Sgonfiamo l’inumanità del calcio – Il buongiorno con il goedendag! – I fiori, che belli! – Io zirlo, tu chiurli e lei chioccola. – La superlativa bontà dai semplici ingredienti. – La disumana umanità. – Farfalle…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Sgonfiamo l’inumanità del calcio
Leggo sui social il ventilato acquisto della stella del Real Madrid da parte della Juve. Premesso che sono gobbo, mi chiedo se adesso con tante persone che hanno un lavoro precario o non c’è l’hanno, è ancora tollerabile che esistano certe perverse logiche economiche nel mondo del calcio, con queste assurde cifre per il cartellino di un giocatore? Siamo proprio arrivati al basso impero, allora nell’antica Romas si distribuiva pane e giochi del circo, e per distrarre i cittadini romani di allora si mandavano i cristiani nel circo ad essere sbranati dai leoni. Adesso si pagano cifre folli per giocatori di calcio e si agita il drappo degli immigrati per nascondere i reali problemi. Il mondo del pallone va sgonfiato! Pagare certe somme è uno scandalo pazzesco, uno schiaffo a tutti gli italianii che sono in difficoltà economica! Ai cassa-integrati, agli esodati, ai disoccupati, ai precari, ai pensionati con la pensione minima sociale! Il calcio non è un business, ma un gioco sano e bello! Il Patrio Stivale del Calcio è opulento e sprecone. Trovo agghiacciante che un calciatore professionista guiadagni più di un Medico, più di un Infermiere, più di un Carabiniere e tutti i tutori delle forze dell’ordine che rischiano la pelle tutti i giorni, più di un Vigile del Fuoco, che rischia la pelle tutti i giorni, più di un Docente, più di un Ingegnere ! Ogni giorno si parla di crisi, di evasione fiscale, di povertà e poi si sentono queste notizie ? Vergogna! Date i soldi ai poveri pensionati che vivono con sole 500.0€ ! Pagano bollette, affitti ed in più devono vivere! Queste azioni sono antieducative. Purtroppo il dio denaro ha modificato il vero valore dello sport e degli sportivi, quel valore “sano” che esisteva allora quando di soldi ce n’erano pochi! Chi gestisce il potere economico in questo settore deve avere davanti alla propria coscienza la situazione economica molto critica del nostro paese, ogni giorno; avere davanti non i giocatori sopra-valutati che creano, involontariamente, squilibri incredibili nella nostra società, che è un’altra casta, , ma giovani sportivi che non riescono a raggiungere e crescere il proprio talento, per la solita frase, “non ci sono i soldi…”.Stiamo perdendo le misure in ogni campo, certo il calcio piace però a tutto cè un limite, neppure quello della decenza! .
Favria, 17.07.2018 Giorgio Cortese

Nella vita per “fare” bisogna essere. Dobbiamo ogni giorno imparare a ricevere, e ringraziare per ogni dono.

Il buongiorno con il goedendag!
Questa parola, goedendag, pare che in olandese significhi buongiorno. Beh è un buongiorno particolare perché il goedendag o plancon era una particolare tipologia di mazza chiodata, ma inastata, capace di combinare le caratteristiche della lancia e della mazza, in uso nelle Fiandre nel tardo Medioevo. Insomma un buongiorno sarcastico dato dalla fanteria fiamminga l’11 luglio del 1302 a Courtrai. I fiamminghi chiusi a falange rimasero nei fossi in attesa dell’impatto della cavalleria pesante francese di Filippo il Bello, i duemila cavalieri francesi fior fiore della nobiltà detti gli “Speroni d’oro”. Settecento di loro perirono in quella battaglia che segna la fine della supremazia della cavalleria pesante. I fiamminghi chiamarono quella battaglia Bloed Meersch, prateria di sangue per l’alto numero dei nemici uccisi. Fu uno scontro fondamentale nell’evoluzione bellica tardo medievale che dimostrò la concreta possibilità di stroncare la predominanza tattica della cavalleria pesante con un corretto uso di truppe di fanteria mista composte da picchieri ed arcieri. Pare che l’etimologia giusta di goedendag sia che dag sarebbe da interpretarsi come lama, in inglese dagger, in italiano daga.
Favria, 18.07.2018 Giorgio Cortese

Che cos’è la felicità se non il sincero accordo tra un uomo e la vita che conduce?

