il patrimonio edilizio abbandonato, nelle nostre vallate, può tornare a vivere, a essere recuperato con interventi importanti, capaci di veicolare nuovi residenti e turisti, nuove imprese, nuove economia e socialità – spiega Lido Riba, presidente Uncem – Il Piemonte ha mostrato di essere ancora una volta una regione apripista in questa direzione, un modello per l’Italia. Negli ultimi dieci anni sono maturati grandi investimenti, pubblici e privati, nel recupero dei centri storici e delle borgate montane».
In molti casi, il lavoro si è dovuto scontrare con la mancanza di fondi e finanziamenti, con troppa burocrazia, mentre in alcune situazioni è stato determinante l’intervento di privati che hanno scelto di acquistare e riqualificare interi borghi. Servono risorse per interventi strutturali e globali dei borghi, selezionando le migliori opportunità lungo le vallate alpine, dando vita ad alberghi diffusi, aziende agricole multifunzionali, piccole imprese del settore turistico-ricettivo e artigianale, ma anche spazi per il co-working e per nuove professionalità. «Nell’Anno dei Borghi – evidenzia Marco Bussone – in Piemonte si forma una rete con cento Comuni, che potrà crescere con altri che vorranno aggiungersi segnalando impegno e interventi di valorizzazione del patrimonio che fanno bene al territorio e alle comunità».
In Canavese entrano nel novero dei borghi alpini i Comuni di Noasca, Nomaglio, Ingria, Valprato Soana, Ronco Canavese, Settimo Vittone, Frassinetto (nella foto), Sparone, Alpette, Locana e Ceresole Reale.
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