Toh, Tolo Tolo! – La malia del maliardo. – Da maneggiare a manager – La dieta! – Spizzicando Pinocchio. – Asteismo imperterrito ialino…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Toh, Tolo Tolo!
Eccolo dopo mesi di propaganda è uscito il film Tolo, Tolo, un film che farà dividere sicuramente la politica e che mette a nudo con finta ingenuità vizi e poco pregi di noi italioti. Non ho la pretesa di recensirlo ma già la trama è intrigante con il protagonista che dopo aver fallito il suo sogno commerciale nel patrio suolo fugge dai debitori e pignoramenti in Africa e li sembra rifarsi una vita, ma lo scoppio di una guerra lo costringe a fuggire senza l’aiuto di nessun italiano. Da fuggiasco deve compiere il viaggio come quello che compiono da anni ormai migliaia di africani con l’attraversamento del deserto, arrivare in Libia, con tutti i rischi connessi e poi prendere il barcone e… trovare i porti chiusi. Insomma il viaggio della speranza per i profughi del Quarto Mondo e la vita che affrontano rispetto a noi pur in crisi nell’opulento Occidente. Qui è interessante il ripetuto tormentone sui medicinali e sui cosmetici, per intenderci la crema all’acido ialuronico, per farci capire in quanti sono banali problemi nell’Italico Stivale e dove ci perdiamo e quante cose diamo per scontate, problemi che chi è veramente povero nemmeno conosce. Si ride amaro, ma è così anche quando il protagonista spiega ai suoi compagni di sventura africani che noi italiani abbiamo tutti il germe del fascismo dentro e con lo stress viene fuori. Come un novello Candido il protagonista  mantiene il suo solito sguardo da finto innocente sui problemi attuali per scardinarne i pregiudizi. Un film che farà discutere e magari aprire gli occhi sui nostri vizi molte volte nascosti da un falso buonismo ed un ottuso decisionismo.

Favria, 8.01.2020   Giorgio Cortese

 

Condividere è moltiplicare. E allora moltiplichiamo le braccia venite oggi a donare a Favria mercoledì 8 gennaio a Favria, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola.

 

La malia del maliardo

Malia deriva dal latino malus ed indica una pratica magica malevola che mira ad influenzare il comportamento di una persona con un maleficio, sortilegio, magia, maleficio. Ma indica anche la capacità di suscitare interesse, insomma attrazione, fascino, incanto, magnetismo, seduzione. Il maliardo il mago che affascina e deriva dalla precedente parola. Oggi queste parole vengono usate anche in senso ironico. Il maliardo è il vecchio che si avvicina lubricamente, in maniera viscida, lubricus significa scivoloso in latino e ha la stessa radice della parola lombrico, a delle giovanili fanciulle, liliali,  candide come gigli, liliale dalla voce latina lilium giglio, pensando di fare colpo ed invece è solo ridicolo perchè poterebbe essere loro nonno. Come si vede una parola poco usata ma stupenda nel mettere in ridicolo l’atteggiamento di certe persone

Favria, 9.01.2020   Giorgio Cortese

 

Quando ci alziamo al mattino, pensiamo a quale prezioso privilegio è essere vivi, respiriamo, pensiamo e proviamo gioie e dolori, che bello!

 

Da maneggiare a manager

Oggi il manager è il direttore di un’azienda o un’impresa e che ha potere decisionale nella sua conduzione, la parola deriva dal verbo inglese to manage, con il significato di gestire, amministrare. Una parola ormai entrata nell’uso quotidiano. E’ opportuno sgombrare subito il campo dall’idea che la radice di manage sia man. La parola originaria manage, è francese e non tedesca, come verrebbe da supporre con la radice man, uomo appunto, ma ancora prima della lingua francese, latina. Il suo significato in origine era quello di controllare un cavallo da dove arriva anche il termine maneggio. Con il passare del tempo il lemma manage ha assunto anche il significato di essere in grado, ed ecco il verbo inglese to manage, la parola manager per incarnare nel nostro immaginario l’imprenditore di successo e di potere, ma anche una figura con molti affari per le mani, ed allora diventa un maneggione.

Favria, 10.1.2020     Giorgio Cortese

 

Poter condividere gioie e dolori con i miei simili è poesia nella prosa della vita!

 

La dieta!

L’amica Calliroe, che in realtà è portatrice di antico nome di origine etrusca mi ha chiesto se esiste una dieta dove più si mangia e più si bruciano calorie? Già la famosa dieta, la nostra periodica ossessione. Alzi la mano chi dopo le feste o un pantagruelico pranzo o cena, non abbia pensato e coltivato il sogno, da domani mi metto a dieta. La dieta oltre ad essere una regola alimentare vuole anche significare una assemblea. Infatti il lemma deriva dal greco diaita, modo di vivere e nel secondo significato, dal latino dies. La dieta come assemblea, nei libri di storia a scuola viene citata in qualche vago concilio, raduno coronato avvenuto nel Nord Europa, o perfino in qualche parlamento, e perché ci dobbiamo ricordare, appunto, quel giorno come dieta?  Forse che i maggiorenti, magari ricchi e grassi del tempo passato al potere osservavano un giorno di digiuno quando si ritrovavano? Forse quel giorno mangiavano di più in lauti banchetti alla fine dei lavori, ma quella dieta mette in luce l’importanza proprio di quel giorno, conferendogli un onore alto, sancendone le potenzialità di cambiamento, perché non tutti i giorni sono uguali! Tornando al significato di dieta alimentare, nell’antichità per la medicina greca la dieta, era un modo di modo di vivere volto alla salute, prevedeva regole che disciplinavano ogni aspetto della vita quotidiana: dall’alimentazione, all’esercizio fisico, al riposo. La dieta non è una terapia dimagrante straordinaria, ma un ordine da osservare con diligenza per avere una cura della nostra vita. Oggi invece la dieta ha assunto il concetto di un rimedio temporaneo verso l’eccesso dei periodi di festa, oppure quella imposta dai medici a fronte di patologie specifiche, oppure quella di conformaci ad assurdi canoni estetici imposti dal consumismo. Ad ogni modo, sarebbe necessario recuperare il significato originario di giusto equilibrio tra corpo e mente.  Le  diete alimentari  temporanea, per esperienza, non funzionano, ma è ciò che corregge e aiuta corpo e mente è la corretta abitudine, l’inclinazione, il gusto, e perciò il modo di vivere, questo sì dura nel tempo.

