Il vermuth! – Favria come il Vermont! – Novembre! – Ognissanti! – Grazie donatori! – 4 novembre, cosa festeggiamo! – Donare!…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Il vermuth!
Il vermut[ o vermutte, oppure vermouth in grafia francese e vèrmot in quella piemontese, è un vino liquoroso aromatizzato creato nel 1786 a Torino. È riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale italiano ed è un ingrediente primario di numerosi cocktail. Il vermut fu inventato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano a Torino, che scelse questo nome riadattando il termine Wermut, con il quale viene chiamata, in lingua tedesca, l’artemisia maggiore.[In seguito alla guerra di successione spagnola, iniziata nel 1701, che Vide contrapporsi la Francia e l’Inghilterra, quest’ultima si trovò a dover superare i problemi derivanti dall’impossibilità di ricevere le normali forniture di vino francese. Per tale motivo, nel 1703, tra l’Inghilterra e il Portogallo, fu stipulato il trattato di Methuen che prevedeva vari accordi di tipo politico, militare e commerciale, con particolare riguardo all’importazione in Inghilterra di pregiati vini liquorosi portoghesi, a fronte dell’esportazione in Portogallo di pregiati tessuti inglesi. Molto diffuso dai mercanti inglesi che, di fatto, ne avevano assunto il monopolio commerciale, il vino liquoroso ebbe un grande successo in tutta Europa, sia per il gradimento delle dame verso il gusto dolce, sia per l’intrinseco significato antifrancese che tale consumo comportava. Questo nuovo scenario aprì le porte sia a prodotti già diffusi su scala locale, come il Marsala, prodotto della Sicilia che aveva metodi di vinificazione e invecchiamento simili a quelli dei vini portoghesi, sia a nuovi esperimenti come il vermut. Il Vermut ebbe il merito di permettere l’utilizzo di vini giovani ad alta gradazione, surrogando le sapidità tipiche dell’invecchiamento attraverso l’aggiunta d’una particolare miscela di erbe aromatizzanti. La mistura registrò una grande diffusione, sia per la gradevolezza del gusto, sia per l’inferiore costo di produzione, e fu subito adottata in gran parte dell’Europa.
Favria, 30.10.2019 Giorgio Cortese

Nella vita una seconda occasione va data al sole. Non alla pioggia.

Favria come il Vermont!
Camminando un pomeriggio in una piovosa domenica autunnale, ho notato che i tigli sono forse, tra gli alberi comuni, i più spettacolari nei loro colori. Il giallo delle foglie disegna un colpo d’occhio notevole, ricordando a Favria, e con le dovute differenze, un po’ di Vermont! Nonostante la pioggia è nella luminosità delle sere autunnali il fascino dolce e misterioso dell’Autunno che dipinge e colora una per una le foglie che cadono, e rafforza la loro rinascita e si posta tra l’estate e l’inverno a proteggere la vista del tempo ostile come una mamma protegge suo figlio. Tutte le piante sono colorate in modo diverso, alcune sono ancora verdi come in estate, altre hanno già le foglie ingiallite, altre ancora hanno un colore quasi rossiccio. Ecco l’Autunno la stagione dei colori, ma a differenza della primavera non sono i fiori a stupirmi, bensì le foglie degli alberi. Lungo le strade e nel parco gli alberi sono disposti come una mostra di quadri in innumerevoli sale, tigli, querce, frassini, olmi, e ippocastani con dorature inconsuete. Osservo sempre meravigliato in Autunno questo tenebroso splendore dei variegati alberi e mi fermo a contemplare degli aceri che con le foglie che si stanno infiammando di nuovi colori. Sembra la cornice di uno spot televisivo, o la promozione di un famoso hotel a cinque stelle, in qualche destinazione esotica. Invece, non è così è solo lo spettacolo che tutti possiamo ammirare passeggiando in questa domenica pomeriggio che ha il suo fascino, perché l’Autunno mi accoglie sempre con la magica sequenza dei suoi caldi colori, regalando al mio umore un dolce sorriso. Mentre cammino su di un lieve, languido fruscio di purpuree foglie. Il parco Bonaudo vicino al laghetto sembra un palazzo fiabesco aperto alla vista di tutti, un tragitto di strada silvestre nel cuore di Favria con alberi dalle foglie colorate in diverse tonalità, come solo il gran pittore Autunno sa fare, che si perdono a specchiarsi nel silenzioso laghetto. Nella mi a passeggiata i ricordi in Autunno riaffiorano come speranze antiche. Dell’Autunno mi piace la sincerità dei colori delle foglie, non sono mai uguali e come loro mi attrae immergermi in nuove emozioni proprio come fanno le foglie in questo periodo.
Favria, 31.10.3019 Giorgio Cortese

