La crepa nel muro e lo spiraglio nell’animo. – Pomeriggio di convivialità alpina – Lo stollo tetragono… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Ogni giorno cerco sempre di avere almeno un briciolo di cuore, un soffio di gentilezza, un pizzico di generosità e qualche granello di umiltà.

La crepa nel muro e lo spiraglio nell’animo.
La parola crepa, dal latino crepare evoca nel mio pensiero lo scricchiolare, scoppiare. Questa parola mi parla dello scricchiolio che accompagna il nascere di una crepa. La fenditura, allargandosi, separa in modo netto ma sottile due parti, che non torneranno a combaciare se non per opera dell’uomo. È importante notare come la crepa sia propria di oggetti duri e tendenzialmente minerali, infatti non si crepa una mela, ma un vaso. Pensando al recente terremoto in Italia, i segni visibili rimasti negli edifici che non sono crollati e non sono rimasti illesi hanno una differenza fondamentale rispetto alle ferite, queste ultime se non sono mortali col tempo spesso tendono a rimarginarsi, le crepe invece con il tempo tendono ad allargarsi. Nel tempo trascorso dopo il terremoto questi sono gli esiti divergenti cui vado incontro e forse dentro di me nel mio animo convivono crepe che si allargano e ferite che si rimarginano. Ma forse c’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce come in un bel filmato recentemente visto della valle di Forzo, relativo ad un bellissimo0 sentiero ripristinato. Quando nel mio animo c’è una crepa, un grande dolore , l’unico modo per riuscire a superarla, l’unica medicina che riesce a guarirla e rimarginarla è fare entrare la luce dell’amore ,della carità ,della bellezza e cercare, sforzandomi di trasformarmi cosi in una persone migliore più umana facendo esperienza anche del dolore.
Favria 29.05.2017 Giorgio Cortese

I ricordi più felici sono fatti di momenti che si sono conclusi quando avrebbero dovuto per sempre. In quei momenti mi capita di sentirmi felice ma non cerco mai di farmi cogliere dal panico, è questione di un attimo e poi passa.

Pomeriggio di convivialità alpina
Uno dei miei appuntamenti settimanali è quello di passare dalla locale sezione del Gruppo Alpini di Favria al sabato, nel primo pomeriggio, per salutare i soci presenti e scambiare qualche parola. Mi piace passare ed ascoltare storie che narrano dei soci diversamente giovani, dei loro aneddoti di gioventù e di racconti che gli sono stati tramandati oralmente. Ecco nell’ora abbondante che passo tra loro, predispongo il mio animo ad ascoltare, perché oggi la maggior parte delle persone non ascolta, aspetta solo il suo turno per parlare. Certo non è mai facile ascoltare. A volte è più comodo comportarmi da sordo, vagare nei miei pensieri ed isolarmi da tutti, distraendomi con il cellulare.. È così semplice sostituire l’ascolto con le e-mail, i messaggi e le chat, e in questo modo privo me stesso di volti, sguardi e abbracci e di racconti che arricchiscono il mio animo. Li amo ascoltare e ho imparato un gran numero di cose ascoltando attentamente i loro racconti ed accolgo loro in me stesso. Ascolto i loro racconti sereni e calmi ma con il cuore sempre pieno di passione. Ogni volta che esco dalla sezione sono arricchito di emozioni che non hanno prezzo e sono una parte del carburante che mi aiuta per affrontare la successiva settimana. W gli alpini buoni e semplici come eroi e fanciulli, ma audaci e prudenti, robusti e resistenti come le dure roccie delle nostre montagne. Che gioia nell’essere accolti da loro, che felicità condividere la loro sincera passione. Sono onorato di fare parte di questo gruppo e quando mi ritrovo con loro mi sembra di stare in famiglia
Favria, 30.05.2017 Giorgio Cortese

Una squadra di persone per crescere di valore umano parte dal presupposto della collaborazione e della condivisione.

Lo stollo tetragono.
Nella vita di ogni giorno trovo, rare, delle persone, uomini o donne, giovani o vecchi che sono saldi nei loro principi e mi sostengono se mi inciampo nel mio quotidiano cammino, queste persone sono simili a degli stollo tetragoni. Preciso che tetragono in geometria è sinonimo di quadrangolo, e in passato anche di cubo, ma significa anche, ed è a questo che mi riferisco, saldo, fermo, costante. La parola deriva dal greco tetragonos, composto da tetra, quattro e gonos, angolo. In geometria questa parola è una vera rarità e viene usata per indicare una figura piana con quattro angoli. Ma in passato con tetragono si poteva anche indicare un parallelepipedo, cioè una figura solida, in particolare il cubo. Ora, il cubo ha tutta l’apparenza di una figura solida, ferma, affidabile. Se dico che una persona è un tetragono intendo dire che niente è in grado di corromperlo nelle idee, nel suo agire e nella sua ferma morale. Certo la parola può sembrare affine all’uso figurato di “quadrato”, per dire di chi è sempre fermo e saldo nelle idee. Ma c’è una sottile differenza geometrica. La persona quadrata è si salda ma piatta, priva di spessore morale, la persona tetragona mi appare solida e di rilevo etico. Una curiosità, la parola tetragono è stata impiegata da Dante nel celebre XVII canto del Paradiso dove il Sommo Poeta chiede al suo avo Cacciaguida di fargli chiarezza su ciò che gli accadrà in futuro;, sono state molte le profezie scompaginate che il poeta ha udito su di sé fra Inferno e Purgatorio, e nonostante ciò dice:”avvenga ch’io mi senta/ ben tetragono ai colpi di ventura”, cioè nonostante si senta un gran tosto, gli farebbe piacere se qualcuno di autorevole potesse mettervi ordine: “ché saetta previsa vien più lenta”. E qui arrivo alla seconda parola di questa breve considerazione, stollo. Lo stollo è il palo di sostegno intorno a cui si ammassano paglia e fieno e deriva dal longobardo stoll ovvero puntello, palo, sostegno. Oggi di pagliai non se ne vedono più, ma ho il ricordo di quelli che vedevo da ragazzo e la loro presenza nei mei ricordi continua ad essere viva. Lo stollo era quel palo verticale che vedevo spuntare dalla cima della cupola del pagliaio. In effetti il pagliaio veniva ammassato intorno allo stollo, che, conficcato in terra, lo sosteneva. Ora, l’uso di questa parola mi parla di un solido sostegno centrale. Insomma come detto all’inizio persone che sostengono con forza e con morale le loro idee e hanno anche un certo spessore, sono sempre più rari, ma credetemi io ne conosco alcuni che mi fanno un grandissimo aiuto per evitare che mi inciampi e se cado mi tendono la mano e mi aiutano a rialzarmi ancora più tenace di prima. Una curiosità lo stollo è protagonista del palio ad esso dedicato nella località di Santa Caterina in Provincia di Grosseto in Toscana
Favria, 31.05.2017 Giorgio Cortese

La differenza tra la vera gloria e le false promesse è che la prima mette radice, anzi si estende, mentre tutte le false promesse cadono come fiori, perché le finzioni prima o poi finiscono e non possono durare.