Noi crediamo, benvenuti Alto Canavese Games! – I veri valori Alpini. – Donare sangue fa bene alla salute e allora che aspetti! – S. Giuseppe festa di borgata – Inno 33 per i 95 del gruppo! – Auguri mamma! – La volpe del Giambin!…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Noi crediamo, benvenuti Alto Canavese Games!
Scriveva F.W. Nietzsche: “Noi crediamo che la favola e il gioco appartengano alla fanciullezza: miopi che siamo! Come se in una qualsiasi età della vita potessimo vivere senza fiaba e senza gioco!…” Sino dalle origini gli esseri umani hanno sempre dato molta importanza all’attività fisica nel gioco. La letteratura antica ci tramanda la necessità del gioco come attività fondamentale per la crescita della persona, per la sua maturazione. Pensate che nell’Antica Grecia l’educazione, attribuiva infatti un grande valore all’esercizio fisico e alla competizione agonistica, nel corso della quale era il singolo individuo a sfidarne un altro per affermare la propria superiorità, il proprio onore il tutto regolato da regole, infatti per Aristotele la società è un grande gioco, nel quale ogni pezzo si muove secondo regole predeterminate. Il gioco è alla basa della società e della cultura, perché con il gioco si rafforza l’umana convivenza, e gli animali non hanno aspettato che gli uomini insegnassero loro a giocare. Gli animali giocano proprio come gli uomini e noi oggi tecnologicamente evoluti abbandoniamo deliberatamente le nostre attività serie e decidiamo con il gioco di entrare in un’altra dimensione. Se ci poniamo davanti ad una scacchiera, oppure in un prato e iniziamo a giocare. Perché il gioco fa parte della nostra umana natura, ci serve per socializzare con i nostri simili, imparare per competere in maniera incruenta. Il gioco è uno dei prerequisiti della socievolezza. La socievolezza è una delle basi della nostra società umana e molte volte si manifesta, attraverso forme apparentemente superficiali come lo sguardo, il gesto, le forme di cortesia, la conversazione casuale e anche frivola, la disponibilità a incontrarsi con l’altro e a entrare con lui in rapporti di dialogo. Nel gioco siamo socievoli e siamo tutti uguali, specialmente in quello di squadra è il lavoro del gruppo che porta alla vittoria non il virtuosismo del singolo. I giochi Alto Canavese Games, nati negli anni novanta tra i Comuni della Comunità montana Alto Canavese e adesso dopo un periodo di letargo ritornati in auge si propongono, come i mai dimenticati Giochi senza Frontiere, di mettere in competizione diverse Comunità con lo scopo di valorizzare il territorio e permettere una maggiore conoscenza tra i vari paesi attraverso il gioco, per socializzare nel divertimento e l’apertura verso gli altri. Certo strettamente legato al gioco è il concetto del vincere. Vincere è risultare superiore nell’esito di un gioco, ma non conta solo il vincere in se ma vincere nella stima degli altri concorrenti, ottenendo onore. Per vincere bisogna gareggiare con la forza fisica unita alla destrezza, con sapienza nel dosare le forze, insomma anche con arguzia. Alcuni dei giochi saranno infatti la corsa delle carriole, corsa dei sacchi e l’immancabile tiro alla fune. Ma quest’anno le 12 squadre concorrenti si misureranno anche con giochi da “Favola”: Cappuccetto Rosso e la NonnaBike, Bubble Crash, Alice nel paese delle meraviglie, Bee Movie e così via. A Favria sono aperte le convocazioni per chi fosse interessato a partecipare. L’associazione Ape Games vi aspetta sabato 11 maggio nel pomeriggio nel campo sportivo Parco Bonaudo dallo ore 15,00 alle ore 19,00. Potrete provare alcuni dei giochi che verranno proposti nella tre giorni, 14-15-16 giugno ed essere selezionati per partecipare per la nostra squadra. E allora…. Forza! cosa aspettate? Accorrete numerosi, per formare la squadra di Favria. Servono tutti, anche Tu! Che vinca il migliore e sinceramente mi auguro che vinca Favria! Forza Favria!
Favria 7.05.2019 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno la gentilezza è il linguaggio che il sordo può sentire e il cieco può vedere. E allora diamo un segno tangibile, vieni a donare venerdì 10 maggio a Favria cortile interno del Comune ore 8-11,20. Abbiamo bisogno di Te!

