Grazie! – Maria più candida della Neve – Inquietudine. – Smaltire l’usbergo con canglore!. – Ritratti del coraggio! – 11 agosto id al-adha عيد الأضحى…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Grazie!
Ogni giorno dobbiamo dire grazie al panettiere che si alza quando io vado a letto, per farmi ogni giorno del pane fresco. Grazie a chi insegna nelle scuole e le mantiene pulite ed efficienti, grazie a chi pulisce le strade, grazie a chi passa a ritirare l’immondizia, grazie a tutti quelle persone che sembrano invisibili ma con il loro lavoro mi permettono di vivere in maniera dignitosa. Ringrazio tutti ma proprio tutti perché oggi a chi svolge ogni giorno bene il suo lavoro ha diritto di un semplice grazie perché non sono macchine ma esseri umani. Grazie dico al CARABINIERE morto di notte a Roma nel suo lavoro perché il Suo sacrificio non sia invano, ma per ricordarci che ci sono persone, i tutori dell’ordine che con stipendi veramente bassi metto a rischio la loro vita per la nostra sicurezza. GRAZIE CARABINIERE, perché i Tuoi colleghi in servizio notte e giorno tutelano anche la mia sicurezza, senza foto o selfie ma facendo in maniera discreta il loro dovere. Grazie CARABINIERE che sei stato ucciso mentre agivi rispettando il giuramento prestato alle leggi democratiche del nostro Bel Paese. Grazie di cuore per essere esempi di servizio per il Bene di tutti noi, senza se e senza ma. Posso solo dirvi Grazie CARABINIERI, una semplice parola ma che non esce spesso dalla bocca, forse perché è un po’ graffiante, non smielata come le convenevoli frasi di circostanza in questi eventi. Eppure la parola Grazie è così bella, proprio perché a differenza di altre parole in questa circostanza per me è sincera e, sentita. Grazie delle Vostre presenze ogni giorno.
Favria, 6.08.2019 Giorgio Cortese

Nessuno si sceglie la vita, è la vita che ci sceglie. Fai la scelta giusta, dona il sangue e sii un eroe nella vita di qualcuno. Vieni a donare venerdì 9 agosto a Favria ore 8-11,20 cortile interno del Comune, abbiamo bisogno di Te! Ps grazie se fai passa parola ed inviti più persone. Requisiti minimi per donare godere di buona salute, età tra i 18- 60 anni peso minimo kg50. Per info cell. 3331714827

