Il chiodo fisso! – SOS Sangue lunedì 28 Agosto, prelievo a Favria. – Cinquanta sono tanti ..- Da marione a marionetta. – 26 agosto, gli angeli di Mons! – Il gabbadeo. – Glorioso corpo dei vigili urbani. – Senza connessione…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Il chiodo fisso!
Certe persone vivono con il chiodo fisso, sempre con lo stesso pensiero, insomma un’idea fissa. Pare che si usi questa espressione per indicare le persone che hanno una fissazione, e allora il chiodo simbolico che rimane in testa è simile al chiodo, quello vero in ferro, che rimane nel legno o nel muro e cioè in modo indelebile, e anche quando viene tolto, resta comunque il segno sul muro o nel legno. Ho iniziato questa riflessione dopo quanto mi ha raccontato questa mattina un caro amico. Mi ha raccontato di una famiglia, dove marito e moglie si erano separati in quanto la moglie, influenzata dai genitori si era messa in testa il chiodo fisso, che tutte le iniziative del coniuge erano sbagliate. Lui si era allontanato dalla famiglia ed i figli adolescenti aveno qualche difficoltà nel passaggio dall’adolescenza alla vita adulta con la dipendenza da stupefacenti. La moglie allora era andata dal marito e gli aveve detto che la porta di casa era sempre aperta ammentendo di avere sbagliato lei con questo suo chiodo fisso influenzato dalla sua famiglia, ma anche lui con la suo chiusura al dialogo in famiglia aveva contrituito alla rottura e per il bene dei figli, del recuperare loro, dovevano ritornare a fare famiglia. Ecco l’adergere di questa donna. Si ho usato il lemma adergere, perché questa donna, moglie e madre si è innalzata sugli eventi di questa famiglia, con uno scopo ben preciso. La sua azione nel chiedere spiegazioni al marito con la colorita espressione di averlo preso per il “crovatin”, colletto, di avergli fatto una ramanzina dove nel discorso fatto, come una retorica anafora, la ripetizione continua che l’errore c’era stato tra loro due ma dovevono prendersai il cinquanta per cento del torto entrambi. Certo volte l’anafora può imprimere alle parole un cambio di passo, viene prima sussurrata con dolcezza, oppure cantata in tenere melodie e cullarci, ma anche come nell’episodio sopra raccontato strattonarci con forza, farci ragionare e togliere quel chiodo fisso che non ci aiuta a riflettere serenamente. La storia ha avuto un lieto fine, i coniugi si sono rappacificati ed insieme hanno recuperato il rapporto con i figli strappati dalla dipendenza della droga e anche aiutati a trovare con fatica un lavoro. Come vedete il bene esiste, simile ad una fonte che può sempre zampillare, se si scava sempre con la determinazione di questa donna.
Favria, 22.08.2017 Giorgio Cortese

Certe persone sono simili a dei tramonti indimenticabili e non finiscono mai di emozionarmi.

SOS Sangue lunedì 28 Agosto, prelievo a Favria
Emergenza sangue in estate Affrontiamola donando di più, vieni a Favria lunedì 28 agosto c’è posto per Te, dalle ore 8 alle ore 11,20 cortile interno del Comune. Ti aspettiamo. Il sangue non si produce in laboratorio ed il fabbisogno annuo in Italia è di oltre 2.400.000 unità di sangue intero e più di 800.000 litri di plasma. L’impossibilità di ottenerlo tramite procedimenti chimici e il suo larghissimo impiego, rendono il sangue un presidio terapeutico prezioso non sempre disponibile. La maggior parte di noi può donare il sangue e molti, almeno una volta nella vita, potrebbero averne bisogno
Ti aspettiamo, grazie
Favria 23.08.2017 Giorgio Cortese

Non sempre chi porta il sole agli altri ha una vita serena. Ma hanno la forza interiore di accettare la vita come gli si presenta giorno dopo giorno

Cinquanta sono tanti e per Voi Dalina e Fiorenzo la vita va avanti.
Tutti questi anni sono volati via e l’amore dietro di Voi ha lasciato una lunga scia del Vostro sogno di vita assieme si è potuto avverare e la Vostra storia d’amore è la stella più bella in cielo a brillare. Come un fiore espande nell’aria il suo profumo, così il vostro Amore sincero e fedele ha inebriato i Vostri cuori. Avete navigato per 50 anni, ancorati l’uno all’altra, incontrato fortunali ed isole dorate, portate con Voi scrigni pieni di preoccupazioni e anche diamanti di soddisfazioni. Come l’oro dei 50 anni trascorsi insieme brilla puro e lucente, così il Vostro amore rifulge intorno a Voi e oggi siete approdati ad immensità d’oro, potete fare festa e bere il nettare della vita. Auguri sinceri per i vostri 50 anni di matrimonio, magnificamente coronati da rispetto, dedizione, infinita tenerezza e reciproca comprensione.
Favria, 24.8.2017 Giorgio Cortese

Si nasce, si vive, si muore. E ognuno passa ogni istante della sua vita a chiedersi perché. Ma il bello della vita è viverla tutta momento per momento.

