La musica è un passepartout!.- Ballare sotto le stelle.- Luglio..-Aspettiamo anche Te! SOS emergenza sangue!. – Il trifoglio. – Erba regale, sua maestà il basilico. – Onubliare!. – Crimpare. – Notte bianca Favriese. – I Donatori di sangue!…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

La musica è un passepartout!
Ascoltando il tradizionale concerto bandistico della Festa Patronale, venerdì sera 23 giugno, rifletto che c’è un unica armonia tra natura e anima e questa è la musica! La musica è dentro di me, basta che mi sintonizzi alla giusta frequenza per ascoltarla proprio come questa sera. Ho notato tra i partecipanti numerosi giovani. La formazione musicale delle giovani generazioni è un aspetto fondamentale della creazione del capitale umano e sociale della nostra Comunità. Personalmente credo che una carta vincente per superare l’attuale crisi sia quello di puntare con più decisione sulle giovani generazioni, sulla loro formazione, sviluppando e valorizzando i talenti, offrendo loro una gamma ancora più ampia di opportunità per consentirgli di dimostrare il loro valore. Sempre più spesso i nostri giovani ci ricordano, a volte anche con rabbia e amarezza, che il loro futuro è stato rubato che per loro si sono spente le luci della speranza. Io credo che abbiano ragione e che noi adulti siamo tutti in debito nei loro confronti, non di assistenzialismo o di capacità di soddisfare i loro bisogni consumistici, spesso effimeri o indotti, ma la volontà direstituire loro fiducia e speranza. Una buona formazione e la certezza di un lavoro rappresentano senza dubbio il miglior modo per consentire ai giovani di riprendersi il futuro. La Filarmonica Favriese nel suo piccolo con il suo Direttivo, il Maestro Alberto ed il Presidente Adriano credono che la musica debba avere un posto importante dentro la valigia che accompagnerà i giovani nel viaggio della loro vita. Perché la musica è un passepartout, facilita la comunicazione tra le persone, lo stare insieme e la socializzazione, da senso alla fatica e all’impegno quotidiano, e consente la creazione di armonie non solo musicali ma anche relazionali e sociali. E allora quando sento suonare la Filarmonica Favriese sento nel mio corpo un brivido che mi percorre, mentre li sto ascoltando perché la musica è una poesia melodiosa che non conosce barriere, sa colme entrare nel mio animo e sedersi in prima fila, proprio come gli spettatori del concerto di questa sera nella piazzetta dell’Oratorio a Favria.
Favria, 29.06.2017 Giorgio Cortese

Mi auguro che venga attivato presto suoi social forum il controllo automatico delle parole sincere e così certe persone verrebbero sgamate subito

Ballare sotto le stelle
A Favria con il mese di giugno inizia la stagione del ballo all’aperto nel cortile adiacente al Centro Incontri Pensionati, vicino al Palazzo Comunale, ingresso piazza della repubblica. Il sempre attivo Direttivo anche quest’anno cercherà di animare le calde serate del sabato sera con balli, allegria e divertimento e con l’entusiasmo dei “diversamente giovani e non” che parteciapno a queste serate di aggregazione di valori umani. Ritengo che ballare sia una delle più belle forme di umana aggregamento, la più sublime ma anche la più commovente, perchè la danza è la vita di due esseri umani che si legano per alcuni minuti in un connubio di ritmo e di eleganza nel muoversi insieme, non rapiti dalla musica ma che la cavalcano con passi e sottili e leggiadri nei movimenti. Nel vedere ballare vengo rapito sia dalla musica ma anche dai movimenti, dove il movimento dei piedi è pura poesia, con passi dove sembra che si vinca l’aria sul terreno. Ogni passo di danza è un movimento che incanta e stupisce. Penso che nella vita se imparare a camminare ci rende liberi ed indipendenti, imparare a danzare dona all’animo la possibilità di esprimere chi siamo veramente. Il nostro corpo crea il pensiero e la danza è il suo linguaggio, ballare è la poesia dei piedi. E qui nei caldi sabati di giugno ci si diverte nel Centro Incontri Pensionati di Favria. Ballare per credere! E ancora grazie al sempre attivo Direttivo presieduto da Santo Murano.
Favria, 30.06.2017 Giorgio Cortese