I veri valori Alpini.
L’Alpino Vincenzo detto Censo, emerito vice capogruppo non ha potuto partecipare alla festa annuale degli Alpini del Gruppo di Favria, in occasione dei 95 anni di fondazione. Purtroppo gli acciacchi degli anni gli impediscono alle gambe di camminare e i piedi che di strada nella vita ne hanno fatta tanta di essere autonomo. Piedi che hanno camminato in tanti raduni Alpini ora Ti costringono a letto. Ma gli Alpini del Gruppo con il Capogruppo Giovanni, Nino, Aldo, Bruno Renzo, Antonio e Sergio Ti hanno portato a casa una targa che è insufficiente nel contenere tutte le parole di affetto verso di Te. I Tuoi occhi Censo sono stanchi, hanno visto la gioia le difficoltà della vita, ma nel vedere gli amici brillano come il sole gagliardo del mattino estivo. I ricordi ritornano e ritornano come le stagioni si susseguono veloci. I commilitoni veterani oltre alla targa portano tanti sorrisi fra le mani per donarti un sorriso tra le rughe e alleviarti un poco di stanchezza dalle ossa. Questa è l’essenza dei valori alpini nel rispetto e solidarietà, ricordo ed amicizia che non vivono solo durante le adunate ma ogni giorno. W gli Alpini che con i loro gesti ci offrono l’oro nelle mani con il rispetto del ricordo e la spontanea amicizia.
Favria, 8.05.2019 Giorgio Cortese

Donare è una scelta di cuore, abbiamo bisogno anche di Te che leggi queste parole, vieni a donare venerdì 10 maggio a Favria cortile interno del Comune ore 8-11,20. Abbiamo bisogno di Te

Donare sangue fa bene alla salute e allora che aspetti!
Donare sangue fa bene anche al donatore non perchè si sottopone a un salasso, utile per le malattie da accumulo di ferro nel sangue, oggi poco praticato, ma perché l’azione del donare comporta una presa di coscienza dell’individuo, che è stimolato a mantenere uno stile di vita sano.. Donare sangue, quindi, vale il doppio, perché salva la vita a chi riceve il sangue e mantiene sano il donatore. Infatti, il sangue raccolto, prima di arrivare al letto del paziente, è controllato sia per scoprire la presenza di virus infettivi che possono trasmettere malattie quali epatiti e Aids, sia per scoprire valori nel sangue che possono rivelare malattie del donatore. E allora vieni a donare venerdì 10 maggio a Favria cortile interno del Comune ore 8-11,20. Abbiamo bisogno di Te!
Favria 9.05.2019 Giorgio Cortese

La felicità nella vita non arriva molte volte da ciò che otteniamo ma da ciò che diamo, e allora vieni a donare venerdì 10 maggio a Favria cortile interno del Comune ore 8-11,20. Abbiamo bisogno di Te!