Da marione a marionetta
Le marione erano anticamente delle enormi statue della Vergine portate in processione a Venezia lungo le calli durante la commemorazione di un intervento miracoloso che introno all’anno Mille avrebbe strappato dalle mani dei pirati saraceni dodici fanciulle veneziane. Le riproduzioni di quelle statue vendute durante la festa, erano chiamate marionette.
Favria, 25.07.2017 Giorgio Cortese

Esultanza provata nei giorno scorsi nel guardare la bellissima eterea bellezza di una nuvola.

26 agosto, gli angeli di Mons!
Una delle leggende più antiche e famose per spiegare un fatto sconcertante quale quello che impedì l’annientamento dell’esercito britannico nelle Fiandre nacque il 29 settembre 1914 dalla penna di Arthur Machen. Era il 26 Agosto 1914: le truppe britanniche sconfitte a Mons si trovavano in rotta, soverchiate dalle forze tedesche tre volte più numerose. La situazione era disperata: ogni via era preclusa e i soldati attendevano unicamente che i tedeschi sferrassero loro il colpo di grazia. Ma la cavalleria tedesca, in modo del tutto imprevisto non attaccò. Quando tutto ormai pareva perduto, la cavalleria tedesca improvvisamente e senza motivo si fermò, i cavalli imbizzarrirono e non vollero più muovere un passo. Le truppe inglesi riuscirono così miracolosamente a salvarsi, in una delle pagine più curiose e tuttora senza spiegazioni del conflitto. Nessuno seppe mai spiegare cosa successe realmente e come mai la cavalleria tedesca non sferrò l’ultimo attacco, fatto sta che l’intera vicenda contribuì a sollevare il morale dei soldati inglesi che forse, in quei drammatici momenti, avevano l’innocente bisogno di credere in un aiuto soprannaturale, cosa che poi venne amplificata da una certa suggestione popolare. Secondo quanto scritto da Machen davanti ai soldati tedeschi terrorizzati era apparsa una schiera di spiriti, armati di arco, inviati in soccorso dei britannici da San Giorgio. Le loro frecce avevano fatto strage di nemici senza lasciare tracce visibili sui corpi, permettendo ai soldati di Sua Maestà di mettersi in salvo. Davanti agli occhi dei soldati di Mons, sarebbero infatti apparsi non fantasmi, ma entità angeliche. A provarlo, i racconti di alcuni combattenti, come un lanciere anonimo che durante la ritirata avrebbe avuto questa visione: “Ho potuto vedere piuttosto chiaramente una strana luce a mezz’aria che sembrava nettamente delineata e non era un riflesso della luna, né vi erano nubi nelle vicinanze. La luce divenne più brillante e ho potuto vedere piuttosto distintamente tre forme: quella al centro aveva come delle ali spiegate, le altre due non erano così grandi, ma erano abbastanza distinte da quella centrale. Sembrava che indossassero un lungo mantello svolazzante di color dorato.” L’articolo ebbe un effetto straordinario sull’immaginario collettivo, in un momento difficile del conflitto. Arthur Machen pubblicò sull'”Evening News” una storia manifestamente inventata, The Bowmen: i fantasmi degli arcieri inglesi morti ad Agincourt erano scesi in soccorso dei loro compatrioti in difficoltà lanciando frecce che avevano ucciso i tedeschi senza lasciare visibili ferite. Machen descrive questi arcieri come ” una lunga linea di ombre circondate da un alone luminoso”. Fu appunto l’alone l’origine di tutto: in capo a una settimana gli arcieri creati da Machen si erano trasformati in veri e propri angeli, cosicché quella che era stata un’invenzione letteraria divenne senz’altro un fatto reale. Anche quando lo scrittore confessò di essersi inventato tutto, non di meno la storia dell’intervento soprannaturale continuò a diffondersi, grazie anche a testimonianze provenienti dal fronte. Da quel giorno, gli Angeli di Mons vennero celebrati dai predicatori durante le omelie, dai poeti e dagli scrittori del tempo, diventando per gran parte dell’opinione pubblica in quel periodo di guerra, una incrollabile certezza. Ma la cosa strana fu che i reduci di quella battaglia, al loro ritorno, confermarono di aver visto veramente quell’esercito di angeli, e persino un cappellano raccontò di averne avuta una testimonianza diretta da un generale impegnato in quella battaglia. Insomma gli angeli di Mons rimarranno sempre una specie di leggenda, una parentesi un po’ curiosa all’interno di quella macelleria umana della Prima Guerra Mondiale.
Favria, 26.08.2017 Giorgio Cortese

Mi sembrano stupide le persone che incontro che cercano di rimediare al risentimento degli occhi con il sorriso delle labbra.

