Un rogo accende il Magherb, inizia la primavera araba. – Il Natale è ..- L’ acribìa della sicurezza! – Il Natale nella tradizione.-Stille Nacht! Heilige Nacht! 1818 -2018 – Gli Angeli esistono! – La notte di Natale.–LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

A Natale dona al tuo prossimo amore, educazione e rispetto. Sono regali che non si incartano, ma nobilitano l’anima.
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Un rogo accende il Magherb, inizia la primavera araba.
La primavera araba inizia con un episodio tragico, ma apparentemente banale. A Sidi Bouzid, in Tunisia, il venditore ambulante di prodotti agricoli Mohamed Bouazizi si dà fuoco il 17 dicembre per protestare contro la polizia che gli ha sequestrato la merce. Il suo dramma mette in moto una rivolta popolare che si estende rapidamente in tutto il Paese e che l’esercito si rifiuta di contrastare, anche se la repressione poliziesca provoca alcuni morti. Nel giro di un mese il presidente Ben Alì, di fatto il padrone della Tunisia da oltre 23 anni viene destituito e costretto all’esilio, mentre nel Paese si apre un processo di evoluzione democratica. Il successo dei moti tunisini viene denominato rivoluzione dei gelsomini, innesca una serie di rivolte in tutto il mondo arabo, con esiti alterni ma quasi sempre negativi, in alcuni casi tragici come in Siria e Libia. A diversi anni di distanza, quella tunisina p l’unica delle primavere arabe che abbia trovato sbocco in un regime rappresentativo degno di questo nome
Favria, 17.12.2018 Giorgio Cortese

Natale è un appuntamento a cui non puoi mancare, perché è una danza di profumi delle tue stagioni di vita, nelle continue attese di incontrare la magia che scende come la neve a imbiancare i cuori, anche quelli più neri. Buon Natale nella luce!

Il Natale è ….
Il Natale è anche quella festa che vive nel quotidiano sosostenendo il commercio locale ed acquistando da Voi cari commercianti di Favria. Il Natale è anche incontrarci e condividere un saluto ed un abbraccio. Il Natale sono le parole belle che ci emozionano. Il Natale è anche questa tradizione giornaliera ed il Vostro calore umano. Auguri di Buon Natale ai Commercianti che ci hanno omaggiato per la festa sociale Fidas di Favria di giugno, chiediamo scusa per eventuali refusi ed omissioni di nomi ma vogliamo dirvi sinceramente GRAZIE DI CUORE! Baima calzature, Bar Italia, Bar Mes vejos, bar Rosa bianca, Baraonda, Accomo Roberta, Arro, Berta confezioni, centro Vodafone , fioraia clorofilla , come una volta lavanderia, Conad, Beda ferramenta, Cortello Loris, Crai, Cremeria Feira, Diego ottica, Emporio Luisa ,Ethen frutta di Fortebraccio, Farmacia Babando, Feira formaggi, fiori Silvia , Fratelli Castagna, Gastronomia Nizzia, Bernardon, Il Bello delle donne, In boutique di Elvira Ciampolillo e Antonello Ciullo, Jolie Maison, Latteria Renza, Lorella estetica, Luana Egle sartoria, macellaio Brunetto Bel Claudio, merceria Annisa, Moda idea, panetteria la Boulangerie, Notari Aurora edicola, onoranze funebri Biesta, oreficeria gioiellerie dottori, Pagliotti Elio, panetteria San Rocco, Panetteria Bacolla, Panetteria Dolci idee, Oasi di Bellezza di Iannizzi Stesy, piccolo principe, Pizzeria Da leo, Pizzeria gli amici, Pizzeria pecora nera, pizzerie l’isola , Ruffatto Fulvia, Varrese e Forneris,Tabaccheria il trattino di Vallero Vincenzo, Tappo Rosso Capuano, Vallosio tabaccheria. Non solo commercianti ma degli amici l’associazione pescatori laghetto Valentino Favria. In conclusione grazie commercianti, grazie a tutti da chi ci ha offerto a chi no perché se non ci fossero i i negozi e le attività commerciali ed artigianali in Favria, la nostra Comunità non sarebbe viva ma solo un paese dormitorio. Grazie di cuore commercianti per il Vostro lavoro e anche perché date una mano alle associazioni del paese per le varie feste . Grazieee ed ancora un sincero Buon Natale.
Favria 18.12.2018 Giorgio Cortese

