La dossoligia del dosso non è un endorsement! – Grazie mille per le terme a Riccione! – Paura del buio… Le pagine di GIORGIO CORTESE

In molti lottano con forza e caparbietà per conservarsi il posto di lavoro, ma non altrettanto per conservare il lavoro.

La dossoligia del dosso non è un endorsement!
Oggigiorno vanno sempre più di moda i dissuasori di velocità fisici come i dossi artificiali. Strumenti progettati per rallentare la velocità dei veicoli nei centri abitati, con gli scossoni che provoca nei veicoli, che lo scavalcano a una velocità superiore a quella consentita in quel tratto stradale. L’utilizzo dei dossi anti-velocità è ampiamente diffuso nel mondo, e sono più spesso dislocati dove si desidera che la velocità dei veicoli che percorrono la strada sia piuttosto bassa. Anche se i dossi rallentatori sono molto efficaci nel mantenere la velocità dei veicoli bassa, il loro uso è in qualche modo considerato controverso dal momento che possono provocare rumori e danni ai veicoli se presi a velocità troppo elevate. I dossi stradali malamente disegnati che spesso si trovano in parcheggi privati (troppo alti, troppo ampio l’angolo d’inerpicata per la velocità consentita) possono essere difficili da sormontare per i veicoli col pianale troppo basso dal suolo, come per esempio le auto sportive, anche a velocità molto bassa ed ai ciclisti lo spigolo di un dosso, se non correttamente costruito può per esempio danneggiare le ruote di una bicicletta ed essere causa di incidenti. Il dosso stradale venne inventato nel XX secolo. Prima dell’invenzione dell’automobile e del largo uso delle strade asfaltate, i veicoli stradali non riuscivano a sviluppare velocità tali da dover richiedere l’uso dei dossi. Sul “New York Times”, del 7 marzo 1906 venne riportato che a Chatham, New Jersey, era allo studio un progetto per quello che, probabilmente, può essere considerato come il primo dosso stradale di sempre. Secondo le disposizioni, gli incroci delle strade sarebbero dovuti essere rialzati di cinque pollici (circa 12,7 cm) rispetto al manto stradale, aggiungendo, “Questo piano di rallentamento delle auto è stato discusso da diversi comuni, ma Chatham è stata la prima a metterlo in atto.” Oggi mi pare che per i dossi, messi su tutte le strade mi sembra quasi che ci sia una dossologia sul tema. Premetto che il lemma dossologia deriva da due parole greche, la prima doxa con il significato di gloria, la seconda logos, discorso. Nella liturgia cristiana dossologie sono dette le lodi in gloria del Signore che, con la massima frequenza e in forme svariatissime, ricorrono in tutta la primitiva letteratura cristiana. Ma per i dossi, intendo quelli artificiali stradali, la dossologia potrebbe servire a tutti quei politici che li mettono sulle strade e che nei loro discorsi li giustificano con la sicurezza dei pedoni e automobilisti. E qui il collegamento con il lemma di origine inglese endorsement il passaggio è qiasi scontato. Nella lingua inglese endorsement significava originariamente, nel linguaggio bancario, girata, firma a tergo. E da qui si è passati poi al significato di approvazione, adesione, sostegno. Questa parola inglese ha trovato un certo accoglimento nella lingua italiana e, in origine, però solo nel linguaggio bancario e in seguito anche nel linguaggio usato dalle compagnie aeree. In questo caso, endorsement ha significato, ha indicato l’autorizzazione da parte delle compagnie aeree a utilizzare un biglietto di una compagnia aerea in luogo, in sostituzione, di un biglietto rilasciato da un’altra compagnia. A questi primi significati, anche nella lingua italiana, se ne è aggiunto, a partire dal 2012, uno nuovo che è diventato di particolare attualità soprattutto nel linguaggio politico, e in modo particolare in tempo di elezioni. Il termine endorsement, infatti, è stato usato nel linguaggio giornalistico per indicare il sostegno, l’appoggio a un candidato o a un partito politico. Sui dossi l’endorsement sta a significare l’adesione supina al giustificare la loro posa solo per la rigida sicurezza delle strade urbane. A parte il fatto che la parola endorsement, si potrebbe fare tranquillamente a meno. Abbiamo, infatti, tante altre parole utilizzabili: adesione, approvazione, sostegno, schieramento, aiuto, moltissime parole tutte italiane. Ma anche dei dossi forse si potrebbe studiare delle soluzioni diverse, allungando la loro lunghezza, creando dei passaggi laterali per le biciclette oppure centellinare la loro posa sulle strade urbane anche perché i dossi possono ostacolare o rallentare l’accesso in determinate aree ai veicoli di soccorso, pare che uccidono più persone di quante non ne salvino, principalmente a causa dei ritardi sopra menzionati dei servizi di emergenza. I dossi possono incoraggiare una rapida accelerazione e un aumento della velocità da parte degli automobilisti che cercano di recuperare il tempo perso per attraversare il dosso aumentando così l’inquinamento e l’emissione nell’atmosfera di gas nocivi.
Favria, 5.10.2015 Giorgio Cortese