S. Giuseppe festa di borgata.
Al Primo maggio come da tradizione nella borgata immersa nella verde campagna favriese in onore a San Giuseppe, avviene sempre una bella festa. In questa borgata favriese permangono ancora con tenace passione dei borghigiani antiche tradizioni. Ogni anno nel rito della festa ci sono i priori uscenti, Barbara e Andrea, priori entranti Onorina e Silvio ed i sottopriori Mariuccia e Michele, dando continuità e futuro alle radici della borgata nel futuro, tutti sempre egregiamente coordinati dall’instancabile Gianna. Pensate che in questa borgata, da dopo la metà dell’Ottocento, resiste la tradizione della colletta della melia e del grano, la prima in novembre e l’altra verso marzo, dove i priori dell’anno ed i sottopriori passano, cascina per cascina alla questua per la cappella e poi l’immancabile incanto dopo la S.Messa del Primo maggio, dopo aver offerto le gallette benedette. Con l’incanto per beneficienza si porta a lievitare l’offerta su piccoli animali da cortile, lavori di decuopage, fiori e bottiglie a beneficio della cappella. L’incanto da sempre da luogo a simpatiche e spassose scenette con il banditore che gira davanti a borghigiani per raccogliere chi ha rilanciato l’ultima offerta e l’aiutante che lo segue per fare vedere la bontà di quanto messo all’incanto suscitando l’ilarità delle persone, insomma buonumore e voglia di stare assieme in allegria. Certo gli anni passano ma dagli anziani ai giovani si passa il testimone per tenere vive le radici delle tradizioni della borgata che si identifica nella cappella campestre di San Giuseppe. I borghigiani sempre attivi, con sana voglia di fare e di stare insieme con semplicità ed allegria, questa è la forza della Borgata di San Giuseppe! La festa ci ricorda in questa tranquilla e operosa campagna le nostre comuni radice contadine che devono essere per tutti un vanto, perché se a a tavola abbonda pane e vino le mani di chi lavora la terra dobbiamo ringraziare. Certo non sono mani gentili ma mai hanno fatto cose vili, sono cotte dal sole, sono callose ma portano il vanto di mani operose lavorano sempre e mai sono stanche valgono più di cento mani bianche. In conclusione nella vita tutto passa come l’acqua della roggia che la borgata attraversa gagliarda e sotto i ponti scorre e via e ciò che era altro è divenuto come la festa che d’ogni anima prima era ed ora di alcuni è solo più un riconoscente ricordo della loro bontà eterna che vive nei nostri cuori!
Favria, 10.05.2019 Giorgio Cortese

Fai la mossa giusta oggi, vieni a donare venerdì 10 maggio a Favria cortile interno del Comune ore 8-11,20. Abbiamo bisogno di Te!

