Ismo o esimo? – Vieni a Donare!. – Da Orfeo a libetrico . – Pomacchi, Gorani, Karamanlidi e Arumeni. – Aspettiamo anche Te!… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Ismo o esimo?
Un mio caro amico, mi ha posto il quesito se era giusto dire veganismo o veganesimo. Prima di tutto bisogna parlare del suffisso -ismo che nasce con la civiltà greca ma è con la modernità che ne ha esaltato il ruolo. Con -ismo non c’è limite al conio di nuovi sostantivi che secondo il linguista torinese Giovanni Flechia, 1811-1892, dava al suffisso ismo il triplice significato di astratto collettivo, di fazione, o di sistema dottrinario. Ismo deriva dal latino ismus a sua volta dal greco antico ismòs (accento sbagliato problema di tastiera). Con questo suffisso si sono infatti indicati dottrine e movimenti religiosi, sociali, filosofici, islamismo, socialismo; atteggiamenti e tendenze come eroismo, patriottismo. Oppure condizioni o qualità, e anche difetti morali o fisici, egoismo, mutismo,. Attività sportive, ciclismo, automobilismo. In pochi casi, -ismo è sostituito da –esimo come cristianesimo, urbanesimo e così arriviamo al suffisso -esimo che è sempre derivato dalla parola greca sopra indicate. In liguistica si dice che è una parola allotropa per indicare quelle parole che derivano dalla medesima matrice, qui dalla lingua greca usata per il linguaggio dotto e conservata nelle parole antiche ed utilizzata in matematica dalla radice latina -esimus, da centesímus, come suffisso dei numerali ordinali oltre 10: undicesimo, dodicesimo. Insomma -esimo è la semplice evoluzione fonetica di –ismo. Una curiosità –esimo si trova più spesso come suffisso di nome indicante fede o confessione religiosa. Usato con questi nomi, -ismo sembra aver subito l’influsso dell’inglese, Christianism. -Ismo si trova come suffisso di nomi indicanti filosofie e talvolta è indicato per contraddistinguere estremismi come islamismo per indicare il fondamentalismo islamico. Dato che sempre di più il suffisso ismo diventa la bandiera di un pensiero assoluto che ingessa nella sua supponenza di verità forse è giunto il momento di interrogarci sull’ismo come categoria a sé stante, e che se vengono ben sondati, gli attuali -ismi potrebbero svelarci qualcosa della storia futura e molto del nostro passato.
Favria 9.05.2017 Giorgio Cortese

Diciamo di amare i fiori, e li strappiamo. Diciamo di amare gli alberi, e li abbattiamo. E c’è gente che ancora si chiede perché alcuni hanno paura quando gli si dice che li si ama.

Vieni a Donare!
Il sangue non è riproducibile in laboratorio. In caso di bisogno può essere solo donato. Donare il sangue è un gesto di solidarietà, significa dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo ci preoccupa. Ricordo che donare il sangue è un atto volontario e gratuito, è un dovere civico, è una manifestazione concreta di solidarietà verso gli altri, esalta il valore della vita, abbatte le barriere di razza, religione o ideologia e rappresenta uno dei pochi momenti di vera medicina preventiva. E’ un atto di estrema generosità che permette di salvare la vita di altre persone. Proprio il fatto che il sangue sia raro implica la necessità di metterlo a disposizione di altri individui che potrebbero trovarsi in situazione di bisogno. Pensa di essere tu al loro posto. Ricordate che tutti domani potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo. Anche Tu che mi leggi! La disponibilità di sangue è un patrimonio collettivo di solidarietà da cui ognuno può attingere nei momenti di necessità. In Italia le donazioni di donatori periodici, volontari, anonimi, non retribuiti e consapevoli rappresentano una garanzia per la salute di chi riceve e di chi dona ed è una delle nostre eccellenze. Pensate che servono in Italia più di 8.000 unità di sangue al giorno. Possono donare le persone tra una età compresa tra 18 anni e i 60 anni (per candidarsi a diventare donatori di sangue intero) , 65 anni (età massima per proseguire l’attività di donazione per i donatori periodici), con deroghe a giudizio del medico con un peso di piuù di 50 Kg. La prima volta vengono solo eseguiti esami di idoneità e se lavoratori dipendenti solo giustifica oraraia, per i donatore che hanno donato negli ultimi cinque anni alla fine della donazione viene rilasciata giustifica giornaliera, valida ai fini pensionistici. Ti aspettiamo a Favria VENERDI’ 12 MAGGIO, cortile interno del Comune di Favria dalle ore 8,00 alle ore 11,20. Ti aspettiamo vieni anche Tu, donare il sangue è un atto di generosità nei confronti dell’altro e di noi stessi oltre che un atto di salvaguardia della salute. Non manchiamo, doniamolo.
Favria 10.05.2017 Giorgio Cortese