La vita certi giorni mi inganna con delle ombre, come un burattinaio. Chiedo a lei un piacere, ed essa lo dà, accompagnato da amarezza e delusione, ed allora io sorrido così la vita è obbligata a sorridermi.
Certi giorni si può essere felici anche mangiando un cibo molto semplice, bevendo acqua pura e avendo come cuscino unicamente il proprio braccio ripiegato.

Luglio.
Il mese di Luglio è il mese in cui la Natura dona frutta e la maturazione del grano, e anticamente gli uomini ringraziavano le divinità con dei rituali che sono ancora adesso percettibili. Si questo è il mese in cui l’Estate si manifesta in tutta la sua forza. In latino “ Aestatis” deriva dal aestare che significa avvampare. Questo è il tempo in cui tutti i frutti della terra maturano, compreso il grano che viene mietuto all’inizio della stagione. Questo genere di lavoro agricolo che porta cibo e approvvigionamento in alcuni casi per l’intero anno successivo, è intriso di sacralità e conseguenti riti di cui si ha traccia in tutte le popolazioni antiche. Alla base di questo aspetto religioso c’era la credenza che nel raccolto si manifestasse una forza sacra che era chiamata dagli arabi “il Vecchio” chiamato anche così dai Serbi e dai Russi, mentre dalle popolazioni germaniche e quelle dell’Inghilterra era definita “Regina del Grano” o “Madre della Spiga”. Nell’antichità si pensava che con il procedere della mietitura, lo “spirito del grano” indietreggiasse fino all’ultimo covone. Nelle ultime spighe si incarnava la sua forza attiva, e perciò era tradizione mescolare una parte di queste alle sementi autunnali, in modo tale da permettere un buon raccolto per il futuro anno. Ma questa entità, allontanata dal suo ultimo rifugio, doveva trovare per forza una nuova forma. Nelle popolazioni più antiche questo spirito si incarnava in un uomo, possibilmente un forestiero estraneo alla comunità, che si trovava a passare nelle vicinanze dei campi durante la mietitura, e in alcuni casi se ciò non avveniva, nell’ultimo mietitore dell’ultimo covone. Il passaggio di stato da entità vivente nel grano a uomo, comportava il sacrificio di quest’ultimo, che una volta ucciso veniva arso e le sue ceneri raccolte ed infine sparse sui campi come “divino” fertilizzante. Il sacrificio di una vita umana per la mietitura era un rituale decisamente molto antico, e presto, col crescere del valore della comunità, venne soppiantato dal sacrificio animale, che poteva riguardare i cani, galli, buoi, vacche, scrofe, lupi e cinghiali, quindi dagli animali domestici a quelli più pericolosi per il villaggio. Anche in questo caso gli animali erano condotti in prossimità dell’ultimo covone, per permettere loro di accogliere l’entità sacra. Una ritualità di tal genere era fondata su un concetto di ripetitività della “creazione”: nella maggioranza delle religioni antiche dal sacrificio fisico di una divinità primordiale, o da un animale mitico come il toro, nascevano i mondi e spuntavano le erbe. Lo smembramento della vittima sacrificale ripercorreva quello dell’essere primordiale, che in questo modo produceva e dava vita ai semi. La corrida in Spagna, possiede il ricordo del sacrificio del toro presente anche nel rituale di Mitra, il sole. Infatti prima dell’avvento del cristianesimo, l’uccisione del toro era seguita da una sorta di banchetto e dall’avvento del cristianesimo in Spagna la prima corrida della stagione si svolge nella domenica di Resurrezione, facendo quasi coincidere la Crocifissione con lo smembramento delle vittime pagane e, e quindi con la creazione del mondo nuovo. Una caratteristica figura della corrida si chiama “el pase de la veronica”, a conclusione della quale l’animale vittima affonda la testa nella cappa del torero, e si comporta come il Cristo vittima che affonda il suo volto nel velo della Veronica, durante il percorso che lo porterà al Calvario, una coincidenza, ma non troppo tra rituali pre cristiani e quelli cristiani. Inoltre è da ricordare che il Cristo è identificato nella spiga di grano, che muore per generare e rigenerare. Infatti, il giovedì Santo nelle cappelle adibite a sepolcro è sempre presente la spiga di grano. Tornando alla mietitura in epoca pagana, questa era sempre seguita sempre da feste di ringraziamento che degeneravano spesso in riti orgiastici, particolarità che venne pian piano soppiantata da un atteggiamento meno lascivo che tramutò il rituale in feste paesane, sagre e fiere, legate alla tradizione dei covoni. Si tratta di rituali agricoli dedicati alla Grande Madre, la Cerere romana, Cibale del Medio Oriente, Iside egizia, si trasformate con l’avvento del cristianesimo nella celebrazione della Madonna del Carmine, che cade proprio il 16 luglio. A questo proposito il termine latino carmelus proviene dall’ebraico karmel, giardino, monte della Palestina dove la Vergine apparve nel 1216 ad un frate.
Favria 1.07.2017 Giorgio Cortese