Favria  11.01.2020   Giorgio Cortese

 

La felicità è vera solo quando è condivisa

 

Spizzicando Pinocchio.

In queste settimane sono stato a vedere il film Pinocchio con Roberto Benigni. Quello che mi ha colpito è la morale di questa fiaba senza tempo, una grande storia d’amore tra padre non di sangue ed il figlio che era un burattino. Il libro scritto  da cui è stato tratto il film di Garrone  è stato scritto da Carlo Collodi e non da Walt Disney, e guardando il film ci sono momenti nella vita in cui mi sento come  Pinocchio solo  e non ho neppure vicino il conforto di una Fata turchina, anzi alcune persone che incontro sono dei prototipi come Lucignolo che distraggono e cercano di farli deviare dalla retta via.  Oggi chi sono questi novelli Lucignoli? I ladri del tempo, ossia tutti coloro che rubano il mio e nostro tempo cercando di farmi impantanare nelle sabbie mobili dell’inconsistente come le chat sui social o le inconcludenti dispute politiche a colpi di roboanti proclami sui social invece di fare qualcosa di concreto per tutti noi. Forse all’inizio il perdere tempo può sembrare anche piacevole, ma attenzione cosi rischiamo  di finire nel virtuale “paese dei balocchi” dei social. Mi riferisco alla rete dove si gira per ore senza combinare nulla, ma nell’elenco dei Lucignoli includo anche i tanti imbonitori televisivi che fanno perdere tempo e non fanno guadagnare nulla tanto meno sul piano morale. Pensati ai nostri attuali Mangiafuoco, manipolatori per antonomasia, ladri di speranza che promettono e mai mantengono. E poi quella straordinaria coppia di imbroglioni, sempre attuale del Gatto e della Volpe  un premiato sodalizio  che si riproduce nella vita come la gramigna e che infesta ogni realtà. O si è tremendamente ingenui o stupidi per dare retta a una coppia scomoda come quella del Gatto e la Volpe, eppure molti sono incapaci di prendere le distanze da promesse ormai superate e di intraprendere un personale percorso senza farsi influenzare e senza cadere nelle trappole. A differenza del tremendo Mangiafuoco, i due malandrini non usano mai l’aggressività ma circuiscono con delicatezza e continuità facendo cadere nella trappola l’ingenuo malcapitato che da gonzo è pronto a berle tutte. Attenzione al Gatto e la Volpe, sono vitali ed attivi più che mai. Se il libro di Pinocchio fosse stato pubblicato oggi qualcuno ne avrebbe messo in discussione la sua sincera prospettiva e probabilmente ne avrebbe malevolmente ridimensionato la grandezza, eppure Collodi racconta il comportamento umano e non può a lui essere minimamente rimproverato il fatto che la storia della vita continua a ripetersi sempre eguale a se stessa.  La nostra coscienza, il Grillo parlante, ci avverte ed è sempre pronto a consigliarci nel migliore dei modi, eppure imperterriti spesso cadiamo nell’errore. A noi comunque resta sempre la scelta finale di ogni atto ma ricordiamoci che purtroppo non ci sarà al nostro  cammino quotidiano una fatina pronta a rimediare ai nostri errori e alle nostre bugie.

Favria, 12.01.2020   Giorgio Cortese

 

Ogni giorno stiamo attenti a non confondere la morale con lo squallido moralismo che  è  roba da Gatto e la Volpe…

 

Asteismo imperterrito ialino.

Tranquilli non sono impazzito, ma con queste tre parole voglio fotografare l’atteggiamento di certe persone che falsamente lodano simulano autodenigrazione solo per essere consolate.  Questo fenomeno si chiama asteismo dal greco asteismós, una figura retorica, della persona che non sa mai nulla ma è al corrente di tutto, si finge pecora ma è un vorace lupo. Sono le persone che sui social devono sempre brillare e patiscono se non hanno abbastanza like. Che discutono con Te ma poi negano di essersela presa male. La cosa buffa è che questa parola deriva da città, perché la persona che utilizza questa figura retorica espone il tutto con sufficiente urbanità, e privo di rustica semplicità. Ma questo loro atteggiamento è imperterrito, non si spaventano nè si fanno turbare sfiorando l’indifferenza. Questo loro modo di vivere le fa diventare ialini. Ialino significa dall’aspetto simile al vetro, insomma persone con una vita incolore, trasparente, dal greco yàlinos, derivato di ýalos,  vetro.

Favria, 14.01.2020   Giorgio Cortese

 

Non vi è storia d’amore più bella di quella tra vento e pioggia. A volte distanti, ma quasi sempre avvinghiati.