Ogni giorno vorrei dimenticare tutto ciò che ho scritto finora e ricominciare daccapo, in cerca sempre di nuove meraviglie e di stupore

Novembre!
Novembre raccoglie affetti perduti ma mai assopiti. L’omaggio che ognuno di noi rende a coloro che non ci sono più consente riflessioni profonde in quanto il tema del tempo che passa e quello della morte segnano sostanzialmente tutta la condizione umana. Non vi è opera filosofica, artistica o letteraria che non faccia riferimento a questo mistero esistenziale. Mi viene in mente una bellissima citazione di Giobbe che definisce l’uomo: “nato da donna, breve di giorno e sazio di inquietudine, come un fiore spunta e avvizzisce, fugge come l’ombra e mai si ferma”. Perché in fondo che cosa è la morte se non l’attimo in cui nel passaggio dal tempo al “non tempo” tutta la nostra vita, le nostre azioni, i nostri pensieri, le paure, i desideri, le sconfitte, le gioie e le sofferenze, come un fiume in piena arrivano e finalmente si liberano nel mare dell’eternità. Poi penso al culto dei morti nelle diverse parti del mondo, dalle tombe greco-romane a quelli papali e reali, dalla rinomata e affascinante atmosfera dei cimiteri inglesi, luoghi di sosta dall’impostazione romantica, alla discrezione e semplicità di quelli francesi per citare solo alcuni esempi significativi. Il rispetto per i defunti indica il grado di civiltà di un Paese, il legame misterioso e continuo tra la realtà e l’aldilà segna chi prima o poi ne viene a conoscenza.
Favria, 1.11.2019 Giorgio Cortese

Donare è una scelta di cuore! Tu che mi leggi che aspetti? Vieni donare a Favria venerdì 8 novembre, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola.

Ognissanti!
Ormai lo sappiamo bene, se chiediamo a un bambino o a un ragazzino che cosa si festeggi il 1 novembre è molto probabile che la risposta sia Halloween!. Questa festa, nata in ambiente irlandese e anglosassone, ha trovato poi negli Stati Uniti la sua maggiore manifestazione, fino a diventare una grande festa popolare, celebrata da film, canzoni e inevitabilmente anche dalla pubblicità e dal commercio. È arrivata sotto questa forma anche da noi. Halloween non avrebbe senso senza la festa dei Santi e quella dei morti. Questo carnevale anglosassone serve infatti ad esorcizzare la paura della morte e l’idea, sempre presente nel nostro inconscio, che potremmo finire all’Inferno. Ma Halloween, la festa più celebrata in America e nel Regno Unito, dopo Natale e Pasqua, non ce la fa a dare la risposta giusta al bisogno dello spirito umano di vincere la morte. Il problema è un altro, il tentativo di esorcizzare la paura della morte con una risposta commerciale. Negli Stati Uniti si spendono per Halloween 6,9 miliardi di dollari e nel Regno Unito 325 milioni di sterline. Forse è ora di insegnare ai nostri figli anzichè tagliarsi e cucirsi un costume da mostri anziché dire di sì quando vogliono comprarne uno al supermercato e assicurarci che vadano in chiesa e la vista al cimitero il giorno dopo, e anche evitare, per quanto possibile, che il consumismo svuoti il portafoglio dei genitori. Impossibile impedire ai giovani di divertirsi come i loro amici e compagni di classe vietando quel brivido di paura che, da sempre, è il divertimento preferito dei più piccoli. Halloween potrebbe avere le sue origini in un vecchio rito pagano ma, dall’ottavo secolo, è stata incorporata nel calendario cristiano come la vigilia di Ognissanti e oggi per festeggiamo per davvero i nostri Santi festeggiamoli con la Santa Messa, sono convinto sia il modo migliore per non perdere di vista ciò che è realmente importante!   E allora… buona festa di Ognissanti a tutti!
Favria 2.11.2019 Giorgio Cortese

Donare sangue è sempre una buona idea! Vieni donare a Favria venerdì 8 novembre, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola.