I fiori, che belli!
I fiori sono una continua sorpresa. Ritengo che tre cose ci sono rimaste del Paradiso: le stelle, i fiori e i bambini. I fiori hanno una espressione del volto, come gli esseri umani o gli animali. Alcuni sembrano sorridere, ridere ma, i fiori sanno anche assumere un’aria triste, giungendo persino alla disperazione, ma nessun fiore sa piangere. I fiori sono il più sublime esempio di coraggio e sono per noi umani consolatori. Alcuni Fiori hanno un’espressione triste; alcuni sono pensierosi e diffidenti; altri ancora sono semplici, onesti. Ogni fiore che sboccia mi ricorda che il mondo non è ancora stanco dei colori e porta speranza al mio animo . Non riesco ad immaginare che cosa sarebbe l’umanità se non avesse conosciuto i fiori. I fiori mi insegnano ogni volta l’umiltà di chinarmi per accudirli
Favria, 19.07.2018 Giorgio Cortese

Ogni giorno cerco di dipingere la mia giornata con i colori che preferisco di più. Cerco di sorridere e fare vibrare il mio cuore e di godermi la vita.

Io zirlo, tu chiurli e lei chioccola.
Ogni uccello viene definito in modi diverso il suo cantare. In realtà solo l’usignolo canta, la civetta squittisce, l’assiolo chiurla, il Colombo tuba. Il cuculo cuculla, il fringuello sfringuella, la gazza cinguetta, la rondine garrisce , il tordo zitta ed infine il merlo si dice genericamente che fischia. Ma il merlo al mattino martella con il fischio, credetemi con becco giallo che si posa sul balcone , ma poi zirla viaggiando, in primavera verseggia ed infine stride per sfuggire ai cacciato. Chiocciola anche il merlo ma per conquistare la femmina .
Favria, 20.07.2018 Giorgio Cortese

Dovremmo misurare la vita in attimi e non in anni, gli attimi, specie quelli indimenticabili, sono memorie che collezioneremo nell’album della vita, tutto il resto è pagina in bianco che scorre senza senso

La superlativa bontà dai semplici ingredienti.
Sapevo già della bontà superlativa del gelato di Enrietto, ma questo Enrietto latte e gelato a Rivarolo ha raggiunto apici raffinatezza coniugate alla semplicità che non ha eguali. Il gelato viene comunemente definito come un preparato alimentare dove il latte ne è il prodotto base. La semplicità e la raffinatezza di questo gelato è un tocco magico difficile da raggiungere e credo che sia una forma di perfezione. La nostra vita è l’insieme di tutte le piccole cose che viviamo ogni giorno, se non ce le godiamo nella loro semplicità non potremo mai dire di aver vissuto la vita appieno e ancora di più se gustiamo questa prelibatezza divina possiamo dare un senso nel dare alle nostre papille gustative di come sia buonissimo il gelato. Questo gelato è la dimostrazione pratica che le cose si conquistano con la dolcezza, da sempre la carta migliore da giocare nella vita. Giovanni ha ottenuto lo straordinario di riuscire ad emozionarci ancora per le cose semplici, come una giornata di sole in pieno inverno che scaldi il cuore. Invito tutti, ma proprio tutti ad andare da Enrietto latte e gelato a Rivarolo, in Corso Indipendenza 28, aperto dal martedì alla domenica dalle 15 alle 23, per info cell. 338 1736985. Concludo con una frase della grande Ada Merini che calza a pennello, anzi si si stende bene nella coppa ricolma di gelato per dire che “La semplicità è la raffinatezza della profondità”. Buon gelato a tutti in questa eccellenza Canavesana che viene propagandata anche grazie a questo tipo di attività.
Favria. 21.07.2018 Giorgio Cortese

Nella vita quotidiana perdere è un modo di apprendere ed a volte vincere, un modo di dimenticare quel che ho appreso.

