o.d.g.per comuni con richiesta al governo di eliminare l’imu sui terreni agricoli nei comuni montani

Uncem ha trasmesso a tutti i sindaci dei Comuni montani un ordine del giorno per chiedere al Governo di eliminare l’Imu sui terreni agricoli nei centri posti a meno di 600 metri sul livello del mare. La proroga al 26 gennaio 2015 per il pagamento dell’imposta 2014 non basta. “E i Comuni devono farsi sentire, con un atto che esprime la contrarietà alla nuova tassa”, commenta il presidente Uncem Piemonte Lido Riba. Nell’ordine del giorno si impegna il governo a eliminare l’imposta nonché a evitare l’uso del parametro Istat dei 600 metri di altitudine per definire cosa è e cosa non è montagna: un approccio assurdo, giuridicamente e geograficamente scorretto, che pialla il territorio prendendo come riferimento la posizione dei municipi e non tenendo presente che vi sono centri dove la casa comunale è posta a meno di 600 metri slm, ma poi vi sono migliaia di ettari di estensione che arrivano a 2000 o 3000 metri. Uncem ha chiesto ai Comuni di inviare l’ordine del giorno al Presidente Renzi, al Sottosegretario Delrio, ai Ministri Martina e Alfano, ai dipartimenti del Mef e del Ministero degli Affari regionali che devono avere la netta percezione della contrarietà del territorio all’imposta. Il principio è stato espresso anche in una lettera che Uncem ha inviato nelle scorse ore ai Parlamentari eletti in Piemonte chiedendo un immediato intervento e soprattutto l’avvio di una ragionata, concreta, seria, sussidiaria politica per le aree montane del Paese, come hanno Francia, Germania e altri Stati dell’Arco alpino. Uncem ha chiesto a Deputati e Senatori un’azione sulla Presidenza del Consiglio, sui Ministeri e sulle Commissioni parlamentari, affinché si smetta di concepire le aree rurali e montane come zone marginali del Paese da vessare – vista la bassa densità di popolazione e l’assenza di adeguata rappresentanza – e sulle quali far ricadere continui tagli lineari di servizi. L’ultimo riguarda uffici postali e consegna della corrispondenza, secondo quanto scritto nella legge di stabilità e confermato dal piano di Poste italiane.

Uncem chiede un confronto tra sindaci e amministratori comunali con i Parlamentari: nei prossimi giorni verrà definita la data e trasmesso l’invito agli eletti. Non solo. È quanto mai necessaria una strategia a livello nazionale che unisca e sintetizzi quanto di importante è stato fatto negli ultimi due anni: la proposta dell’ex Ministro Barca sulle “aree interne”, il piano del Ministro Martina per l’agricoltura, le possibilità offerte dalla Macroregione alpina, l’armonizzazione della governance legando sviluppo e servizi alla nascita delle Unioni montane di Comuni secondo la legge Delrio, la capacità di prevenzione del dissesto idrogeologico che hanno Regioni ed enti locali, le disponibilità di risorse della programmazione europea 2014-2020, con i piani nazionali e i piani regionali da armonizzare per spendere bene tutte le risorse UE disponibili. “Di una cosa siamo certi: serve una regia – prosegue Lido Riba – E serve una legge nazionale sulla montagna che ponga anche fine all’assenza di rappresentanza dei territori. In Parlamento si completi celermente l’iter del disegno di legge 65, recante le “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali nonché deleghe al Governo per la riforma del sistema di governo delle medesime aree e per l’introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ambientali”.