Grazie donatori!
Alle Molinette, leggo su la Stampa di sabato 12 ottobre in 30 anni sono stati eseguiti 3.331 trapianti di fegato. Questa notizia mi fa riflettere che il sangue che scorre nel nostro corpo rappresenta circa l’8% del peso corporeo composto da globuli rossi, globuli bianchi e piastrine sospese nel plasma, ricco di proteine zuccheri, grassi e sali minerali. Pensate che poi il 55% del volume totale del sangue, la parte liquida, è rappresentato dal plasma, il restante 45% è costituito da globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Nello specifico, i globuli bianchi e le piastrine sono pari all’1%, ed i globuli rossi al 44%. Un dottore mi ha detto che occorrono 10 sacche a letto ospedaliero in un anno, dalle 2 alle 10 sacche per un ferito in un incidente, almeno 5 sacche per una protesi all’anca, 12 sacche per un intervento di cardiochirurgia, 4 sacche per un trapianto di rene, dalle 50 alle 80 per un trapianto di midollo osseo in 5 – 6 mesi, ed infine per un trapianto di fegato occorrono da 100 a 170 sacche di sangue e da 200 a 300 sacche di plasma. Se molti doniamo sangue, il sangue c’è per tutti, e allora Ti aspettiamo venerdì 8 novembre a Favria, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20 per il prelievo. Se lavori e doni hai la giornata retribuita, se sei lavoratore autonomo e Ti presenti prima delle ore 8,00 passi entro le ore 9,00. Se non sei donatore ma Ti vuoi unire all’esercito del bene, Ti verranno eseguiti gli esami come candidato o per essere riammesso alle donazioni ed avrai max 2/ 3 ore di permesso. Grazie se confermi al numero cell 3331714827. Grazie donatori
Favria, 3.11.2019 Giorgio Cortese

Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire. Vieni donare a Favria venerdì 8 novembre, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola.

4 novembre, cosa festeggiamo!
Oggi è il 4 novembre. Ma cosa festeggiamo? Occorre riflettere sul significato di questa festa nazionale! Il 4 novembre nasce come la festa che ricorda il cosiddetto armistizio di Villa Giusti, quindi ci riporta ad una data precisa, il 4 novembre del 1918, con la quale in Italia si indica la fine della Prima guerra Mondiale. Questa data, come altre date importanti, ci parla quindi della nostra storia; se, per assurdo, non ci fossero giornate da commemorare, la nostra amata Patria sarebbe priva di storia, quindi priva di una sua identità nazionale. Così come ognuno di noi festeggia il proprio compleanno e le ricorrenze significative per la sua vita, anche la Nazione ha bisogno di festeggiare alcune giornate che segnano tappe importanti per la sua “vita”. Fino alla metà degli anni Settanta questa giornata era considerata festiva, il fatto che oggi non lo sia più non ci deve fare “perdere la memoria” di quelle centinaia di migliaia di soldati caduti in combattimento, di quei ragazzi che cent’anni fa hanno perso la vita per un ideale di Patria e un serio attaccamento al dovere. Oggi rendiamo omaggio alle Forze armate, che hanno reso possibile la vittoria dell’Italia, ma celebriamo anche l’Unità nazionale raggiunta in modo più compiuto al termine della Prima Guerra Mondiale e inoltre commemoriamo il Milite ignoto, ricordando tutti i soldati morti in guerra e mai identificati. E la denominazione di questa ricorrenza ci offre ulteriori spunti di riflessione: celebriamo spesso qualcosa di positivo, raggiunto, però, a seguito di sofferenza e morti. Se pensiamo a questa e ad alcune altre date troviamo un denominatore comune: il 4 novembre, la fine della Prima Guerra Mondiale, il 25 aprile, la fine, per l’Italia, della Seconda Guerra Mondiale e del Fascismo, il 27 gennaio, la fine degli orrori di Auschwitz: commemoriamo quasi sempre la fine di qualcosa di estremamente negativo. Ciò ci spinge a chiederci: Ma perché questa catena di episodi dolorosi? Perché noi esseri umani continuiamo oggi a farci del male reciprocamente con delle guerre! Dal ricordo del passato, però, voglio trarre un messaggio di speranza, pensando che dalla consapevolezza delle sofferenze provocate dalle guerre, si senta forte il bisogno di costruire un’epoca di convivenza e di pace tra i popoli ed oggi, possiamo anche celebrare tutto questo conciliati con gli ex nemici di allora, nella consapevolezza che valore, sacrificio e coraggio sono valori universali che uniscono e non dividono. Il 4 novembre sono qui per esclamare come quei ragazzi di cent’anni fa “Presente!”, come ripetuto su ogni tomba nel Sacrario militare di Redipuglia. Loro, da soldati, erano presenti sul fronte ad agire, a rispondere alla “chiamata della storia”, hanno combattuto per garantire anche al sottoscritto un’epoca di sicurezza e di pace e oggi mi auguri tutti presenti per ricordare il loro sacrificio. Anche oggi, a distanza di un secolo, posso e debbo rispondere, come hanno fatto loro: “Presente!”. Qui oggi, di fronte agli eventi della storia, devo essere presente sempre con il mio impegno nel cercare di non essere indifferente a quello che mi capita attorno. Ricordare ogni anno il 4 novembre deve trasformarsi sempre in azione positiva per unire e contribuire a costruire un mondo migliore, senza più guerre. Concludo con un semplice Grazie a tutte le persone che si sono sacrificate nel passato per donarci a noi questo presente. Grazie
Favria, 4.11.2019 Giorgio Cortese