La memoria è lo specchio in cui io rivedo gli assenti dalla mia vita

Aspettiamo anche Te! SOS emergenza sangue!
Ogni anno 100.000 persone continuano a vivere grazie alle trasfusioni di sangue. Ma diventare donatore significa anche compiere una buona azione verso se stessi: i controlli clinici ai quali i donatori vengono periodicamente sottoposti e le analisi effettuate in occasione di ciascuna donazione aumentano sensibilmente la probabilità di diagnosi precoce, in caso di malattia. La donazione di sangue e un atto volontario e gratuito. Diventare un donatore periodico, cioè sottoporsi a prelievo, almeno un paio di volte l’anno. offre molti vantaggi, perché il donatore ed il suo sangue vengono frequentemente controllati; offrendo l’opportunità di cogliere molte malattie al loro insorgere. Aumentare il numero dei donatori periodici è l’unico sistema per evitare la speculazione o il rischio di contagio. Ricordati che l’unico modo per ottenere sangue, emoderivati, medicine salvavita realizzate col sangue, e trasfusioni sicure è quello di raccoglierlo qui, nel nostro Paese, nel pieno rispetto della legge e della sicurezza, affidandosi alle associazioni di volontariato riconosciute e sostenute dal Ministero della Sanità. Abbiamo bisogno di Te! Ricordati che se doni, come lavoratore dipendente, hai diritto al permesso riposo per l’intera giornata. Grazie Ti aspettiamo, abbiamo bisogno di Te. Vieni a Favria – TO- mercoledì 12 luglio a Favria ore 8-11,20 cortile interno del Comune, vieni a donare…….GRAZIE. PS passa parola più siamo e ed insieme moltiplichiamo il valore del BENE. Ricordati che per darti un buon servizio è gradito se comunichi la Tua intenzione di essere presente per poter attrezzarci meglio con l’equipe medica e darti un buon servizio. Avvisaci oppure invia sms al numero 3331714827 o mail corteseg@tiscali.it grazie e Ti aspettiamo mercoledì 12 luglio a Favria – To- ore 8-11,20 cortile interno del Comune. SOS Emergenza sangue!
Favria, 2.07.2017 Giorgio Cortese

Personalmente non cerco gli applausi, gli “osanna”, la visibilità, le pacche sulle spalle, i complimenti o le menzioni particolari, così la vita sarebbe triste. Per quello che posso cerco di evitare di salire sul pulpito per mettermi in mostra. Penso che tutto ciò che faccio, ma soprattutto, tutto ciò che sono, non sfuggirà agli occhi di chi tutto vede. Se è in alto, un motivo ci sarà!

