L’Alpe Cialma merita uno sviluppo capace di futuro? tratto da www.mountainwilderness.it

Alpe Cialma
Siamo un gruppo di cittadini con diverse esperienze professionali e legati per vari motivi alla Valle dell’Orco. Le righe che seguono vogliono essere una riflessione e lo spunto per una discussione, cercando di mettere in evidenza la visione di sviluppo turistico a nostro avviso un po’ datata da parte delle amministrazioni pubbliche, e non solo.
Lo spunto che ha generato questa riflessione è il progetto per lo sviluppo del comprensorio sciistico dell’Alpe Cialma, nel Comune di Locana, in Provincia di Torino.
A nostro avviso si tratta di un progetto vecchio nella sua concezione, nella sua effettiva utilità e, soprattutto, non sostenibile sotto il profilo economico e ambientale.
Ci chiediamo: vale davvero la pena di spendere due milioni di euro di fondi pubblici (in parte risorse comunali e in parte risorse Regione Piemonte) per costruire una nuova seggiovia a 1400 metri di quota?
È ormai un dato di fatto che la neve, materia prima su cui si basa il progetto, è e sarà sempre più effimera. Sono dati di fatto la diminuzione delle precipitazioni e l’innalzamento medio della quota dell’innevamento. Le temperature sempre più elevate non permettono di costruirla artificialmente e non permettono di mantenerla per lunghi periodi.
Tutte le piccole stazioni sciistiche (e anche molte delle grandi) richiedono in modo costante contributi pubblici per colmare i deficit di bilancio. Sono di questi giorni le notizie di problemi inerenti le stazioni di Antagnod ed Estoul, in Val d’Ayas, soggette a probabili riduzioni d’impianti per sopravvivere.
La Cialma tra l’altro ha già vissuto l’esperienza di una chiusura. Al fondo dell’abitato di Locana sono ben visibili i resti della stazione di partenza dell’ovovia che saliva lassù, ora sostituita dalla strada.
Si possono poi citare i vicini esempi di Piamprato in Val Soana e di Palit in Valchiusella, impianti che crediamo sia difficile definire esempi di sostenibilità e buon funzionamento.
Partendo da queste considerazioni, alla luce anche del considerevole importo, riteniamo che sarebbe indispensabile ragionare “numeri alla mano” e non basandosi su convinzioni personali.
Quali i costi e quali i reali benefici generati? Quali i giorni effettivi di apertura degli attuali skilift, le giornate uomo impiegate, costi di elettricità e gasolio negli ultimi 5-10 anni?
La sostenibilità economica presume che il prezzo del biglietto per la fruizione dell’impianto permetta al comprensorio di essere autosufficiente, coprendo i costi di gestione e i costi relativi alla sicurezza delle piste che andranno adeguate agli standard.
Per soddisfare tali esigenze quanto verrebbe a costare il biglietto? Sarebbe sempre concorrenziale e adatto alle famiglie?
La Cialma ora
Con gli impianti attuali si è creata una interessante situazione di equilibrio. Una convivenza fra quanti utilizzano l’impianto e quanti invece sfruttano la favorevole morfologia per proseguire la salita con ciaspole o sci e pelli di foca.
Grazie al versante ben esposto e a condizioni generalmente sicure, nei giorni festivi di bel tempo si contano a centinaia gli estimatori della neve naturale che si avventurano su quell’invitante pendio, ben visibile dal fondovalle. Ciaspolatori alla loro “prima volta” coabitano con atleti che approfittano per fare dislivello.
Un comprensorio per famiglie: un genitore scia con i bambini sull’impianto, l’altro approfitta per una sgambata sulla vetta. La Cialma è diventata una vera palestra di escursionismo sulla neve: da sfruttare, comunicare, valorizzare.
Siamo convinti che il territorio debba valorizzare le proprie peculiarità e non tentare di imitare modelli avulsi dal contesto storico e ambientale. Valle dell’Orco significa Parco nazionale Gran Paradiso, il primo in Italia, che fra 4 anni spegne 100 candeline. Crediamo che progetti e ragionamenti sul futuro di questo territorio non possano prescindere da questa realtà, in buona parte ancora da far conoscere.

In conclusione
Ci teniamo a ribadire che la nostra non vuole essere una mera protesta, non vuole creare sterili contrapposizioni, ma collaborare al fine di individuare un percorso di sviluppo economico sostenibile sotto il profilo economico e compatibile con le risorse naturali.
Uno sviluppo innovativo e capace di futuro.

Locana, 02/02/2019

Stefano Dalla Gasperina
Paolo Da Rugna
Toni Farina
Carlo Gubetti
Mara Lacchia
Giulia Marangoni
Andrea Morganti
Gianni Predan
Christian Rumello
Paola Secco
Francesco Sisti
Marco Varda
https://www.mountainwilderness.it/impianti-di-risalita/lalpe-cialma-merita-uno-sviluppo-capace-di-futuro/
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