Il postino, in montagna, non suona più…

tratto da il QUOTIDIANO Canavese  WEB

Ci sono anche tanti Comuni del Canavese tra quelli che rischiano di rimanere senza postini e uffici postali. L’ennesimo taglio ai servizi riguarda infatti i paesi con una densità abitativa inferiore ai 200 abitanti per chilometro. E’ chiaro che ad essere penalizzati saranno soprattutto i piccoli centri di montagna. Secondo il piano presentato da Poste Italiane, infatti, verrebbero cancellati numerosi uffici postali e la corrispondenza sarà consegnata solo a giorni alterni.

«Sono gravissime le notizie che arrivano da Roma – afferma il presidente dell’Uncem Piemonte, Lido Riba – vogliamo sperare che il Governo blocchi questo ennesimo attacco ai territori più deboli, ai Comuni, alle comunità, che vedranno sparire un servizio storico e radicato, tra i pochi ancora rimasti nei paesi montani e nelle aree rurali. Molti centri hanno già subito negli ultimi cinque anni riduzioni di orari di apertura e consegne a singhiozzo. Ora si abbatte un’altra scure sui territori, prevista dalla legge di stabilità». Uncem ha da sempre denunciato i rischi del divario digitale, viste le enormi differenze tra aree urbane raggiunte da ottima connettività e zone rurali dove internet funziona singhiozzo.

«Al divario digitale si unisce un divario reale di servizi, sempre più marcato. Anche per questo – prosegue Riba – Uncem ha scritto ai Parlamentari piemontesi chiedendo di intervenire presso la Presidenza del Consiglio, presso i Ministeri, le Commissioni. Abbiamo bisogno di una politica per la montagna e l’immediata necessità di arginare le derive centraliste e metropolitane che compromettono servizi e investimenti nelle aree marginali. L’ad di Poste Caio vada a vivere un paio di mesi a Santa Maria Maggiore, a Caprauna, a Ceresole Reale o a Balme. Poi capirà perché le sue scelte sono scellerate e prive di ogni logica».

Il Presidente dell’Intergruppo per lo sviluppo della montagna Enrico Borghi ha incontrato stamane il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli in relazione alle preoccupanti novità che il piano industriale di Poste italiane riserva alle aree marginali e montane. Giacomelli ha manifestato la propria disponibilità a intervenire sulla vicenda e si è impegnato a sostenere la richiesta di una riunione congiunta tra Intergruppo Montragna, Governo e Poste su questo tema.

«Ringraziamo il sottosegretario Giacomelli – ha detto Enrico Borghi – per la disponibilità che ci ha manifestato. Contestualmente, ci siamo appellati oggi stesso all’Agcom perchè intervenga a garanzia di una copertura realmente universale del servizio, come peraltro richiesto dal contratto che Poste Italiane ha sottoscritto con lo Stato. Conosciamo le regole del mercato e comprendiamo la necessità di garantire all’azienda la sostenibilità economica dei servizi postali, ma Poste ha l’obbligo di non venir meno agli impegni presi».