Inizia Luglio, aria di estate, saldi di fine stagione, prima della vacanze estive e voglia di notte bianca ma dove…. a Favria. Negozi aperti, musica e divertimento grazie ai Commercianti e alle Associazioni. Venerdì 7 luglio, dalle ore 21,00 inizia la festa, vieni anche Tu!

Il trifoglio
Una Domenica mattina andando verso il cimitero, non ho potuto non scorgere sul ciglio della strada in un verde campo il trifoglio dei prati o violetto che è senz’altro da tempo una delle piante foraggere più diffuse in Europa ed in alcuni Paesi del vecchio continente. Gli antichi Celti veneravano il trifoglio una fonte di cibo per il bestiame, molto abbondante su tutto il territorio d’Irlanda e lo utilizzavano per curare anche delle malattie umane, per questo il trifoglio acquisì connotazioni di fertilità, abbondanza, stabilità, fecondità per i Celti. Il significato simbolico del trifoglio ha la sua popolarità in Irlanda, cosa acquisita intorno al V secolo, periodo nel quale San Patrizio cercava di assoggettare la gente abitante del luogo al cristianesimo. Per ricollegare la Santa Trinità alle credenze antiche, San Patrizio usò il simbolismo della natura del trifoglio poiché era una pianta molto diffusa sulle colline irlandesi stabilendo così un dialogo con gli abitanti di Irlanda di allora, riuscendo a “abbindolare” molti che, più per comodità che per altri motivi di fede, accettarono la nuova religione che sostituì piano piano le vecchie credenze locali. San Patrizio era un fervente credente della religione cristiana e voleva portare la parola di quello che credeva Dio alle genti di Irlanda, uso abilmente i simboli di natura per riuscire nei suoi propositi anche perché la natura era la base delle antiche religioni. Ecco che il trifoglio riuscì con i suoi tre lembi, a rappresentare il Figlio, il Padre e lo Spirito Santo, ma anche la Fede, Amore e Speranza. Sembra che questo modo di insegnare la fede cristiana prese piede tra la comunità, perché fino ad oggi il significato del trifoglio è diventato l’icona di San Patrizio e la sua passione religiosa. Il quadrifoglio, piccolo e raro, verde come la speranza, portatore di fortuna. Trovo che ci sia un fascino misterioso dietro questa piccola piantina. Il quadrifoglio è un’anomalia, un trifoglio che nasce con una fogliolina in più, per questo risulta piuttosto difficile trovarne! Nell’immaginario collettivo trovare un quadrifoglio risulta di buon auspicio, ma da dove arriva questa credenza? Il più antico riferimento letterario sembra risalire al 1620, con la prima attestazione del nostro piccolo amico verde come portafortuna. Per i Druidi il quadrifoglio rappresentava un potente mezzo contro gli spiriti malvagi. In alcune credenze popolari, mettere un quadrifoglio sotto il cuscino porta bei sogni; per altre ogni foglia rappresenta: speranza, fede, amore e ovviamente…fortuna!
Favria, 3.07.2017 Giorgio Cortese

Ci sono avvenimenti nella vita che non ho scelto, e sono proprio quelli che hanno segnato maggiormente il mio animo..

