Ogni mattina. – Oglianico – a piede libero! – Si fa presto a dire digiuno. – Associazioni in festa! – La mostra fa tic tac! – Giornata mondiale del cuore! – Metronotte o vigilante sempre attento…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Ogni mattina…
Ogni mattina mi sveglio… pensando che oggi la giornata sarà sicuramente migliore di ieri. Ogni giorno incomincio la giornata con l’intenzione di vivere una vita migliore del giorno prima. Poi mi alzo e, alla fine della giornata rifletto su cosa ho fatto, gioie e dolori. Nella notte affronto le mie delusioni e penso che il giorno successivo, il domani, sarà sicuramente migliore…ogni mattina mi sveglio….
Favria, 24.09.2019 Giorgio Cortese

Se fossi un libro deciderei di essere completamente bianco perché vorrei che chi incontro ci sapesse scrivere tutti i suoi pensieri.

Oglianico – a piede libero!
Anche Oglianico si aggiunge a quelle Comunità virtuose che si sono dotate di un gruppo di cammino. Bellissima le serata di presentazione con la Sindaca Monica Vacha, la dottoressa Carla Francone per ASL e i due Walking leader Sergio Feira e Costanzo Barberis. Ha fatto da cornice un nutrito pubblico oglianicese, attento ed interessato all’iniziativa. Ma cosa sono i Gruppi di Cammino? Sono gruppi di persone, di tutte le età, interessate a svolgere attività fisica e camminare in compagnia e con continuità. Ci si incontra in un luogo definito in modo libero e gratuito, verrà registrata la presenza e occorrerà firmare al primo incontro una liberatoria, si fanno alcuni minuti di riscaldamento, si inizia a camminare nella verde campagna oglianicese. Walking Leader, significa Capo Passeggiata o Guida di Cammino che all’interno di un gruppo rappresenta un punto di riferimento, conosce il percorso, contribuisce a organizzare il calendario delle uscite, che sa accogliere i nuovi arrivati e farli sentire parte del gruppo, che sa trasmettere entusiasmo e ottimismo, che riesce a creare una buona collaborazione con l’amministrazione comunale e per questo non occorre una laurea, ma la carica di empatia Sergio e Costanzo. Come si può capire l’obiettivo dell’iniziativa è l’adozione di sani stili di vita, con particolare attenzione al movimento fisico, perché camminare regolarmente contribuisce a migliorare la nostra salute … e non solo. Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina e ogni passo è anche un incontro con noi stessi. Prima uscita lunedì’ 30 settembre ore 16,00, con ritrovo Bar del Campetto, impianti sportivi e poi inizio prima uscita nella campagna Oglianicese. Oglianico si mette in cammino!
Favria, 25.09.2019 Giorgio Cortese

Nella vita la gentilezza nelle parole crea confidenza, la gentilezza nel pensiero crea profondità ma è la gentilezza nel dare con gioia che crea amore!

Si fa presto a dire digiuno.
Digiuno uno parola che assume aspetti più diversi, direi quasi proteiforme, lemma derivato da Proteo il dio marino, figlio di Oceano, capace di mutare la propria forma e, appunto, forma. Digiuno come aggettivo, vuole significare che non ha mangiato da un certo tempo, ma come sostantivo, l’astensione dal cibo. Se e aggettivo deriva dal latino ieiunus, digiuno, ma anche sterile, arido, invece il sostantivo deriva da digiunare, che è dal latino ieiunare. Stiamo parlando di due parole, un aggettivo, ad esempio per l’esame del sangue, presentarsi digiuni, se invece è sostantivo, osservo il digiuno un giorno a settimana. Ma mentre l’aggettivo deriva direttamente dall’omologo latino ieiunus, il sostantivo rinasce per derivazione dal verbo digiunare, in maniera indipendente rispetto all’affine sostantivo latino ieiunium. E si, il concetto di digiuno è basilare: come sostantivo descrive l’astensione dal cibo, come aggettivo denota chi non ha mangiato per un certo tempo, più o meno lungo. Ha implicazioni vastissime, adattandosi a pratiche religiose e mediche, alla condotta quotidiana e straordinaria, a situazioni volute e no, e suggerisce usi figurati versatili e incisivi. E poi c’è il digiuno aggettivo che riguarda alcune persone che sono a digiuno dell’argomento trattato ma con ignoranza continuano a discutere ed io quelle situazioni sconfino con il sostantivo con il desiderio che dopo tanto parlare inutile stiano zitti. Una bellissima doppia parola dal grande valore.
Favria, 26.09.2019 Giorgio Cortese

E’strana la vita, certe volte se mi rifiuto di accettare qualsiasi cosa tranne il meglio, e spesso lo ottengo.

