La piccola scuola di Ceresole al festival di Sanremo di Marino Pasqualone

La montagna delle valli Orco e Soana troverà spazio durante la gara canora.
tratto da IL RISVEGLIO POPOLARE del 4 febbraio 2016

E così, come ormai hanno già scritto in tutte le salse anche i maggiori quotidiani italiani anche con titoli in prima pagina), la piccola scuola elementare sussidiata di Ceresole Reale il prossimo mercoledì 10 febbraio avrà un posto d’onore nientepopodimenochè sul palco fiorito del Festival di Sanremo.
Quella che è stata da qualcuno definita, forse esagerando un poco adesso che gli alunni sono saliti a due, come la “più piccola scuola d’Italia”, sarà dunque protagonista di un fugace momento di celebrità in mondovisione tra i big della canzone italiana ed internazionale, assurgendo così a simbolo di quella larga fetta di montagna italiana che, pur ridotta al lumicino dallo spopolamento dell’ultimo mezzo secolo, continua a combattere per la sua sopravvivenza.
E probabilmente niente meglio di una piccola scuola di montagna con un paio di alunni e la loro maestra, agli occhi spesso strabici di “mamma Rai”, è sembrato in grado di rappresentare quei due terzi di territorio nazionale montano e collinare di cui, normalmente, invece quasi mai si parla, se non per le gare di sport invernali o per le purtroppo ricorrenti catastrofi naturali come alluvioni o le valanghe rovinose che travolgono gli scialpinisti.
Scoprire, con un moto di meraviglia mista a tenerezza, che esiste pure un’altra montagna dove anche tenere aperta una scuola può diventare oggi un problema, visti i continui tagli ai bilanci di Comuni e Regioni, chissà se riuscirà a smuovere le coscienze dei politici ed a lasciare un segno nell’animo degli spettatori televisivi che, tra una canzone e l’altra, vedranno le immagini (comunque da cartolina) delle montagne innevate del Gran Paradiso.
Ma, per chi nelle valli ha memoria e qualche anno sulle spalle, la storia della scuola di Ceresole Reale ne riporterà alla mente quella di tante altre ancora più piccole, disagiate e sconosciute, rimaste spesso anch’esse con un solo alunno frequentante prima di chiudere definitivamente i battenti.
Come ad esempio quella di borgata Berchiotto a Frassinetto, un tempo affollata da decine di bambini, che vide il suo ultimo alunno e la sua ultima insegnante nell’anno scolastico 1980/81.
Oggi quella stessa aula è diventata la sede dell’associazione culturale “Pietra su Pietra”, ed i suoi banchi e la lavagna sono ancora là a ricordare i tempi, neppure troppo lontani, in cui quest’angolo di montagna canavesana affacciata sulla pianura piemontese era ancora una comunità viva e pulsante.
Ben venga, dunque, la “storia” televisiva della piccola scuola pluriclasse di Ceresole Reale, sperando però che non si risolva tutto soltanto in una sorta di “spot” turistico della pur bella località dell’alta valle dell’Orco.
Questo perchè, se è pur vero che i montanari (ed ancor di più nelle nostre valli) hanno bisogno anche del turismo per continuare a vivere, è altrettanto indispensabile capire che non è soltanto con questa “monocoltura”, peraltro spesso condizionata dalla meteo (come mancanza di neve in inverno o estati troppo piovose), che la montagna potrà continuare ad avere un futuro diverso da quello di semplice “luna-park” per il popolo annoiato di pianure e città.

Marino Pasqualone   Visualizza anche tutti gli articoli di Marino Pasqualone