Inno 33 per i 95 del gruppo!
Mercoledì 24 aprile si è svolto a Favria alle ore 21,00 nel salone Polivalente il concerto Alpino per il 95 anniversario della fondazione del gruppo con la sempre attiva ed operosa Filarmonica Favriese, vivace e piacevole colonna sonora di ogni evento favriese. Beh il Trentatré è l’inno degli Alpini e, già il numero Trentatré si presta a varie interpretazioni” Alcuni dicono che Trentatré è il numero di battute al minuto dell’inno. Ad un profano come il sottoscritto, alla fine dello spettacolo un musico Alpino mi ha detto che 33 sono il numero dei colpi di tamburo per battere il ritmo in marcia, un colpo forte per ogni battuta. Una battuta corrisponde a due passi. Una versione molto accreditata afferma che Trentatré era il trentatreesimo pezzo nel repertorio delle fanfare alpine dei primi reparti e deriva da una marcia transalpina, Les Fiers Alpins, testo scritto da D’Estel, con la musica di Travè. Trentatré erano i passi da fare al minuto marciando, contando il passo fatto sempre con il sinistro, e sul quale doveva sempre essere dato qualsiasi ordine di marcia. Trentatré per altri, si attribuirebbe al suono dei primi quattro accordi della marcia stessa che vagamente suonano come la parola “trentatré”. La leggenda dice che nella prima fanfara alpina il maresciallo direttore richiamava questo brano indicando con le dita, gesticolando, 2 volte 3. Trentatré è il numero della pagina degli spartiti della banda nel 1887. Ma quale sarà quella corretta? Beh è il nostro inno che è stato suonato in apertura dopo l’Inno Nazionale e dopo la Leggenda del Piave e questo mi basta. Tra le varie canzoni come: “Sai nen perchè, Addio mia bella Addio, Trenta sold”, noi Alpini del Gruppo di Favria con molta semplice sobrietà abbiamo voluto ripercorrere la nostra storia dalla fondazione ad oggi, con alcuni brani tratti dal nostro giornale Ciao Pais del 1924 anno della fondazione parlando di noi e della nostra storia, del monumento dell’Alpino in piazza, del nostro rapporto con il mulo, del nostro cappello e penna, del nostro sempre cercare di aiutare gli altri, vecchie memorie di un diversamente giovane alpino. Oltre alla sempre eccelsa Filarmonica favriese diretta dal maestro Alberto Pecchenino, un grazie al soprano Roberta Pastorini che ha superbamente interpretato Gorizia e Signore delle Cime, generando nell’animo di noi presenti una intesa commozione! Con la ricorrenza del 95 anno di fondazione abbiamo fatto un viaggio della memoria, che mi ha fatto pensare, ancora una volta, che “la storia siamo noi, siamo noi che di passi alle adunate ne abbiamo fatti tanti e ricordiamo con emozione e orgoglio tutti gli alpini che sono andati avanti per non dimenticare mai i loro sacrifici a nostro beneficio e per la nostra libertà. Giovedì XXV Aprile, presenti n 4 Consiglieri della sezione di Torino, 2 vessilli e numerosi gagliardetti, il mal tempo ci ha graziati per la mattinata, per i discorsi di rito delle autorità ed oratori ufficiali, lasciandoci sfilare per l’alza bandiera, per la sfilata fino in Chiesa e dopo la S. Messa nel portare le corone ai vari monumenti, consegna di una targa ricordo per alpino Vincenzo Damilano e poi un bellissimo pranzo presso l’Agriturismo La Desiderata ad Agliè dopo complice il buon cibo e l’ottimo vino, con l’atmosfera di cordiale ospitalità che ci contraddistingue abbiamo cantato le nostre canzoni e anche ricordato la memoria di due soci che hanno fatto un passo avanti, Teobaldo Cortese e Mario Appino, consegnando una medaglia ricordo alle vedove, e un presente anche ad un attivo e sempre presente disponibile membro del direttivo il segretario Sergio Feira. In conclusione posso dire che la grande nostra forza, come Alpini è che siamo nati come forza militare e abbiamo saputo trasformarci in un grande esercito di pace. Ritengo che gli alpini in servizio e in armi, sono per la nostra amata Italia, il salvadanaio del cuore!
W gli Alpini. W l’Italia.
Favria, 11.05.2019 Giorgio Cortese

Come un bel fiore, pieno di colore ma privo di profumo, nella vita quotidiana sono belle ma inutili le parole di coloro che dicono una cosa e poi agiscono diversamente. Ma, come un bel fiore, pieno di colore e ricco di profumo, sono le belle ma efficaci parole di coloro che sono coerenti dalle parole ai fatti!

Auguri mamma!
Quanta poesia esiste nella parola mamma. Auguri mamma, sei la parola più bella, se guardo in cielo per me Tu sei la stella, la più bella. Ogni volta Ti cerco nelle mie paure, nelle mie incertezze, ho tanta nostalgia delle Tue carezze. Rifletto che la felicità di una vita si chiama mamma, ma Tu, ormai, sei un passato che tinge di bellezza i ricordi del mio cuore. Oggi il mio pensiero va a tutti quelli che non hanno più la mamma e si sentono soli come me per quell’assenza così presente. Cara mamma vorrei recuperare il tempo perso, e abbracciarti ancora una volta. Cara mamma eri la ponderatezza in tutte le cose, con la giusta misura, le donavi con gioia. E si le mamme sono come le stelle, più le guardi e più son belle. Auguri mamma, mondo amore, melodia, meravigliosa, ammirevole. Auguri
Favria, 12.05.2019 Giorgio Cortese

Auguri Mamma, per la tua festa volevo dirti che non c’è un amore più grande del tuo nel mio cuore. Ti voglio bene.