Associazioni in festa!
Il volontariato oggi è l’espressione odierna di un lungo cammino che, a partire da alcuni secoli fa, si è particolarmente sviluppato nella società democratica e partecipativa del dopoguerra, dalla seconda metà del ventesimo secolo ad oggi. In altri tempi con il nome di “volontario” erano chiamati volontari i coscritti che partecipavano alle guerre risorgimentali. Oggi sono volontari ad esempio i donatori di sangue, e tutti quelle associazioni che agiscono per scopi di utilità sociale e per solidarietà. Pertanto a Favria ci sono esperienze di associazioni di volontariato che agiscono in numerosi contesti, sociali, culturali, sanitari, d’arma come gli Alpini o bandistico come la Filarmonica Favriese. Altri come la Pro Loco e Favria Giovane ad esempio inconsapevolmente affondano a radici medievali, le Badie giovanili, che erano presenti anche in Favria, associazioni di giovani che organizzavano le feste ed il ballo in occasione della festa patronale, con delle frascate. Andavano a tagliare dei rami, frasche prima della proclamazione dell’Abbà. A Favria il 1 maggio, il Consiglio Comunale formava la rosa dei candidati alla carica di Abbà, su cui l’Abbate scadente faceva la nomina del successore, come si legge dall’Ordinato Comunale del 1.05.1684. Una curiosità la Badia oltre a far pagare l’entrata del ballo pubblico a palchetto, una gabella, esigevano in primavera, il tributo di una gallina che i proprietari degli airali, le cascine, dovevano dare all’Abbà ed agli stolti o folli cosi venivano chiamati i membri della Badia. Come si vede forme di associazionismo per rendere viva la Comunità sono sempre esistite ed oggi c’è ne sempre più bisogno per recuperare i contatti umani e fare da diga al disagio sociale. Le Associazioni a Favria con il loro dono portano ed offrono un messaggio positivo ai concittadini. Fare il volontario in una Associazione permette liberamente di disporre di noi stessi per un bene che, non essendo particolare o esclusivo, è un “Bene Comune” al quale come volontari possiamo contribuire, per migliorare la nostra Comunità. Evviva le Associazioni di Favria fanno festa domenica 29 settembre in piazza Padre Pio dalle ore 14,30 metteranno in bella mostra il loro importante Capitale Sociale, composto da servizi, prestazioni, tempo, tutte risorse messe a disposizione da parte dei volontari nelle diverse situazioni di bisogno e spesso elaborate in modo da ottenere e condividere prestazioni con un valore aggiunto di solidarietà, promozione umana e sviluppo culturale, che rappresentano un incalcolabile risorsa per la qualità della vita di Favria. Poi a seguire l’evento, la finale di Telekomando. Un grazie di cuore a tutti i volontari e le Associazioni che rendono viva Favria e ne fanno pulsare il cuore. Grazie!
Favria, 27.09.2019 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno semplificare, vuol dire anche aggiungere leggerezza