La differenza tra una persona che ha successo e gli altri non sta nella mancanza di forza o nella mancanza di conoscenza ma piuttosto nella mancanza di volontà. Per loro la fortuna è ciò che accade quando la preparazione si incontra con un’opportunità.

Grazie mille per le terme a Riccione!
Siamo alcuni pensionati che quest’anno abbiamo approfittato dell’offerta, del Centro Incontri Pensionati di Favria, del soggiorno marino a Riccione abbinate a delle giornate termali. Certo le terme di oggi hanno poco in comune con le terme dell’antica Roma che avevamo letto su dei libri nella Biblioteca Comunale Pistonatto. Le terme romane erano edifici pubblici con impianti che oggi chiamerei igienico-sanitari. Questi edifici sono i precursori degli impianti odierni e rappresentavano uno dei principali luoghi di ritrovo nell’antica Roma. Allora le terme erano accessibili sia ai ricchi sia ai poveri; non c’erano quindi classi diverse di terme in base alla ricchezza. Le prime terme nacquero in luoghi dove era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque calde o dotate di particolari doti curative. A Riccione le terme sono situate in corrispondenza di sorgenti termali e dotati di impianti per la somministrazione di idroterapie. Dove sono stata all’Oasi Spa mi è stata offerta una vasta gamma di trattamenti mirati al recupero di una perfetta forma psico-fisica. Trattamenti in cui la manualità di personale esperto si è combinata sapientemente con prodotti naturali e ricerca tecnologica. Ci hanno detto che l’acqua sulfurea, salso bromoiodica e magnesiaca di Riccione Terme costituisce il filo conduttore di tutti i trattamenti: a cui ci siamo stati sottoposti, dove abbiamo tratto beneficio grazie ai preziosi minerali disciolti nelle sorgenti termali, in particolare lo zolfo, che svolge una azione fondamentale per la pelle attraverso un aumentato rinnovamento ed uno stimolo alla naturale riparazione dei tessuti, donandole compattezza e luminosità e una duratura protezione dall’aggressione degli agenti esterni e dal passare del tempo. Certo siamo fieri delle rughe, ognuna di loro parla di noi. Esse sono i segni del nostro riso, ma anche dei giorni tristi delle lacrime. Le rughe sono le domande che ci siamo fatti dorante la nostra lunga vita, e anche lo stupore di tutto il progresso che abbiamo visto e contribuito a creare con il nostro lavoro. Siamo concordi nell’affermare che le rughe sui nostri visi sono gli innumerevoli capitoli della nostra vita, ma lo smussarne un po’ non guasta, magari le terme non ci hanno tolto le rughe esteriori ma sicuramente hanno rilassato le rughe dei nostri animi e di questo dobbiamo ringraziare il Centro Incontri Pensionati. Per questo esprimiamo il nostro sentito e sincero Grazie al Centro Incontro Pensionati per aver organizzato il soggiorno marino abbinato alla terme, dove siamo stati coccolati dalle mani sapienti ed esperte di personale altamente qualificato sempre a disposizione. Sono stati momento molto rilassanti per ritrovare unitamente al piacevole soggiorno marino un buon equilibrio psico-fisico per affrontare la vita quotidiana, con il ritorno a casa, con rinnovata energia. Di questo vogliamo pubblicamente ringraziare il Direttivo del Centro Incontri Pensionati, con il suo Presidente, Paolino Graziano ed in particolare la Vice Presidente Franca Filippone, anche lei presente che al soggiorno di Riccione che ci ha sempre seguito e pronta per ogni nostra minima esigenza. Ringraziamo tutti e grazie ancora, un gruppo di pensionati entusiasti dell’esperienza vissuta, che vorremo sicuramente ripetere per effettuare di nuovo un viaggio tra le emozioni in una continua alternanza di ambienti, sulle calda e assolata Riccione una vera perla dell’Adriatico. Non vogliamo che vengano pubblicati i nostri nomi in quanto riteniamo la privacy alla stregua di mangiare e respirare è uno dei requisiti fondamentali della vita.
Grazie
Favria, 6.10.2015 Giorgio Cortese