Il gabbadeo.
Ho trovato in un libro recentemente letto questa parola dimenticata, gabbadeo, composta da gabbare e deo, cioè dio, per indicare quei truffatori, imbroglioni ma anche persone false e ipocrite che si ergono a bacchettoni. Esiste anche la versione gabbamondo, di intuibile signioficato. La parola gabbare deriva dall’antico italiabo gabbo, dal francese antico gab, beffa, che trae origine dall’antico tedesco gabb, con il significato di burla, gabbare significa infatti beffare, ingannare qualcuno e prendersi gioco. Gabbare come si vede è una parola molto curiosa perché unisce il significato della beffa ma che siu coloro di burla, dando un significato meno pesante della frode subita. Con gabbare si designa chi si prende gioco di qualcuno. Ma come detto prima gabbare se diventa gabbadeo significa anche bacchettone, e qui la parola nel suo significato diventa forte. Il bacchettone osserva con ostentazione e con fervore le pratiche religiose o le regole del convivere civile ma poi in realtà e peggio degli altri che critica. La parola deriva da bacchetta probabilmente dal latino baculum, cioè bastone, quello che era usato anticamente per accendere le candele in chiesa o a quella che portavano gli incaricati al regolare svolgimento delle processioni o simili.
Favria, 27.08.2017 Giorgio Cortese

Vieni a donare sangue, l’emergenza non è finita, Ti aspettiamo lunedì mattina 28 agosto a Favria dalle ore 8,00 alle ore 11,20 cortile interno del Comune. Abbiamo bisogno di Te! Grazie

Glorioso corpo dei vigili urbani
Oggi cercherò di trattare del glorioso corpo dei vigili urbani che trovano a origine nell’anno del signore 29 dopo Cristo, coortes vigilum, proposte a garantire la sicurezza nella città e fuori dalle mura attraverso due corpi non militari che con il passare dei secoli sono divenuti gli attuali vigili urbani. Li vediamo impegnati nel dirigere il traffico, nell’arrestare le auto per permettere il passaggio di bambini ed anziani nei passaggi pedonali zebrati. Ma sono anche quelli che comminano multe per divieto di sosta, per passaggio con il segnale rosso del semaforo e per le revisioni auto scadute. In ogni stagioni sono sempre li, simpatici se ci aiutano nel chiedere informazioni e se fermano il traffico per attraversare la strada ma poi subito antipatici se ci sanzionano per irregolarità del codice della strada. Il problema non è della loro imparzialità e solerzia ma, personalmente del vederli molto poco e quel poco dal mio personale punto di vista solo sanzionatorio. Siamo il Paese delle molte polizie e i vigili urbani non smentiscono questa teoria. Certo sono pochi nei comuni e sottorganico ma allora perché non toglierli dall’organico del Comuni di origine, con un sollievo dei costi fissi relativi agli stipendi e creare una polizia metropolitana, divisare per aree dove possono svolgere tutte le attuali mansioni e oltre a fare le classiche multe una vera prevenzione e controllo del territorio. Di impiegati negli Enti comunali c’è ne sono già troppi e sul territorio molto pochi, i cittadini chiedono per la sicurezza come nella premessa di avere dei vigili efficienti, ben organizzati e presenti sul territorio!
Favria, 28.08.2017 Giorgio Cortese

Di errori nella giornata ne commetto molti, quello che conta è farne esperienza e dare la risposta giusta allo sbaglio.

Senza connessione.
Un sabato pomeriggio nel mese di agosto, sono rimasto come migliaia di altri concittadini in Canavese senza connessione, il telefono di casa e lo smartphone, geniale strumento erano muti. Ho pensato che solo una decina di anni addietro non eravamo cosi internet dipendenti, quasi una droga di essere sempre iperconnessi, di sapere di tutto e di più, tranne magari che si parla ormai molto poco con gli altri esseri umani. Certo lo smarphone è uno strumento geniale che prosegue lungo la strada di essere sempre reperibili, e questo causa stess e scocciature. Viviamo in un tempo dove pur essendo connsessi con il mondo abbiamo un problema inguaribile di concentrazione. Lo smartphone, è utile ma non permette di ragionare, abbiamo ormai tutti una protesi digitale che apre e chiude la quotidiana giornata, che ci tiene compagnia nelle sale d’aspetto o anche come svago durante le riunioni al posto di fare i classici scarabocchi sul foglio. Questo crea una vita parallela che distrugge la capacità di concentrarci e di ragionare durante la giornata. Il navigare di continuo in internet non aiuta ma ci rende sempre più dipendenti dalla protesi digitale come per una droga. Il recente black-out dei cellulari di sabato mi ha spinto a questi ragionamenti, perché dopo un primo momento di smarrimento che non ero connesso con il mondo, dopo ero felice ed il mio cervello si ricaricava senza l’aiuto drogato dello smartphone su cui dovrebbero scrivere come sui pacchetti di sigarette “che nuoce alla salute del cervello ed ai rapporti umani”.
Favria, 29.08.2017 Giorgio Cortese

Buona giornata. Certe persone possono nascondere il vero volto dietro alla maschera di un sorriso Ma c’è una cosa che non possono nascondere è quanto sono putride dentro.

Nella vita tutto ciò che non porta frutto e cresce muore