Dopo il verbo “amare” il verbo “donare” è il più bello del mondo. Vieni donare a Favria venerdì 8 novembre, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola.

Donare!
Donare il sangue è un gesto concreto di solidarietà. Significa letteralmente donare una parte di sE e del propria energia vitale a qualcuno che sta soffrendo, qualcuno che ne ha un reale ed urgente bisogno, significa preoccuparsi ed agire per il bene della comunità e per la salvaguardia della vita. Donare il sangue è innanzitutto un dovere civico, la disponibilità di sangue è infatti un patrimonio collettivo a cui ognuno di noi può attingere in caso di necessità e in ogni momento. Una riserva di sangue che soddisfi il fabbisogno della nostra comunità è quindi una garanzia per la salute di tutti, donne, uomini, giovani, vecchi, bambini, compresi noi stessi e le persone che ci sono più care. Di sangue c’è bisogno ogni giorno nella gestione ordinaria dell’attività sanitaria: nell’esecuzione di trapianti e di vari interventi chirurgici, nei servizi di primo soccorso, nelle terapie oncologiche contro tumori e leucemie, che diventa tragica ogni volta che il sangue manca, non solo in caso eventi eccezionali quali terremoti, disastri o incidenti. Il sangue e i suoi componenti sono quindi presidi terapeutici indispensabili per la vita e purtroppo non sono riproducibili in laboratorio. Ciò significa che non esistono ad oggi alternative possibili alla donazione e se vogliamo una Sanità capace di prendersi cura di noi, non possiamo far appello solo sulla scienza e sulla medicina ma dobbiamo dare il nostro contributo. Se hai un età tra i 18 e 60 anni, pesi più di kg 50 e godi di buona salute e non hai mai donata perché non vieni alla donazione di venerdì 8 novembre ottobre cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20, la prima volta verranno solo fatti gli esami per vedere se sei idoneo con un permesso dal lavoro max di 2/3 ore. Pensaci ed unisciti al 638 potenziali donatori del gruppo ed ai 370 donatori attivi che ad oggi hanno donato 370 sacche nel 2019. Donare sangue una buona abitudine.
Favria 5.11.2019 Giorgio Cortese

La nostra felicità è nel bene che facciamo, nella gioia che diffondiamo con il sorriso e nel donare sangue. Vieni donare a Favria venerdì 8 novembre, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola.
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