Maria più candida della Neve.
Nel corso dei secoli la Vergine Maria è stata invocata, come Madre di Gesù il Salvatore, a sostegno di noi cristiani. La Madonna è stata raffigurata con opere d’arte dei più grandi come dei più umili artisti, inoltre con il sorgere di tantissime chiese, santuari, basiliche, cappelle, a Lei dedicate, si può senz’altro dire, che non c’è nel mondo cristiano un paese, una città, un villaggio, che non abbia un edificio sacro dedicato a Maria, nelle sue innumerevoli denominazioni. Il titolo di Madonna della Neve, presente nel nostro borgo favriese, affonda le sue origini nei primi secoli della Chiesa ed è strettamente legato al sorgere della Basilica di S. Maria Maggiore in Roma. Secondo la tradizione, nel IV secolo, sotto il pontificato di Papa Liberio, 352-366 d.C., un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni, insieme alla sua altrettanto ricca e nobile moglie, non avendo figli decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per la costruzione di una chiesa a lei dedicata. La Madonna gradì il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, tempo di gran caldo a Roma, indicando con un miracolo il luogo dove doveva sorgere la chiesa. Infatti la mattina dopo, i coniugi romani si recarono da Papa Liberio a raccontare il sogno fatto da entrambi, anche il Papa aveva fatto lo stesso sogno e quindi si recò sul luogo indicato, il colle Esquilino e lo trovò coperto di neve, in piena estate romana. Dal 1568 la denominazione ufficiale della festa liturgica della Madonna della Neve, è stata modificata nel termine “Dedicazione di Santa Maria Maggiore”, celebrazione sempre il 5 agosto. Il miracolo della neve in agosto non è più citato in quanto leggendario e non comprovato. Ma il culto per la Madonna della Neve, andò comunque sempre più affermandosi, tanto è vero che tra i secoli XV e XVIII ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’instaurarsi di tante celebrazioni locali, che ancora oggi coinvolgono interi paesi come per noi a Favria che è la testimonianza del visibile anello di congiunzione tra cielo e terra. Se a Favria la tradizione di questa ricorrenza si mantiene viva nell’omonimo borgo è grazie al tenza lavoro del Comitato presieduto da Riccardo, Segretario, cassiere- Presidente onorario Valentino, con gli altri membri del Comitato: Franca, Iolanda, Giusy, Valter, Giuseppe, Martino, Laura, Francesco, Anna Maria, Leonardo, Maria, Francesca e Gina. Ecco tutti loro mantengono viva ogni anno questa memoria non solo il giorno della festa ultima domenica di luglio, quest’anno 28 luglio con la S. Messa cantata alle ore 20,30 e poi processione per le relative vie della borgata in Favria. Una festa pluricentenaria, memorie di questa cappella si anno già verso la fine del Settecento dove viene citato anche il toponimo regione Pasquarolo, luogo di incontro della Abbadia dei Folli, confraternita giovanile per il tradizionale ballo dei valentini e valentine con falò e relativo ballo per le coppie di neo fidanzati e anche usata tale area per tiro con arco e archibugio e fiere agricole. La cappella ha ospitato sino alla rivoluzione francese un piccolo cimitero e dipendeva dalla chiesa di San Michele, diocesi di Torino, sino ad allora Favria era divisa in due parrocchie che dipendevano una da Torino e San Pietro, oggi San Grato dalla diocesi di Ivrea che aveva giurisdizione anche sulla cappella SS. Annunziata. Un grazie a tutti, proprio a tutti che hanno collaborato, contribuito in vario titolo come ogni anno alla riuscita della festa per mantenere vive queste tradizioni. Ritengo che ricordare è importante perché ci di vivere bene il presente, quello che facciamo, diciamo, pensiamo. Senza la memoria che può quindi esistere la stessa tradizione e di conseguenza elementi religiosi e profani che rendo viva la vita di una Comunità. Sono interconnessioni che si sostengono l’una con l’altra, perché allo stesso tempo la tradizione è importante per la memoria: si tratta infatti di un meccanismo che consente di conservarla in un modo unico e particolare. Infine permettetemi perché penso che questo è il pensiero di tutti noi borghigiani una parola semplice ma ricca di significato un grande Grazie a Valentino, che possa rimettersi in salute.
Favria, 7.08.2019 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno siamo quanto amiamo, cresciamo in quanto doniamo. La vita è un dono, nessuno escluso. Vieni a donare venerdì 9 agosto a Favria ore 8-11,20 cortile interno del Comune, abbiamo bisogno di Te! Ps grazie se fai passa parola ed inviti più persone. Requisiti minimi per donare godere di buona salute, età tra i 18- 60 anni peso minimo kg50. Per info cell. 3331714827