La felicità è contagiosa! Scateniamo un’epidemia, doniamo il sangue! Ti aspettiamo mercoledì 14 ottobre 8-11,00 cortile interno del Comune a Favria

Paura del buio…
Oggi viviamo in un’epoca, se vogliamo dire, di “benessere”, con ogni tipo di comfort nelle nostre case, acqua calda, riscaldamento, aria condizionata in estate e via comfortando. Non ci sono più, o sono diventati una rarità, i caminetti o le stufe che riscaldavano un solo ambiente, ma abbiamo invece il calore diffuso in ogni stanza. Tutto è cambiato, e si pensa che sia per il meglio. Anche nel fare la scorta degli alimenti abbiamo avuto un’”evoluzione”. Ad esempio, cibi surgelati, già preparati e pronti alla cottura e non abbiamo più le antiche dispense con alimenti che ci duravano tutto l’inverno. Poi basta una banale interruzione di energia elettrica e in casa non funziona nulla, forno micronde, forne e gas di città, tutto fermo. La casa piumba nel boio e anche fuori la strada è al buio e dentro di noi ritorna l’ancestrale del buio, di quando come ominidi vivevamo nelle caverne, ma anche la paura della conoscenza, e di quello che attende al fondo della conoscenza, la scoperta della morte. Mi viene da pensare a cosa hanno ricamato attorno alla paura del buio gli psicologi. È, certo, un’esperienza che tormenta non solo il bambino ma anche ogni adulto che sente ramificarsi nelle ossa un brivido quando si trova solo in una strada o in una stanza oscura. C’è indubbiamente l’oscurità che nasce dalla profondità del mistero: non per nulla nei testi sacri indiani delle Upanisad si afferma che “gli dèi amano l’oscuro e detestano l’evidente”. Ma c’è soprattutto il male che, non solo nella Bibbia ma anche nella maggior parte delle religioni, ma a scavare in profondità, dietro la paura del buio, c’è l’incubo di sapere che alla fine di ogni vicenda o realtà c’è la morte. È per questo che faccio di tutto per essere ubriaco di luce, di visibilità, di movimento così da non pensare a quel momento in cui, chiudo per sempre gli occhi nell’estrema agonia, e si aprirà davanti a me la tenebra della morte. Solo cosi riesco a comprendere come per reazione la visione cristiana di una vita oltre la fine sia immersa nella “luce eterna”, proprio per smentire questo incubo e questo esito, dato che il mio approdo è in Dio che è per eccellenza luce. Tuttavia è necessario velare la luce del giorno, per avere il coraggio anche di scoprire la morte e il suo significato
Favria, 7.10.2015 Giorgio Cortese

Per vivere meglio se dono agli altri gli altri daranno a me, il bene fatto ritorna sempre

Nella vita il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo. Le persone che lavorano insieme vinceranno. Sia che si stia lottando contro una complessa difesa di calcio o contro i problemi della società moderna.