La volpe del Giambin!
Da diverse sere in una strada di campagna favriese vedo una volpe. Può sembrare un fatto banale, ma per me è importante. È stato come un segnale, un richiamo verso le zone più oscure della mia identità: nella mia vita la volpe ha sempre svolto il ruolo di custode del mistero. Così vicina, eppure così lontana. Così prossima all’uomo e così irrimediabilmente selvatica. Come detto prima, stavo guidando su una strada di campagna, quando con la coda dell’occhio ho colto un guizzo. Il tempo di rallentare e la volpe era lì in un campo denominato Giambin. La volpe mi sembrava quasi sfuggente dai movimenti impalpabili. Tra tutti gli animali selvatici che vivono nella campagna favriese quello che mi affascina di più è la volpe, infatti, il colore del suo manto è splendido e la sua furbizia è una dote che molte persone vorrebbero avere. Io, ho avuto la fortuna di avvistarla ormai da parecchie sere, in questa strada di campagna, una sera furtiva che attraversava e poi si dileguava nel fossato al fondo del campo, una altra sera era li tranquilla a consumare il suo pasto serale! Una sera quasi improvvisamente mi taglia strada. Io mi fermo e lei o lui mi fissa con due occhioni, e da un musetto all’insù che la faceva sembrare francese. È rimasta lì a guardarmi per qualche secondo, poi questo piccolo animale dalla coda lunga e pelosa, con zampe corte e piccoline, e dal musetto piccolo e furbo, mentre io cercavo il cellulare per immortalare l’incontro si è improvvisamente dileguata e si è persa nella buia notte. La saluto mentalmente mentre si allontana con la speranza di poter rivederla la prossima sera sempre alla stessa ora. Ma la volpe è incurante di tutti questi pensieri. Non ha di questi problemi lei, vive la sua vita, cercando ancora, e chissà con quali difficoltà, il proprio spazio in questo mondo diventato tanto strano ed ostile per le sue abitudini. La volpe scende fino alle nostre case, fruga nei resti delle nostre vite. Ma non si lascia addomesticare, solo dal Piccolo Principe, e anche in quel caso non è stato semplice. La volpe, elegante e furtiva, simbolo della parte segreta del mondo, di tutto ciò che non arriverò mai a svelare completamente. Perciò nelle mie storie ogni tanto si trovano delle volpi, perchè quando si scrive, si ha sempre la speranza di raggiungere un segreto. L’incontro con la volpe mi ha fatto riflettere che non si deve mai disperare della vita, ognuno di noi possiede senza dubbio forze sufficienti per superare i quotidiani ostacoli. Rifletto su questo pensando alla volpe che si aggira in ogni stagione, estate ed inverno per campi e boschi di notte per soddisfare la sua fame. Nonostante il freddo e i cani da caccia e le trappole, la sua razza sopravvive grazie alla sua astuzia. Dicono che se la volpe è in pericolo e non ha via d’uscita arriva addirittura a fingersi morta. Ricordiamoci che una vera volpe chiama acerba non solo l’uva che non può raggiungere, ma anche quella che ha raggiunta e portata via agli altri. E allora se nella vita troviamo delle persone che si pensano volpi, dobbiamo agire da volpi. Perché se nella vita vogliano provare a fare la parte del leone, bisogna indossare prima la pelle di volpe. La volpe è un animale che caratterizza il nostro territorio insieme ad altre specie e quindi va protetta e rispettata e sono stato felice di incontrare da diverse sere la volpe e serbo nei mei ricordi gli attimi di questi felici incontri sognando la piccola volpe
Favria, 13.05.2019 Giorgio Cortese

Che belli i fiori con il loro fascino e contraddizioni, così delicati nella forma così forti nel profumo, così piccoli nelle dimensioni così grandi nella bellezza, così breve nella vita così lungo il loro effetto
GiorgioCortese1