L’opera umana più bella? Essere do aiuto al prossimo, Ti aspettiamo VENERDI’ 12 MAGGIO a FAVRIA cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20, per la donazione di sangue

Da Orfeo a libetrico
Orfeo, Figlio del re di Tracia Eagro e della Musa Calliope, fu il più famoso poeta e musicista mai esistito. Apollo gli donò la lira e le muse gli insegnarono a suonarla. Era talmente bravo che riusciva ad ammansire le belve feroci, ma anche gli alberi ed i sassi restavano incantati dalla sua musica. Orfeo, oltre ad essere un bravo musicista, era un ragazzo molto coraggioso, infatti decise di partire con gli Argonauti salpando con essi per la Colchide. Al ritorno da questa avventura sposò Euridice, che altri chiamano Agriope, stabilendosi presso i Ciconi. Un giorno, nei pressi di Tempe, nella vallata del fiume Peneo, Euridice incontrò Aristeo che cercò di abusare di lei, la ragazza cercando di sfuggire calpestò un serpente che la morse provocandole la morte. Il coraggioso Orfeo, disperato per la morte della sua amata, decise di scendere nel Tartaro con la speranza di ricondurla sulla terra. Arrivato nell’Oltretomba, non solo riuscì ad incantare Caronte il traghettatore, ma anche Cerbero il cane con le tre teste con la sua melodiosa e dolce musica. Orfero nel Tartaro fece cessare le torture dei dannati riuscendo anche ad addolcire lo spietato cuore di Ade tanto da convincerlo a restituire Euridice al mondo dei vivi. Ade, però, pose una condizione, che Orfeo, durante l’ascesa del Tartaro non si voltasse indietro e non parlasse finché Euridice non fosse arrivata alla luce del sole. Per tutto il viaggio di ritorno la ragazza seguì il suono della lira di Orfeo, ma appena il ragazzo intraviste la luce, si girò per controllare se Euridice fosse con lui e fu cosi che la perse per sempre. Successivamente narra il mito Orfeo dimenticò di onorare il dio Dionisio e adorava Apollo. Dioniso, irritato, incaricò le Menadi di vendicarsi per questo affronto. Esse raggiunsero Orfeo a Deio, e fecero a pezzi Orfeo. Gettarono la sua testa nel fiume Ebro che galleggiò, sempre cantando, fino nell’isola di Lesbo. Le Muse addolorate seppellirono le membra di Orfeo a Libetra, ai piedi del monte Olimpo, dove si narra che il canto degli usignoli è più dolce che in qualsiasi altre parte del mondo. Le Menadi tentarono di purificarsi del sangue di Orfeo nel fiume Elicona, ma il dio del fiume si tuffò sottoterra ed emerse quattro miglia più in là con il nome di Bafira, cosi facendo evitò di divenire complice del massacro. Una seconda versione finale del mito afferma che Zeus lo uccise con una folgore perché colpevole di aver diffuso i misteri degli dei. Orfeo, infatti, istituì i misteri di Apollo in Tracia, quelli di Ecate a Egina e quelli di Demetra Sotterranea a Sparta. Da li dove venne seppellito il suo corpo a Libetra detta anche Libetria nasce questa antica parola poco usata libetrico con il significato arcaico di poetico. Parola difficile da usare e rara anche in poesia. Peccato che però non abbia preso piede, e che oggi abbia un’aria bucolica e caramellosa, che è difficile da inserire in una frase.
Favria, 10.05.2017 Giorgio Cortese