Inquietudine
Noi esseri umani siamo nati per vivere nelle convulsioni dell’inquietudine o nel letargo della noia? Questo pensiero mi è sorto quando una caro amico mi ha telefonato un sabato sera tardi dicendomi che aveva perso il carnet degli assegni, ed era preoccupato perché aveva paura che gli fossero stati rubati e nell’angoscia del fine settimana se li vedeva già incassati e con il conto ridotto a zero. Gli consigliato di stare calmo e di cercare ancora con calma e al lunedì di recarsi alla sua banca per avere i numeri degli assegni in suo possesso per poi fare denuncia. Il mattino dopo mi messaggia che il fascicolo degli assegni era stato ritrovato sotto il sedile dell’auto. Questo fatto mi ha fatto pensare all’inquietudine. Penso che un poco d’inquietudine serve perchè è il segno di una intensa vitalità del mio animo, che non si accontenta della banalità del quotidiano e aspira a una meta degna dei miei sforzi e quotidiani ardori insomma degli “heroici furori” come diceva Giordano Bruno. Con l’inquietudine, la mia coscienza si pone di fronte al mondo e a se stessa in un atteggiamento di stupore, ma anche di insoddisfazione per i limiti di ciò che è abitudinario, per i sentieri ormai ben noti, per gli orizzonti ristretti e ormai troppo familiari; e avverto nell’animo una pungente nostalgia di ciò che sta oltre: non oltre questo o quell’oggetto particolare della mia esperienza, per darmi sempre una scossa alla mia giornata che non deve mai essere spenta ed ingrigita. A volte la giusta dose di inquietudine mi aiuta a dare un senso alle dinamiche della mia vita.
Favria, 8.08.2019 Giorgio Cortese

La vita quotidiana certo non è perfetta, ma ha dei momenti di assoluta perfezione come la donazione del sangue. Vieni a donare venerdì 9 agosto a Favria ore 8-11,20 cortile interno del Comune, abbiamo bisogno di Te! Ps grazie se fai passa parola ed inviti più persone. Requisiti minimi per donare godere di buona salute, età tra i 18- 60 anni peso minimo kg50. Per info cell. 3331714827

Smaltire l’usbergo con canglore!
Certe persone devono sempre fare rumore per attirare l’attenzione anche quando sbrigano delle normali incombenze. Già la parola smaltire deriva dal gotico smaltjan, fondere. Oggi smaltire significa digerire, far passare, sbrigare; eliminare, far defluire, scaricare. Non trovate che sia una parola versatile ricca di significati che partono da immagini semplici e incisive. Certo si può smaltire il pranzo o smaltire una sbronza, così come si può smaltire il lavoro arretrato, il mucchio di rifiuti speciali, il traffico, ws è chiaro che il concetto è quello di ridurre, neutralizzare. Ma ciò che si smaltisce non viene eliminato ma piuttosto viene trasformato. L’immagine di base dello smaltire è il fondere come nel significato dell’originaria parola gotica. Tornando ai personaggi egocentrici dell’inizio, queste persone sembra che indossino durante la giornata una armatura per nascondere il loro animo, un usbergo. La parola usbergo significa armatura in maglie o lamine metalliche in uso nel Basso Medioevo, una corazza di difesa e protezione. Usbergo deriva dalla voce francone halsberg, protezione del collo. Questo tipo di armatura, l’usbergo, un camicione a maglie o lamine di metallo è giunto a noi nonostante ci fossero altre armature molto più sofisticate, ed ha acquisito il significato generico di armatura, corazza.. Dante lo cita nel XXVIII canto dell’Inferno:”..La buona compagnia che l’uom francheggia/ sotto l’asbergo del sentirsi pura”. Con l’usbergo si può parlare di chi usa il suo potere in modo abusivo sentendosi forte dell’usbergo di amicizie altolocate, e contro di loro si scaglia la verità con canglore. Il canglore è il rumore metallico forte e acuto, parola che deriva dal latino clangor, derivato di clàngere, gridare, squillare, dalla stessa radice di clamare ‘gridare, schiamazzare ed affine al greco claggé, squillo, strido, Il clangere latino aveva un significato ampio e asciutto, un fare risuonare trombe che squillano, per gazzarre d’uccelli, o schiamazzi di persone. Ora, il clangore di questi personaggi che definirei nullus non è più il clangor latino. meno vera. anche se il clangore non si riduce al suono che rendiamo per iscritto come ‘clang’, insomma un rumore metalli come il loro cuore caldo ma freddo e calcolatore e senza umanità
Favria, 9.08.2019 Giorgio Cortese