Canzoni, gioia, sorrisi, faccine felici dei bambini, tutto questo rallegra il Natale. Felice Natale a tutti!

L’ acribìa della sicurezza!
Non siamo un Paese civile e normale, parliamo tanto di sicurezza, ci riempiono la pancia certi personaggi sulla sicurezza, ma vista solo verso l’esterno, per chi arriva nel Patrio stivale. Questa sicurezza viene esibita come sprezzatura, uso questa parola che deriva dal latino pretium, pregio, valore. La tanto declamata sicurezza ci viene sbandierata come sprezzatura, ovvero con una gestualità nel linguaggio che sembra semplice ma che è studiato e voluto per fare colpo alla pancia di noi italiani. La tanto decantata sicurezza viene utilizza con acribia verso il diverso che entra nel Bel Paese o da chi delinque nel suolo Patrio, per carità giusto fermare ed arrestare i facinorosi che vengono da fuori o che delinquono già dentro, ma poi ci si dimentica della sicurezza interna e assistiamo inebetiti dall’orrore alla strage in discoteca di giovanissimi minorenni. Non sono un sociologo, né uno studioso di questi pensieri che la società di oggi accoglie, conosce e qualche volta, almeno secondo me, nutre. Nessuno mi autorizza, e tantomeno la mia coscienza lo desidera, ad accusare qualcuno, ma il problema è che noi adulti con i giovani non parliamo, facciamo fatica a dialogare e, quando lo facciamo, imponiamo delle direttive. C’è bisogno di riorganizzare la coscienza delle persone, compresa quella dei ragazzi, per far sì che loro tornino ad amare totalmente la vita, non ci giochino, né con quella propria, né con quella dei propri amici. Non mi compete una risposta sull’organizzazione dei luoghi di divertimento. Posso però tornare a dire che dobbiamo educare la coscienza dei giovani all’onestà, alla giustizia, alla bellezza del divertimento. Senza entrare nello specifico di questa storia, di cui non conosco i particolari, sento però di dire che se il nostro cuore è venduto al ricavo, alla fine non siamo persone che gestiscono la vita con sapienza ma diventiamo succubi della stupidità del denaro. Bisogna fare un salto di qualità da questo disordine collettivo, che quando vince va in cerca poi sempre di un colpevole, a una condivisione di storie, di vita e di amore, che rallegra i giorni umani, siano essi lunghissimi, come ci auguriamo, siano essi brevi come anche io ho sperimentato nella mia vita di ragazzo. Bisogna ricominciare a riorganizzare la coscienza, a illuminare la vita con una sapienza nuova. Avrei voluto scrivere usanto la figura retorica della circonlocuzióne con giri di parole che sostiuscano i termini appropiati ma con schiettezza dico che i rapper non sono buoni esempi per i giovani con i loro temi trattati in ogni canzone: droga, alcol, soldi, ed inducono ad un atteggiamento dei giovanissimi fan del tipo “non mi interessa il domani”, “sono orgoglioso di essere ignorante”, “spendo tutto in brand di lusso. Forse dobbiamo investire in sicurezza e cultura verso le nuove generzioni ed il vero pericolo per la sicurezza della nostra società non è fuori dai confini ma dentro di noi.
Favria 19.12.2018 Giorgio Cortese

Il Natale sparge essenze d’amore nell’aria e il cuore profuma di ricordi.

