Ricordiamo sempre la Magna Carta Libertatum! -Res Gestae Favriesi- inaugurazione della Parrocchia di Favria- Res Gestae Favriesi, l’elenco dei disertori 1752 – Lo starnuto! di Giorgio Cortese

La vera prigione che abbiamo è quella che ogni giorno ci costruiamo intorno accettando i soprusi. L’appetito dei perfidi si soddisfa solo con i loro meschini soprusi.

Ricordiamo sempre la Magna Carta Libertatum!
Il 15 giugno 1215 il re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra fu costretto dai baroni inglesi a riconoscere una serie di libertà e privilegi in un documento solenne, la Magna Charta libertatum, Grande Carta delle libertà. Con alcune modifiche essa fu nuovamente concessa nel 1225 da Enrico III e confermata nel 1297 da Edoardo I, entrando a far parte delle leggi fondamentali del regno inglese. In quel lontano 15 giugno cominciò una buona parte della civiltà occidentale. Leggi, diritti umani, democrazia. L’idea che i potenti non debbano solo comandare ma, anche, servire e rispondere delle loro azioni a noi, i cittadini. Quei pezzi di pergamena sui quali feudatari e sovrano misero i loro sigilli, sul bellissimo prato di Runnymede, sul Tamigi a ovest di Londra, sono una delle eredità più importanti della cultura mondiale. Questi diritti citati furono citati da Tommaso Moro e Nelson Mandela, influenzarono Thomas Jefferson mentre scriveva la Dichiarazione di indipendenza degli Stati nordamericani dalla Gran Bretagna e vengono nominati, anche oggi, quando si parla di concedere autonomie locali dal potere centrale dello Stato. La Magna Carta agisce da protezione contro tirannia e dispotismo, per evitare che chi comanda faccia quello che vuole. E’ un passo avanti enorme, perché prima il re aveva un potere illimitato. In termini moderni, è il primo contratto sociale che chiarisce che cosa ci si aspetta dal leader e anche, per certi aspetti, dalla gente, i sudditi. La Magna Carta è importante, oggi come ottocento anni fa, perché ad essa risalgono le leggi che ci proteggono dagli abusi di chi comanda, si tratti di corruzione dei politici o di intercettazioni telefoniche. Se ci aspettiamo alti standard nella vita pubblica lo dobbiamo alla Magna Carta dove, per la prima volta, i cittadini dissero “Non siamo contenti di quello che sta succedendo con il nostro governo. Qual è, infatti, la base della democrazia? Che una singola persona ha un voto e che siamo tutti uguali davanti alla legge e questo concetto deriva dall’idea che siamo tutti uguali davanti a Dio. Oggigiorno abbiamo bisogno di una nuova Magna Carta Libertatum per cercare di cambiare al meglio la rigida e cieca burocrazia, il cinismo e l’indifferenza. Ricordo che l’esasperazione delle leggi e dei regolamenti sono peggio di una tirannia
Favria 26.11.2014 Giorgio Cortese

Certi giorni le cose lente sono le più belle. Bisogna proprio sapere aspettare.