La disumana umanità.
Personalmente sono allibito per lo spettacolo dell’Europa di fronte alla crisi dei migranti! Davanti ad una crisi destinata a durare anni se non decenni, l’incapacità di definire una linea comune porta a riflettere cosa serve oggi l’Europa1.Oggi i cittadini chiedono la sicurezza di essere protetti dalle conseguenze di una globalizzazione tecnocratica attraverso azioni politiche efficaci, questa latitanza Europea di una linea comune su un tema così sensibile mette in discussione il senso stesso del progetto comunitario. E qui nasce spontanea la parola vergogna che oggigiorno con la tecnologia ed i social sembra antica e superata, vergogna èer l’indifferenza per i morti naufraghi nel mar Mediterraneo! Non chiedetemi il giorno in cui ho percepito questo senso di vergogna che avrei potuto sepperlirla con un bel ipocrita gesto. E la vergogna non chiede di meglio che questo, di essere dimenticata attraverso delle finte buone azioni. Non c’è nessun piacere, nessun conforto a parlare di questa vergogna. La vergogna è li, che mi ricorda che quanto accade oggi ha una portata storica e verrà giudicato dalla tempo della storia che è galantuomo. L’attuale vergogna sarà giudicata storicamente, da chi verrà nel futuro, perché è la vergogna nei confronti della nostra disumanità, dell’indifferenza che proviamoi come individui e come popolo del ritrovare la via dell’umanità elementare, della decenza morale, è questo quotidiano spettacolo a renderci vergognosi. Quello che manca oggi nelle coscienze è la ricerca del Bene Comune che non è parola retorica, ma concretissimo esercizio politico. Non è una astratta affermazione di principio, ma una parola che deve smuovere le coscienze per trasformare un problema in opportunità, benché difficile da agguantare. Solo cosi possiamo combattere la vera guerra che è contro la povertà! Dobbiamo domandarci fuori dai roboanti proclami che parlano nell’immediato alla pancia delle persone ma alla lunga sono dei pericolosi boomerang: “ Ma cosa vogliamo essere?” Per noi, per il mondo, per i nostri figli. Qui la questione non è erigere muri o accogliere tutti indistamente. Penso che la gestione del fenomeno delle migrazioni richiede una politica estera comune rispetto a tutte le aree di crisi da cui sappiamo originare le partenze per aiutarli a casa loro e poi il controllo delle frontiere europee. Insomma abbiamo bisogno di una vera Europa non solo unita dalla moneta ma anche da un governo unico, con idee chiare. Per gli immigrati già in Europa, fare pulizia di cooeperative e associazioni che vampirizzano le risorse senza dare formazione agli immigrati. Queste persone sono esseri umani come noi devono essere aiutati per formare nuovi cittadini europei, ecco allora che la spesa fatta per loro diventa investimento, una lavoro lungo e paziente che necessita di risorse e competenze. Cosi diventa ragionevole che la possibilità di spostarsi dal Paese di prima accoglienza vada prevista alla conclusione di tale processo formativo, così da minimizzarne l’impatto sociale. Solo cosi possiamo trasformare un problema in una opportunità per tutti. Obiettivo raggiungibile se il Bene Comune non viene ridotto alla sua caricatura, e cioè alla ricerca meschina di un interesse misero che non si troverà mai e che alla fine manderà in frantumi la stessa Europa. Nella vita viene il tempo di accettare nei nostri cuori e nelle nostre menti che con la libertà viene la responsabilità e avremo futuro se siamo capaci di questo passo. Altrimenti verrà un giorno in cui qualcuno di noi, qualcuno che ha la nostra stessa identità un italiano, un francese, un polacco, un ungherese, dovrà giustificare ai suoi figli l’espressione collettiva e istituzionale di tale disumanità. E proprio su questo terreno della trasmissione, le cose appaiono abbastanza chiare. Cosa possiamo sperare? Che i nostri figli siano altrettanto se non più disumani di noi, e che quindi non ci chiedano nessun conto, e che anzi ci dimostrino, anche loro quotidianamente, nell’intimità familiare, quanto bene hanno appreso la lezione, trattandoci all’occasione come materiale umano superfluo, ingombrante, di scarto, verso il quale nessuna empatia può più essere suscitata? C’è, infatti, qualcosa di peggio della vergogna, che è un rimpianto per la propria umanità smarrita. C’è la fine di ogni ricordo d’umanità, e la barbarie come unico orizzonte? Personalmente ho fiducia che nasca nelle coscienze la vergogna della nostra attuale disumanità della gelida indifferenza e la speranza di un ritorno di umanità
Favria, 22.07.2018 Giorgio Cortese

Nella vita quotidiana forse l’errore peggiore è pensare che quello che conta più sia di primeggiare, quello che conta veramente è la gloria che vuole dire comportami sempre con cortesia e gentilezza. Agire con stile, con bellezza il resto è noia.

Farfalle.
Ho conosciuto un allevatore di farfalle. Mi ha raccontato che prima di andare al lavoro passa a parlare con le sue farfalle, Le chiama per nome anche se sa che staranno poco in sua compagnia, come tutte le persone che sfiorano la sua vita. Mi ha detto che le farfalle sanno cantare, purtroppo anche se abbiamo le orecchie ma non sentiamo nulla. Le farfalle cantono giorno e notte perché ogni momento è prezioso per loro.
Favria, 23.07.2018 Giorgio Cortese

Certe persone sono “dei Grandi” perché lasciano il luogo dove vivono migliore rispetto al loro arrivo.