Il Natale nella tradizione…
Il Natale nelle comunità di buona parte del Piemonte era tradizionalmente preparato dalla novena, celebrata in ciascuna parrocchia attingendo ad un antico repertorio di canti e laude sacre. . In molte zone della regione (nel Monferrato e nell’Alessandrino, ma anche nel Roero, nel Novarese, nella stessa Torino) nei giorni natalizi era (ed è) messa in scena la rappresentazione di Gelindo, sia nelle stalle durante le veglie invernali sia dalle compagnie filodrammatiche che, a partire dalla fine dell’Ottocento, hanno animato i teatri di parrocchie e oratori. Si tratta di un antico copione di ascendenza forse seicentesca, che venne stampato per la prima volta ad Asti nel 1809 e poi successivamente ripubblicato decine e decine di volte da molte tipografie monferrine, torinesi, novaresi, ecc. (Fassino, 2013). Gelindo nella commedia personificava un bonario contadino del Monferrato, proprietario della capanna in cui nacque Gesù Bambino: nella tradizione piemontese a dare accoglienza al Dio fatto uomo è dunque un agricoltore, e non un pastore (Petrini, 2008). Dall’insicuro e sbadato carattere del Gelindo della commedia è derivato il detto “Gelindo ritorna” e l’appellativo di “Gelindo” con cui ancora nelle campagne del Piemonte talvolta capita di sentir indicare una persona particolarmente sbadata, che dimenticando sempre qualcosa, è costretta a tornare più volte sui propri passi (Renier, 1896; Leydi, 2001). Ma è proprio per il fatto di essere sempre in ritardo, per la propria inettitudine e sbadataggine, che il Gelindo piemontese riesce poi ad incontrare la Sacra Famiglia. La magia del Natale è avere ancora un cuore d’amare, occhi grandi da meravigliare e un sogno immenso da realizzare. Buon Natale!
Favria 20.12.2018 Giorgio Cortese

Il Natale per noi tutti è un po’ come una rinascita, di pace, amore e serenità verso tutti. Dovremmo solo festeggiarlo sempre questo Natale che ci fa diventare più buoni. Buon Natale

Stille Nacht! Heilige Nacht! 1818 -2018
Stille Nacht! Heilige Nacht!”. Astro del ciel, è un canto la cui magia dura ininterrottamente da 200 anni. Sono note soavi e parole confortanti che emozionano i cuori:, un canto la cui magia dura ininterrottamente da 200 anni. Un canto che promette consolazione e dona speranza, sempre. Si calcola che oggi sia cantato in oltre trecento lingue e dialetti, ma come è nata una delle più famose melodie del mondo? Esattamente 200 anni fa il prete salisburghese Joseph Mohr e il maestro di scuola dell’Alta Austria Franz Xaver Gruber eseguirono per la prima volta il canto nella chiesa di St. Nikola a Oberndorf, 20 km a nord di Salisburgo. Era la Notte Santa del 1818. Joseph Mohr aveva scritto nel 1816 un testo pieno di poesia, mentre la melodia era stata composta su richiesta dell’autore da Franz Xaver Gruber. Solo pochi anni più tardi, alcune famiglie di cantori della Zillertal portarono il canto dall’Austria in Europa e in giro per il mondo. Si tratta di una semplice ninna nanna dal lento ritmo siciliano, basato sul suono delle zampogne. Il successo è stato clamoroso fin da subito. Forse perché non si tratta di un canto rigido e liturgico, è piuttosto un canto d’amore per un bambino appena nato, un canto di pace, pieno di sonora spiritualità che attraversa i confini degli uomini e anche quelli del tempo, un patrimonio di tutti coloro che nel mondo sono animati da buona volontà!
Favria, 21.12.2018 Giorgio Cortese

