Riflessione! – La grande ascensione – Rombo di motori, il 5 Busano Motor Show, 12, 13,14 aprile. – Il calcio. 13 aprile 1314 – Gli Alpini ed il mulo…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Riflessione!
I 95 anni del Gruppo, mi fanno riflettere che sono nati quando già l’essere alpino comportava l’obbligo militare, poi tolto e sostituito con la leva militare volontaria. Purtroppo questo ha fatto diminuire nelle giovani reclute il senso dell’appartenenza al corpo dell’Esercito. Ora essere Alpino deriva non tanto dal corpo militare dell’Esercito, dallo stipendio e dalla carriera ma da un sodalizio di esseri umani. Gli alpini vivono il presente, pronti al richiamo per alleviare la sofferenza del prossimo per eventi naturali, terremoti, alluvioni e per aiutarli raccogliendo cibo nelle giornate della spesa solidale. Il Gruppo Alpini di Favria, opera su questa linea. Anche se negli anni sono scesi di numero, e l’età media avanza sono sempre attivi e generosi. Gli alpini del Gruppo nutrono la speranza che si uniscano dei giovani animati da ideali intramontabili della generosa solidarietà e aggregazione, perché più si chiede ad un Alpino e più lui dà! Di fronte al bisogno sono sempre i primi ad organizzarsi, a far gruppo, a prodigarsi nell’aiutare il prossimo mettendo in campo tutta la loro voglia di fare e di donarsi agli altri con generosità. Un Alpino rimane sempre tale anche in tempo di pace, con lo stesso spirito di corpo e con un grande cuore. Con il festeggiamento dei 95 anni non è certo un addio ma un arrivederci tra cinque anni all’importante traguardo del centenario. Nel preparare i 95 anni del gruppo, personalmente ho fatto un viaggio della memoria, che mi ha fatto pensare, ancora una volta, che la storia siamo noi, siamo noi che di passi alle adunate ne abbiamo fatti tanti e ricordiamo con emozione e orgoglio tutti gli alpini che sono andati avanti per non dimenticare mai i loro sacrifici a nostro beneficio e per la nostra libertà.
W gli Alpini. W i Favriesi, W l’Italia!
Favria 9.04.2019 Giorgio Cortese

Dona il sangue, dona una vita! Vieni a donare mercoledì 10 aprile a Favria cortile interno del Comune ore 8-11,20. Abbiamo bisogno di Te!

La grande ascensione.
Dire che “La grande ascensione” è il più bel libro per bambini ambientato in montagna sembra un’esagerazione. Ma basta sfogliarlo per capire che è così. Il libro è stato pubblicato nel 1910 da Ernest Nister, editore di Norimberga che stampava anche in Gran Bretagna, racconta l’avventura alpinistica di Leo il leone, Jumbo l’elefante e Hippo l’ippopotamo, “animalpinisti” britannici in tweed e ghette. Vi immaginate un elefante con ramponi e picozza? E l’ippopotamo con tanto di brago e zainoin spalla? Li accompagna un quartetto di orsi, Bruno, il padre, e tre figli, guide alpine svizzere in giacca di lana cotta e pantaloni alla zuava. L’ascensione non è facile, Jumbo finisce in un crepaccio, Leo cade ma rimbalza sulla neve e si salva, vengono travolti da una valanga e rischiano di precipitare per raccogliere una stella alpina. Arrivano in vetta, infine, dopo una notte di bagordi al rifugio. La storia è divertente, i disegni sono magnifici, il volume è uno splendido regalo per i più piccoli. Ma non mancherà di entusiasmare i genitori, che ritroveranno nei disegni di Thompson le ispirazioni delle immagini dei grandi classici dell’età d’oro dell’alpinismo. Jumbo, Hippo e Brun che ammirano le proprie ombre riflesse sulle nuvole sono una parodia dello “spettro di Brocken” inciso da Whymper per il suo “Scrambles amongst the Alps”. E così accade per gli orsetti che tagliano gradini nel ghiaccio con la piccozza, per Hippo che spinge il compagno con la testa su un passaggio difficile, per i nostri eroi avvolti nelle coperte che ammirano l’alba davanti al rifugio. Il libro è arricchito da brevi saggi che suggeriscono il parallelo tra le immagini di Whymper & Co. e quelle di Thompson e ricordano la storia poco conosciuta della nascita dei club alpini in Europa. Mulatero Editore, pagine 63 euro 19,00.
Favria, 10.04.2019 Giorgio Cortese

