Lo spopolamento delle valli continua: Sparone sotto i mille residenti di Marino Pasqualone

Nei primi 10 mesi del 2017 solo il comune di Ceresole vede aumentare i residenti
(da IL RISVEGLIO POPOLARE del 8 marzo 2018 di Marino Pasqualone)
VALLI ORCO E SOANA – Purtroppo, nonostante qualche segnale di ottimismo su un presunto “ripopolamento” della montagna, i dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2017 sembrano invece confermare che i paesi delle valli Orco e Soana, con l’unica eccezione di Ceresole Reale, continuano a perdere abitanti.
E il dato simbolicamente più significativo è forse quello relativo al comune di Sparone, che al 31 ottobre dello scorso anno è sceso per la prima volta sotto “quota mille”, attestandosi a soli 999 residenti, in calo di ben 31 unità dal gennaio 2017: se si pensa che, poco più di trent’anni fa, la popolazione del centro industriale ed agricolo della bassa valle dell’Orco era ancora di circa mille 350 persone, risultano chiari e devastanti gli effetti delle crisi industriali degli ultimi decenni che hanno portato ad un drastico ridimensionamento occupazionale e, di riflesso, un netto calo degli abitanti.
Sempre scorrendo i dati statistici disponibili della popolazione residente nei comuni delle valli Orco e Soana a fine ottobre dello scorso anno, vediamo che il titolo di comune meno abitato è ormai conteso ad Ingria (46 abitanti) da Ribordone (48), due paesi ormai quasi “cristallizzati” dal punto di vista demografico, tanto che a Ribordone in dieci mesi non si è registrato nessun movimento all’anagrafe, sia come nati e morti che di emigrati ed immigrati.
Detto che di Pont Canavese ne parliamo a parte, il paese che fa segnare numericamente il maggior calo di residenti è proprio Sparone (- 31), seguito da Locana (- 17), Alpette (- 8), Noasca (- 4) e quindi Ingria, Ronco Canavese e Valprato Soana che perdono ognuno un residente.
Nessuna variazione in più od in meno come già sottolienato invece a Ribordone ma anche a Frassinetto, mentre l’unica isola felice delle valli Orco e Soana dal punto di vista demografico sembra essere Ceresole Reale, che fa segnare un incremento di 6 residenti.
Complessivamente le due “Unioni Montane” in cui sono… “divisi” gli undici comuni valligiani, hanno dunque visto in questo breve periodo di tempo scendere la loro popolazione di altri 118 abitanti, attestandosi così a poco più di settemila residenti in tutto (per la precisione 7.037).
In particolare la “Unione Montana Gran Paradiso” (Locana, Sparone, Ribordone ed Alpette) contava a fine ottobre 2.743 abitanti, mentre gli altri sette comuni riuniti nella “Unione Montana Valli Orco e Soana” ne mettevano insieme 4.324 (di cui 3.300 a Pont): già questi numeri da soli, al di là di ogni altra considerazione di natura politico-amministrativa, dovrebbero far capire l’assurdità di questa frammentazione sul territorio ereditata dalla dissoluzione delle vecchie Comunità Montane.
Infine uno sguardo agli stranieri residenti nelle valli Orco e Soana: complessivamente sono 543 persone, pari a meno dell’otto per cento della popolazione complessiva, e vanno dalla punta massima dell’undici per cento a Pont fino allo zero per cento di Noasca, Ribordone e Valprato Soana.
Dunque la strada per una vera, stabile e duratura inversione di tendenza del popolamento delle “Terre Alte”, almeno in queste valli che guardano al Gran Paradiso, è purtroppo ancora tutta in salita, un traguardo che resta difficile da raggiungere forse anche per la mancanza di un vero e forte sentimento di “comunità”, capace di prevalere finalmente su residui campanilismi ormai fuori dalla storia e dalla realtà.
Ma soprattutto quella che ancora difetta in loco sembra essere la comprensione che questi paesi o si salveranno tutti insieme o tutti sono destinati a soccombere, sempre più svuotati di gente e di vita, sempre più subalterni ai centri di potere esterni che, nella montagna e nelle sue molte risorse, vedono soltanto l’ultima frontiera di una nuova “corsa all’oro”, alla fine della quale ai montanari resteranno solo le briciole.
Lo diceva già un quarto di secolo fa, spesso inascoltato e lasciato da solo a combattere tante battaglie, l’allora sindaco di Frassinetto Gilberto Craveri, prematuramente scomparso all’alba del nuovo millennio: ma il suo messaggio sul futuro della montagna, oggi più che mai attuale, sembra ormai essere stato dimenticato.
Marino Pasqualone
SparoneMarino