La mostra fa tic tac!
In piemontese la mostra, si pronuncia mùstra, è l’orologio da tasca, la mostrina della serratura, e anche il risvolto del bavero. Si chiama così l’orologio da tasca, e deriva dal francese montre, orologio da taschino. Pare che la parola derivi dal latino monastico “monstrare”, con il significato di indicare, designare. Insomma da non confondere con l’arleugi, orologio, sempre dal latino horologium. Tenete presente che in piemontese l’arleugi, significa anche un congegno che funziona male, e da li assume anche il significato di persona malata, debole ed imbecille. Mi è stato raccontato da un giovane novantacinquenne, questo episodio a lui raccontato dal nonno. Siamo negli anni venti del Novecento ed il protagonista di questo breve racconto aveva deciso quell’anno sotto Natale di farsi un regalo, aveva comprato un orologio da polso, una mostra in piemontese. Poi arrivato a casa alla sera aveva agganciato il cinghietto ad un chiodo fissato sul muro della camera da letto. Ma nella notte, questa persona non abituata al ticchettio dell’orologio, scambia questo rumore per il rosicchiare dei topi. Presa uno zoccolo nel buio della stanza aveva centrato l’incolpevole orologio da polso agganciato ad un chiodo sul muro. Questo episodio ci può spiegare che la passione per gli orologi non è una cosa recente. Ma oltre al semplice orologio da polso e non, abbiamo tutti noi, dentro di noi l’orologio della vita che segna l’ora per ogni cosa. Le ore sono visibili, i rintocchi percepibili e quando uno dei momenti giusti arriva, ci accorgiamo che lo sentivamo dentro già da un po’!| Nella vita esiste il tempo dei tentativi, dove niente è mai vano, niente è mai sprecato si punta solo l’obiettivo. Nella vita di ogni giorno abbiamo energie da vendere, siamo forti e speranzosi. Abbiamo fiducia nel domani e nelle persone che abbiamo di fronte. Non ci costa fatica, non rimangiamo niente e continuiamo a correre come soldati in una guerra senza tregua. Certo esiste il tempo in cui iniziamo a sentirci spossati, stanchi e e a tratti sfiniti. In quei brevi attimi, ci sentiamo quasi privati delle nostre energie, e ci demoralizziamo un poco. Ma l’obiettivo è ancora lì di fronte a noi, ben visibile e chiaro, ma soprattutto ancora lo sentiamo vicino. La battaglia procede, senza sosta e mentre l’affrontiamo perdiamo di vista cose e persone importanti. Allora ci fermiamo un poco a riflettere sul ciglio della strada della vita e come dopo una stravolgente corsa tiriamo un po’ le somme di ciò che è ed è stato il percorso. Guardiamo le mani mani ferite e sporche e vuote. Guardiamo dentro al nostro cuore e lo vediamo spento, duro e nella più totale confusione. Privato ormai di tutto ciò che di meraviglioso custodiva. Guardiamo la nostra mente e la troviamo stanca, diffidente, incattivita e a tratti poco razionale. Ecco, esiste il tempo della resa dei conti con noi stessi, il tempo più difficile. Un rintocco che fa male e quando l’orologio della vita sceglie di suonarlo e dobbiamo affrontarlo. È il tempo in cui impariamo a perdere, impariamo cosa vale e cosa no. Impariamo chi conta e chi no e che le parole non hanno valore se vengono accompagnate dai fatti concreti, insomma impariamo a fare esperienza sulle nostre piccole vittorie e sulle delusioni. In questi momenti l’orologio della vita scorrerà più sereno o con pesante fatica. Ed allora guarderemo l’orologio e ne saremo fieri perché senza emozioni il tempo è solo un orologio che fa tic tac.
Favria 28.09.2019 Giorgio Cortese

Nella vita penso che bisogna dare con fede e, non dare senza fede. Bisogna dare con magnanimità, dare con modestia, dare con rispetto, bisogna dare con simpatia. Se volete iniziare a dare vieni a Favria mercoledì 9 ottobre cortile interno del Comune, vieni a donare il sangue dalle ore 8,00 alle ore 11,20. Ti aspettiamo abbiamo bisogno di Te!

Giornata mondiale del cuore!
Come ogni anno, dal 2000, ricorre il 29 settembre, la Giornata mondiale dedicata al cuore e alla lotta delle patologie correlate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, Oms, sottolinea, infatti, la necessità di ridurre a tavola il consumo di sale, responsabile, ogni anno di circa circa 2 milioni e mezzo di morti per malattie cardiovascolari. L’Oms stima che una riduzione del 30% del consumo globale di questo condimento entro il 2025 potrà salvare milioni di vite da malattie cardiache, ictus e disturbi correlati. E’ questo uno dei 9 obiettivi globali fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità contro le malattie non trasmissibili. Abbiamo cura del nostro corpo, è l’unico posto in cui dobbiamo vivere.
29.09.2019 Giorgio Cortese

Certe persone fanno calcoli sulla vita per interpretarla, io preferisco viverla.

Metronotte o vigilante sempre attento.
Il metronotte , è l’agente di polizia privata che effettua servizio notturno, detto anche guardia notturna, guardia giurata, o vigilante. Vigilante deriva dallo spagnolo vigilante ed indica in genere, chi è incaricato della sorveglianza di un luogo, di un ambiente, di un’attività. Molte volte il vigilante appartiene a un corpo, gruppo o comitato, per lo più di volontari, costituito per sorvegliare e tutelare beni e interessi privati, o per mantenere l’ordine pubblico in particolari circostanze. Il termine si è diffuso dai paesi di lingua spagnola negli Stati Uniti d’America, quindi in Europa e anche in Italia, dove è usato anche nel termine spagnolo vigilantes, per indicare corpo di polizia privata addetti alla sorveglianza e alla protezione. Arrivo all’ultima parola, attento. Termine che significa concentrato, accurato, dal latino: attentus da attendere attendere, a sua volta composto da ad e tendere verso. Una parola semplice che svelata ha una immagine profonda della concentrazione. Siamo concentrati quando attende qualcosa, e così abbiamo lo sguardo attento sul semaforo che sta per diventare verde, è attento il cuoco che ha la parmigiana di melanzane in forno, è attento il ciclista che si aspetta di essere maltrattato in ogni modo dagli automobilisti. E attenta la persona nel maneggiare un cristallo per evitare l’eventualità di un urto o che sfugga di mano. Attento è il metronotte nell’adempiere il suo lavoro.
Favria, 30.09.2019 Giorgio Cortese

La natura è un dipinto dai vari colori creato dal tempo.
giorgio