Res Gestae Favriesi- inaugurazione della Parrocchia di Favria
L’Amministrazione Comunale in data 13 agosto 1814 pubblica il seguente avviso per la festa di San Pietro che si sarebbe tenuta in data 28 agosto 1814, si ringrazia il signor Franco D’Angelo per la gentile concessione del documento:
“Avviso al pubblico
L’amministrazione di questo Comune nel dare avviso al Pubblico che la festa di San Pietro seguirà ai 28 corrente epperciò persuasa che ciascuno individuo si farà un dovere di festeggiarla, con decoro, decenza e devozione, nel mentre che si aprirà la nuova Chiesa Parrocchiale, e si farà la consacrazione Monsignor Vescovo d’Ivrea e Diocesi, coll’accorrenza di forestieri, senza che vi succedano inconvenienti e reclami. Per altra parte se taluno osasse di trattenersi nelle Osterie e o Cabaretti nel tempo delle funzioni Parrocchiali, o non tanto di giorno, che di notte facesse schiamazzi lungo l’abitato, a questi si intima che verranno puniti secondo le vigenti leggi, senza alcuna parzialità. Sarà anche proibito agli osti di ricettare persone locali nelle loro osterie, nei tempi, ed ore delle funzioni suddette, sotto la stessa comminazione.
Sarà pure proibito a qualunque forestiero di tenere osteria, o cabaretto senza permesso in iscritto dell’Illustrissimo Signor Sindaco, o Consigliere, e non potrà vendere vino con commestibili senza contravvenire agli ordini, e sarà cura dei Carabinieri Reali di farli pagare la dovuta Penale. Ciascuno particolare di questo luogo prospiciente fabbrica verso la strada pubblica, sarà tenuto a tenere la contrada pulita da immondizie, e materiali impedenti il pubblico passaggio, a pena che a spese di ciascuno residente si faccia tale opera. +
Mandando il presente pubblicarsi ad eslusione di ignoranza.
+ Come altresì di fare illuminazione nella sera del 28 agosto.
Datato Favria dalla Sala Comunale li 13 agosto 1814.
Segretario d’ordinanza Firma Gallorenzi
Segue ordinanza pubblicata li 14 agosto 1814”
Favria 27.11.2014 Giorgio Cortese

Tra gli altri benefici del donare cè quello che mi libero anche l’animo quando dono

Res Gestae Favriesi, l’elenco dei disertori 1752
Con l’Ordinato del 28 novembre in seguito all’ordine di S.A.R. la Comunità mediante i suoi Amministratori deve preparare dei manifesti sui Particolari disertori indicando: nome, cognome e patria; tali manifesti verranno pubblicato dove sono nativi, nella ordine di S.A.R. vengono anche specificate le pene per i famigliari e Amministratori complici dei disertori

A val pì n’aso a ca soa che’n profesor a cà d’j àutri. Vale più un asino a casa propria che un professore in casa altrui.

Lo starnuto!
Subdolo si diffonde e si riproduce velocemente ed io neanche mene accorgo. E pensare che era bastato solo pochi attimi di distrazione, ero su di un mezzo pubblico affollato, ed ecco unpo starnuto ad un palmo dal mio naso. Ora a milioni si riproducono all’impazzata, ed ho il naso che sembra un rubunetto che perde talmenrte che gocciola e mi trascino durante la giornata con le ossa rotte e la testa pesante che sembra avvolta da un casco da motociclista ed i suoni mi giungono attutiti. E già tutto è iniziato da quello starnuto che è poi solo è un riflesso involontario innescato dalla stimolazione delle prime vie aeree, come accade, per esempio, quando le narici
vengono irritate da un corpo estraneo inspirato. E quando si starnutisce gli occhi si chiudono. Sempre. Ciò accade perchè il nostro organismo mette in atto meccanismi di autoprotezione. Durante lo starnuto, infatti i polmoni sparano un getto d’aria a circa 160km/h: chiudendo le palpebre si bloccano le vie d’accesso ai dotti lacrimali (collegati alle fosse nasali) che potrebbero rimanere danneggiati da questa violentissima raffica, ma che è fastidioso quando si guida. E poi lo starnuto arriva sempre quando gli altri stanno zitti. Pensate che l’orgine di dire salute!, come risposta agli starnuti è probabilmente legata alle epidemie di peste del medioevo, allora quando qualcuno starnutiva, la benedizione divina era invocata per evitargli la malattia o, prevedendo contagio e prossima dipartita, per raccomandarlo a Dio. Esisteva anche la credenza che uno starnuto particolarmente violento potesse espellere l’anima e l’invocazione voleva impedire che il diavolo se ne impossessasse. Tornato agli starnuti da raffreddore in questo momemnto come Gulliver sto crollando per opera di microscopici Lillipuziani, ma a differenza dei lillipuziani del libro questinon li vedo, non emettono un suono, non hanno un odore,
sapore ma non mi fanno stare bene. Personalmente la prendo con tanta pazienza, primo o poi il virus del raffreddore mi la sceranno in pace e passerà!