Ogni giorno, ogni problema cerco di ragionarlo con la testa, poi con l’esperienza ed infine superarlo con il cuore

Pomacchi, Gorani, Karamanlidi e Arumeni
I Pomacchi o musulmani bulgari, localmente detti anche ahrjani, sono bulgari di lingua ma di fede mussulmana. La loro origine sarebbe oscura; con tutta probabilità, tuttavia, si tratterebbe di bulgari cristiani convertitisi alla religione musulmana nei secoli del dominio ottomano. In alcuni casi, il termine “pomacchi” è usato per indicare un’altra popolazione, quella dei torbesh. I Torbesh sono una popolazione di origine turca , emigrata in Macedonia prima dell’invasione ottomana e non assomigliabili ai macedoni o albanesi che molti confondono. Tornando al nome “pomacchi”, secondo molti studiosi bulgari, il termine deriverebbe dal bulgaro pomagac, cioè aiutante, ovvero truppe ausiliarie dell’esercito ottomano, oppure da pomohamedanceni, vale a dire “islamizzati”. Quanto al termine ahjani, che i pomacchi un tempo utilizzavano per designare se stessi, deriverebbe dall’antico slavonico religioso agarjani, ossia “infedeli”, oppure,dalla confraternita para-religiosa islamica dell’Ahi, molto diffusa nei Rodopi durante l’epoca ottomana. Si ipotizza che i pomacchi siano diventati musulmani spontaneamente, per ragioni di opportunità politica ed economica. I Gorani, sono un gruppo etnico di ceppo slavo meridionale e di religione mussulmana, e parlano il Nasinski un dialetto torlakiano, molto simile al bulgaro e affine ad alcuni dialetti parlati nella Macedonia nordoccidentale. Il nome dei Gorani a seconda delle traduzioni, significa abitanti delle montagne, un’altra definizione di questo popolo è “Nasinci” che letteralmente significa “la nostra gente”. Essi sono anche noti tra gli albanesi confinanti, con nomi diversi. Va infatti precisato che più o meno tutti i loro vicini considerano i gorani come parte del loro popolo, pur riconoscendo l’esistenza di alcune differenze. I gorani medesimi sono divisi circa la possibilità di vedere se stessi come parte di un popolo più grande, serbo, bulgaro, bosniaco o albanese o come un popolo a sé stante. Molti serbi considerano i gorani come dei serbi convertiti all’Islam a seguito dell’arrivo degli ottomani nei Balcani. Altri li considerano degli albanesi di lingua slava. Vista la loro particolare cultura, lingua slava e fede islamica, alcuni gorani considerano se stessi bosniaci. Le affinità linguistiche hanno inoltre fatto pensare che si tratti di macedoni o di bulgari. I gorani abbracciarono l’Islam sunnita in seguito alle invasioni ottomane nei Balcani, secondo un’altra versione, invece, il passaggio dal cristianesimo all’Islam sarebbe antecendente all’arrivo degli ottomani. Ancora oggi, comunque, i gorani praticano alcune festività religiose cristiane tra le quali, in particolari, la festa di San Giorgio. I karamanlidi, sono i membri di una comunità, di lingua turca e fede cristiano-ortodossa, originaria delle regioni di Karaman e della Cappadocia, in Anatolia. A seguito dello scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia del 1923-1924, i karamanlidi hanno abbandonato la loro terra di origine e ora i loro discendenti vivono in Grecia, anche se esistono pure comunità nell’Europa occidentale e in Nordamerica. Le origini di questa comunità rimangono incerte ed una prima ipotesi, forse la più plausibile, sostiene che i karamanlidi discendano da genti dell’Anatolia che in epoca antica adottarono la lingua greca e, successivamente, la fede cristiana. A seguito dell’invasione dell’Anatolia ad opera dei turchi, i karamanlidi adottarono lingua e costumi dei nuovi padroni ma mantennero la loro religione. Tagliati fuori dai contatti con le altre popolazioni greche dalle invasioni turche, i karamanlidi avrebbero così finito col dimenticare le proprie origini greche. A supporto di tale ipotesi vi sono due diversi elementi. In primo luogo, bisogna considerare che i karamanlidi, pur parlando un dialetto turco, scrivevano usando l’alfabeto greco, il che porta a considerarli dei greci che abbandonarono la loro lingua. In secondo luogo, va considerato che, secondo la legge ottomana ispirata al Corano, le conversioni dall’Islam al cristianesimo erano proibite e punite con la morte. Un’altra teoria sostiene invece che i karamanlidi discendano da tribù turche che fuggirono dalle invasioni mongole in Asia centrale trasferendosi in Anatolia nel XIII secolo. Entrate nei territori dell’impero bizantino, esse si sarebbero convertite al cristianesimo, pur mantenendo la loro lingua. Gli Arumeni, detti anche Aromuni o Latino-Macedoni, sono, sono un gruppo etnico stanziato lungo la zona centro-meridionale dei Balcani, principalmente in Macedonia, Grecia settentrionale, Albania, Romania e Bulgaria. Dopo i rumni, sono il popolo valacco più rappresentativo della regione. Si denominano Valacchi i discendenti delle popolazioni di lingua tracica che furono romanizzate tra il primo e il sesto secolo nei Balcani e nel bacino del basso Danubio. Gli arumeni parlano la lingua arumena, lingua neolatina talvolta classificato come lingua a sé stante o come variante del romeno. L’etimologia del termine arman è da far risalire al latino romanus, ovvero romano.
Favria, 11.05.2017 Giorgio Cortese