Oggi è l’ora di donare. Vieni oggi a donare mercoledì 10 aprile a Favria cortile interno del Comune ore 8-11,20. Abbiamo bisogno di Te!

Rombo di motori, il 5 Busano Motor Show, 12, 13,14 aprile.
Bisogna proprio dire che gli esseri umani sono riusciti a dare alle auto agilità, forza ed energia, precisione di movimenti ed eleganza di linee, lucentezza e rapidità con possente rombo di motori. Benvenuti al 5 Busano Motor Show una manifestazione che si afferma sempre di più anno dopo anno. L’evento inizia venerdì 13 aprile con l’inaugurazione alle ore 18,30 e per tre giorni fino a domenica 15 aprile prosegue nella zona industriale fino alle ore 19,00. Tre giorni intensi di festa con padiglione gastronomico e serate, esposizione di auto d’epoca, esibizione di moto, auto e fuoristrada e…molto di più! Una manifestazione che vale la pensa di assistere a Busano, zona industriale, per assaporare in quei tre giorni che il rombo dei motori è musica e respiro, il motore romba e diviene fragore nella sua bella lucentezza. Un grazie per aver riportato la manifestazione al presidente Franco Diaco e da tutto il Team dell’operosa ed infaticabile associazione Team Fast Drivers che porta in Canavese Rombo di motori, il 5 Busano Motor Show, 12, 13,14 aprile con la partecipazione del grande. Artemio Ballestin preparatore auto da rally e proprietario di Delta proto, e di Loris Rosati con la sua Ape Matta, uno spettacolo nello con le loro esibizioni. La macchina in tutte le sue tipologie è stata un po’ il dio imperante a partire dall’Ottocento, espressione delle straordinarie potenzialità creative degli esseri umani, e qui al 5 Busano Motor Show ne abbiamo la concreta dimostrazione di come questa associazione si adoperi con passione
Favria, 11.04.2019 Giorgio Cortese

Il successo avviene quando lo sforzo combinato di ciascun individuo è ben organizzato