Erba regale, sua maestà il basilico.
In Estate le giornate sono calde e lunghe e momenti in cui stare l‘aria aperta, soprattutto la sera rilassandomi sul balcone magari godendosi un po’ di refrigerio. Tutto questo può sembrare un idillio a patto che le zanzare, con il loro ronzio e le loro punture, non rovinino il mio breve momento di serenità. Sul balcone ho notato un piccolo scudo vegetale che mitiga che i fastidiosi insetti lascino regali poco graditi e pruriginosi sulla mia pelle. Parlo di una pianta che non serve solo per fare il pesto o per insaporire insalate e sughi. La piantina di basilico in casa o sul balcone è un ottimo metodo per tenere lontane le zanzare che sono respinte dal profumo della pianta. Il termine basilico, deriva dal greco “Basilikos, che significa “Erba degna di re, regale”. Questa piantina è stata da sempre associato alla sacralità. Si dice infatti che sia nato ai piedi della croce di Cristo e raccolto dall’imperatrice Elena che lo diffuse in tutto il mondo. Il basilico, originario dell’India, che ha viaggiato verso ovest con i mercanti arabi di spezie. Gli Egiziani lo usavano per la preparazione di balsami per l’imbalsamazione dei defunti. I Galli lo consideravano una pianta sacra, tanto da permettere la raccolta delle sue foglie solo a coloro che avevano seguito un complesso rituale di purificazione. Gli antichi Romani e Greci erano convintissimi che per fare crescere una pianta sana dovevano accompagnare la semina con insulti ed imprecazioni. Anticamente oltre ad essere usato in cucina , il basilico era molto apprezzato come erba curativa, capace di guarire le ferite. Secondo Plinio il Vecchio, le sue foglie avevano un forte potere afrodisiaco, per questo divenne il simbolo degli innamorati. Nel Medioevo, per poterlo raccogliere, si doveva prima purificare la mano destra, lavandola in tre diverse fonti, adoperando poi un ramo di quercia e indossando candidi abiti di lino e lo si riteneva il simbolo dell’odio. Nel Decamerone Boccaccio narra la storia di Elisabetta da Messina che seppellì la testa del suo amato Lorenzo, barbaramente assassinato dai gelosi fratelli di lei, in un grande vaso di basilico che innaffiava tutti i giorni. Il basilico ha davvero infinite proprietà, le sue foglie contengono composti antinfiammatori e antibatterici, benefico per coloro che soffrono di condizioni infiammatorie croniche all’intestino, artrite reumatoide, osteoartrite o artrosi, febbre e altre infiammazioni e anche un’attività antifungina. L’olio essenziale ha caratteristiche battericide, che lo rendono ideale per inibire batteri patogeni come lo Staphylococcus aureus, la Shigella e gli Pseudomonas. Il basilico ha un basso apporto calorico, contenendo molte sostanze nutritive essenziali, minerali e vitamine necessari per la salute dell’organismo. Ma le superstizioni non erano esclusive dell’antichità, dato che nel 1800 alcuni Inglesi residenti in India giravano abitudinariamente con una collana in legno di basilico per neutralizzare gli impulsi elettrici, tenendo lontano i fulmini, come sosteneva la religione Indù. Nello stesso periodo, ma solo nelle eclissi, il basilico veniva anche mangiato e deposto nelle riserve d’acqua per prevenire contaminazioni. Beh personalmente mi accontento che mi tenga lontane le fastidiose zanzare o no!
Favria, 4.07.2017 Giorgio Cortese

Le persone che vengono a donare il sangue e che fanno questo gesto sono persone davvero speciali, e la donazione, per chi può è una strada che dovrebbero approfondire e seguire tutti.

Onubliare!
Onubliare significa annuvolare, offuscare. La parola deriva dal obnubilare essere particolarmente nuvoloso, composto da ob- rafforzativo e nubilare essere nuvoloso, verbo denominativo di nubes nuvola. Ho provato questa sensazione recentemente quando sono sato in montagna e dall’alto mi godo il panorama ampio, valle aprica, dove il mio sguardo scorre nel vasto verso la linea del tramonto. Dove posso allargare serenamente il respiro e fare scorrere con calmo la vista sino alla linea lontana dell’orizzonte. Dove i colori abbacinanti colori abbacinanti nella poderosa luce del sole, hanno come colonna sonora i cinguettii d’uccelli. Poi improvvisamente arrivano veloci mandrie di grosse nuvole nere che rabbuiano tutto parando il sole con la schiena, accompagnate da un vento di buriana. I colori vivi si spengono e così i rumori spensierati, ecco l’obnubilare, l’offuscamento della precedente vittoria della luce.
Favria, 5.07.2017 Giorgio Cortese