La mancanza di entusiasmo è il quotidiano ostacolo che certi giorni devo superare per avere la luce di soddisfazione nel mio animo a fine giornata

Aspettiamo anche Te!
Ogni anno 100.000 persone continuano a vivere grazie alle trasfusioni di sangue. Ma diventare donatore significa anche compiere una buona azione verso se stessi: i controlli clinici ai quali i donatori vengono periodicamente sottoposti e le analisi effettuate in occasione di ciascuna donazione aumentano sensibilmente la probabilità di diagnosi precoce, in caso di malattia. La donazione di sangue e un atto volontario e gratuito. Diventare un donatore periodico, cioè sottoporsi a prelievo, almeno un paio di volte l’anno. offre molti vantaggi, perché il donatore ed il suo sangue vengono frequentemente controllati; offrendo l’opportunitą di cogliere molte malattie al loro insorgere. Aumentare il numero dei donatori periodici è l’unico sistema per evitare la speculazione o il rischio di contagio. Ricordati che l’unico modo per ottenere sangue, emoderivati (medicine salvavita realizzate col sangue) e trasfusioni sicure è quello di raccoglierlo qui, nel nostro Paese, nel pieno rispetto della legge e della sicurezza, affidandosi alle associazioni di volontariato riconosciute e sostenute dal Ministero della Sanità. Abbiamo bisogno di Te! Ricordati che se non hai mai donato la prima volta Ti verranno solo fatti gli esami di idoneità alla donazione, sei candidato ed hai diritto se lavoratore dipendente ad un permesso orario. Se doni, come lavoratore dipendente, hai diritto al permesso riposo per l’intera giornata. Se hai già donato negli ultimi cinque anni è l’occasione di riprendere a donare da subito. Grazie Ti aspettiamo, abbiamo bisogno di Te. Vieni a Favria – TO- venerdì 12 maggio ore 8-11,20 cortile interno del Comune, vieni a donare…….GRAZIE. PS passa parola più siamo e ed insieme moltiplichiamo il valore del BENE. Ricordati che per darti un buon servizio è gradito se comunichi la Tua intenzione di essere presente per poter attrezzarci meglio con l’equipe medica e darti un buon servizio. Avvisaci oppure invia sms al numero 3331714827 o mail corteseg@tiscali.it grazie e Ti aspettiamo venerdì 12 maggio a Favria – To- ore 8-11,20 cortile interno del Comune.