Cerialia! La Festa dei Cereali nell’antica Roma
La bionda deA Cerere , veniva celebrata in una grande festa che durava otto giorni e cadeva in aprile, dal 12 al 19: erano i Cerialia, festa di propiziazione piuttosto che dei lavori agricoli. Il colore bianco era l’insegna delle celebrazioni, per sacerdotesse e devoti tutti. L’avvio alla festa era dato da una solenne processione a cui seguivano i Giochi di Cerere, che si distinguevano in Ludi circenses e Ludi scaenici, la cui gestione spettava agli edili plebei. La parte più spettacolare avveniva il 19 aprile: il grande giorno delle solennità rituali e delle attività ludiche spettacolari, che comprendevano la corsa delle volpi nel Circo Massimo. Nel mese di maggio, si celebrava il rito del “finto raccolto”, proprio nel periodo critico in cui la fioritura delle spighe avrebbe potuto essere esposta al rischio di una possibile ultima gelata. Per 3 volte, a giorni alterni, dopo le none e prima delle idi di maggio, il 10 il 12 e il 14, come racconta Servio nelle Ecloghe VIII,82, le tre Vestali più anziane coglievano prematuramente le spighe di farricello, il grano vestito, più povero, e le deponevano nei cesti che sarebbero stati poi usati alla mietitura: riempire anticipatamente quei cesti significava che la coltivazione sarebbe andata a buon fine. Sempre le Vestali provvedevano finalmente a preparare il finto pane e, con l’aggiunta di un’apposita dose di sale, pestato e cotto al forno, la cosiddetta mola salsa, un impasto che, trasformato in piccola parte in focaccia, veniva offerto a Vesta mentre il resto, conservato come tale era destinato ad uso sacrificale. Se ne cospargevano infatti le teste degli animali da offrire in sacrificio agli dei che venivano pertanto “immolati”, prima d’essere uccisi. Per confezionare la mola salsa era d’obbligo usare acqua sorgiva, incontaminata, che per un certo tempo venne attinta alla fonte del bosco delle Camene, fuori della Porta Capena delle mura urbane, poi dalla Fonte di Giuturna nel Foro Romano, con recipienti che non dovevano toccare il suolo, sicché avevano la parte inferiore quanto più stretta possibile, al punto da rovesciarsi se poggiati a terra. La finta panificazione aveva luogo proprio nel giorno dei Vestalia, il 9 giugno, e non a caso in quello stesso giorno si celebrò in seguito la festa dei pistores, i fornai, che addobbavano per l’occasione con serti di fiori le macine dei loro molini come scritto da Ovidio, Fasti VI, 311. Nella seconda settimana di giugno, tra il giorno 7, quando Vesta aperitur, come si legge nei calendari (quando il tempio di Vesta nel Foro Romano, veniva aperto, e il giorno 15, quando Vesta clauditur, il tempio veniva chiuso, si svolgeva una serie di riti che, tra loro collegati, davano vita a un vero e proprio ciclo, che è stato definito dei cereali!
Favria 12.04.2019 Giorgio Cortese.

Fortuna, buona giornata sorridi ancora una volta, fai girare la Tua ruota

Il calcio. 13 aprile 1314
Lo sport più amato ha una storia turbolenta in Inghilterra e Scozia, nonostante proprio in Inghilterra nel 1857 sia nata la prima squadra di calcio al mondo: lo Sheffield Football Club. Ma non è stato sempre amore. Il pur illuminato Edoardo II d’Inghilterra emise il suo bando il 13 aprile 1314, vietando lo sport a Londra: il calcio – spiegò – era uno sport troppo chiassoso e avrebbe potuto portare a conseguenze spiacevoli. Anche il suo successore, Eduardo III lo vietò. E così fecero Eduardo IV, Eduardo V e Riccardo II. Ma forse i re inglesi avevano le loro buone ragioni per vietare questo sport oggi assai popolare: il calcio del tempo era infatti diverso da quello odierno. Era uno sport violento, dove i giocatori non lesinavano colpi proibiti e giocato per strada causava molti danni. Basti pensare che nel 1608 fu proibito persino a Manchester, capitale mondiale del calcio, perché le pallonate rompevano troppe finestre
Favria, 13.04.2019 Giorgio Cortese

Nella vita chi lotta può anche perdere, ma chi non lotta è già sconfitto

Gli Alpini ed il mulo
Il sodalizio fra l’umano con la penna sul cappello ed il fedele e paziente, a volte un po’ testardo, amico a quattro zampe è invece durato ben 130 anni. Consolidatosi durante le due guerre mondiali, generoso animale che ha sempre dato agli uomini senza mai pretendere nulla che non fosse un po’ di biada e un po’ di attenzione, anch’esso avviato, purtroppo, sulla triste via dell’estinzione. Compagno d’armi, pioniere delle nuove conquiste, forte negli aspri cimenti, paziente nelle dure privazioni. Dimenticato dai più nella gloria della vittoria. Grazie mulo, bizzarro animale che non esiste in natura, ma è un incrocio, la cui origine si perde nell’antichità, tra l’asino ed una cavalla il cui frutto è un animale sterile chiamato Mulo, ma per noi alpini parte di noi!
Favria, 14.04.2019 Giorgio Cortese

Ogni giorno se credo di farcela o non farcela avrò comunque ragione
giorgio191