La più alta saggezza di vita non cerca di azzerare la contraddizione ma di raggiungere la serenità all’interno e al di là di quella

Crimpare.
Un cliente ha usato questo termine ed incuriosito ho scoperto che deriva dal verbo inglese to crimp, strozzare, stringere ed è nella nostra lingua dal 1998, termine molto recente. Crimpare è il verbo o l’azione della crimpatura, azione per la quale due parti vengono unite modificando il bordo di una ad aderire sull’altra. Azioni tipiche della crimpatura sono l’unione del bossolo di un proiettile con la sua cartuccia, oppure di un tubo idraulico su un raccordo o su un terminale. Anche certi tipi di fili elettrici vengono crimpati al loro terminale inserendoli nella sua parte tonda e poi schiacciando fino a deformare la parte posteriore del contatto.
Favria, 6.07.2017

Ci sono incontri nella vita che non basta dire che mi hanno cambiano, sarebbe riduttivo. Riduttivo perché alcuni incontri modificano le pieghe interne del mio animo, arricchendolo di nuovo valore

Notte bianca Favriese.
Venerdì 7 giugno, sotto le stelle andiamo a passeggiare ed i negozi aperti visitare. Certo parlar della notte sembra quasi inutile dato che fin dalla nostra nascita conosciamo l’alternanza tra buio e luce ogni giorno sul nostro Pianeta. Ma la notte in Estate, questa sera a Favria non è quella parte del giorno solo ovattata e silenziosa che certo è dedicata al riposo ed alla ricarica delle energie spese durante il giorno. Questa sera no, questa sera a Favria, lungo le austere vie, le strade si rianimano come fosse giorno, siamo alla notte Bianca, evento del Comune e dei Commercianti che ci ricordano che in estate il calore del giorno non stanca la vitalità di vuole fare conoscere il nostro paese alle altre Comunità. Negozi aperti, vie del centro piene di persone ed animazione creeranno dei benevoli brusii di ammirazione per gli eventi che nelle vie troveremo e che invito tutti a visitare per scoprire di Favria un profilo nuovo che non potete indovinare. E allora cosa aspettate questa sera dopo le 21,00 passare a Favria per passeggiare e visitare.
Favria 7.07.2017 Giorgio Cortese

Certe persone indossano una maschera da così tanto tempo che quando arriva il momento di rimuoverla gli viene via anche alcuni lembi di pelle

I Donatori di sangue!
In ospedale una persona langue, ha bisogno si sangue! Meno male che ci sono i Donatori che donano periodicamente il loro prezioso liquido che serve per l’aiuto del bisognoso. I Donatori quando vanno a donare sanno benissimo che il loro dono andrà ad un bimbo o ad un nonno, il loro cuore non gli consente di lasciare morire la gente! I Donatori, veri amici dei malato infelici. I Donatori riaccendono sempre la fiamma della speranza di chi aspetta il sangue per vivere a tutte le ore. Donatori Cavalieri di Vita, tante vite Voi salvate e se tutti Vi lodiamo, ben Ve lo meritate! Venite a donare a Favria mercoledi’ 12 luglio cortile interno del Comune dalle ore 8- alle ore 11,20 Ti aspettiamo e porta degli amici più siamo e più salviamo vite umane
Favria 8.07.2017 Giorgio Cortese.

Nella vita ci sono degli istanti perfetti, che si mangiano gli altri, dopo posso anche digiunare di emozioni. Ad esempio un n sincero sorriso non dura che un istante ma il ricordo può essere eterno.