Sotto l’albero mettete l’allegria nel cuore. Buon Natale!
Gli Angeli esistono!
Una signora diversamente giovane mi ha narrato questo episodio. Una domenica la signora prende il treno in Canavese per Torino, destinazione Porta Nuova. Ma si confonde, visto che prende raramente il treno e si trova alla stazione di Chieri. Scende dal treno agitatissima con la valigia e trova un giovane che gli dice di non preccuparsi, anche lui prende il treno per Torino Porta Nuova. La aiuta a salire con le valige e poi alla stazione di Porta Nuova. Arrivata alla stazione di Porta Nuova, la aiuta a scendere con le valige e poi scompare misteriosamente come era apparso. E li alla stazione gli si presenta una persona dall’aspetto gioviale che gli chiede dove era diretta, Avutone risposta, gli dice che anche lui va in quella direzione gli porta le valige e la aiuta a salire sul tram. Arrivata davanti a casa, scende con lei e gli porta le valige sino sull’uscio di casa. La signora apre la porta, si gira per dirle se poteva offrirle un caffè, ma non c’è più nessuno. Ecco, gli angeli esistono e ci aiutano nelle nostre faccende quotidiane. A volte, se siamo confusi e abbiamo perso la via del nostro cammino evolutivo di esseri umani, possono decidere di intervenire senza che glielo chiediamo, perché il loro scopo è quello di far sì che possiamo realizzare i sogni dell’anima, quelli per cui ci siamo incarnati nella vita presente. Desiderando esserci di aiuto, vengono in nostro aiuto in tutte le questioni della nostra vita
Favria 22.2018 Giorgio Cortese

Per Natale si fanno tanti tipi di auguri, personalmente vi auguro tanta serenità nel cuore e tanto amore da saper donare senza dosare.

La notte di Natale.
La notte di Natale era una delle più magiche notti dell’anno. Prima di andare alla messa di mezzanotte veniva portato in casa un ceppo, el süc ’d Natal, che dopo esser stato lasciato a seccare un paio di anni sotto il portico della cascina veniva quindi messo a bruciare nel camino. Il focolare, vero e proprio altare domestico, avrebbe accolto e riscaldato Gesù Bambino nel momento in cui fosse passato a portare i propri doni. Inoltre bruciando pian piano avrebbe così atteso il ritorno della famiglia dalla messa della veglia: in quel momento la famiglia si scambiava gli auguri e i pochi, simbolici regali che la povertà del mondo contadino poteva permettere. La fiamma del ceppo di Natale era giudicata foriera di indicazioni sull’anno venturo. Lo ha ricordato recentemente anche padre Enzo Bianchi nelle sue memorie intitolate Ogni cosa alla sua stagione, in cui rievocando la propria infanzia monferrina scrive: «Se al ritorno dalla messa si trovava il ceppo che ardeva di un fuoco robusto si diceva “Buon segno, ci sarà pace in famiglia e con i vicini”; se invece faticava a bruciare ci si diceva sconsolati “Eh, quest’anno non andrà tanto bene…” I carboni del ceppo natalizio venivano poi conservati ed esposti in occasione dei temporali estivi, al fine di preservare i raccolti dai danni causati dalla grandine. Ricchi di indicazioni predittive sulla futura annata agraria sono anche i proverbi meteorologici legati a dicembre e al Natale: Dsember trop bel, a marca pa ’n bôn ann nôvel, Un dicembre troppo bello non preannuncia un anno nuovo troppo buono, Fioca dsembiña, a dura fin ch’a dura la briña, La neve di dicembre dura fino a che dura la brina, Quand a s’vá a mëssa ’d mesaneujt côn la luña, s’i-t l’as dôe vache, vend’ne uña, Quando si va alla messa di Natale con la luna, se hai due mucche, vendine una, A Natal ij môscôn, a Pasqua j giassôn, A Natale con i mosconi, a Pasqua con le gelate rei geloni
Favria 23.12.2018 Giorgio Cortese

Ascolta la magia del Natale, ti insegna a distinguere le cose più importanti da quello che non lo sono e ti aiuta a capire come può essere facile confondere le due. Apri il tuo cuore.
giorgioNatale