Vieni oggi a donare venerdì 9 agosto a Favria ore 8-11,20 cortile interno del Comune, abbiamo bisogno di Te! Ps grazie se fai passa parola ed inviti più persone. Requisiti minimi per donare godere di buona salute, età tra i 18- 60 anni peso minimo kg50. Per info cell. 3331714827

Ritratti del coraggio!
Ho recentemente letto il libro “Ritratti del coraggio, Profiles in Courage, scritto nel 1955 da John Fitzgerald Kennedy, allora giovane senatore, che ha consentito all’autore di vincere il prestigioso Premio Pulitzer per la biografia e autobiografia nel lontano 1957. Questo libro pubblicato per la prima volta nel 1956, quando JFK era ancora un giovane ma promettente senatore a un passo dalla campagna elettorale che lo avrebbe portato alla Presidenza degli Stati Uniti, a cinquanta anni di distanza, è ancora letto avidamente nelle librerie americane come un intramontabile long-seller rivelandosi uno di quei libri che non muoiono mai, che riescono a sorprenderci per la loro attualità. Kennedy lo volle scrivere e pubblicare quasi in forma di monito, forse soprattutto per se stesso: un libro che avesse il compito di ricordare ai politici, come agli elettori, che la politica poteva essere diversa, che i politici potevano essere migliori e lo fece portando come esempio otto autorevoli personalità dimenticate dalla storia americana, otto uomini politici che si erano contraddistinti per il coraggio delle loro scelte, che avevano usato il proprio potere e il proprio peso politico per assumersi la responsabilità di scelte impopolari, che avrebbero messo a rischio la propria carriera, pur di agire in difesa del bene comune, della giustizia e della democrazia. Il libro descrive gli atti di coraggio e di integrità di otto senatori degli Stati Uniti e si snoda attraverso tutta la storia del Senato americano. Nel racconto si mettono a fuoco profili di senatori che hanno attraversato le linee tracciate dal loro partito oppure che hanno sfidato l’opinione pubblica per fare ciò che sentivano fosse giusto, subendone perciò gravi critiche e perdite di popolarità. Viene, dunque, esaltato il valore dell’opinione personale del rappresentante politico che , in circostanze eccezionali, potrebbe richiedergli di mettere a repentaglio persino la sua carriera politica. Scriveva Kennedy: “Senza voler togliere nulla a quel genere di coraggio che porta alcuni uomini a morire, non dobbiamo dimenticare quegli atti di coraggio grazie ai quali gli uomini vivono; il coraggio della vita quotidiana è spesso uno spettacolo meno grandioso del coraggio di un atto definitivo, ma resta pur sempre una miscela magnifica di trionfo e di tragedia… Un uomo fa il suo dovere, a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli e le pressioni, e questo è il fondamento della moralità umana; in qualsiasi sfera dell’esistenza un uomo può essere costretto al coraggio, quali che siano i sacrifici che affronta seguendo la propria coscienza: la perdita dei suoi amici, della sua posizione, delle sue fortune e persino la perdita della stima delle persone che gli sono care. Ogni uomo deve decidere da sé stesso qual è la via giusta da seguire; le storie che si raccontano sul coraggio degli altri ci insegnano molte cose, possono offrirci una speranza, possono farci da modello, ma non possono sostituire il nostro coraggio… per quello ogni uomo deve guardare nella propria anima.” Il libro è stato ampiamente celebrato ed è diventato un best seller negli Stati Uniti; in seguito è stato trasformato in una serie televisiva messa in onda sulla rete NBC durante la stagione televisiva 1964-1965. Nel libro si parla di John Quincy Adams, , Senatore, 1803-1808, più tardi Presidente del Massachusetts, ricordato per essersi distaccato dal Federalist Party. Daniel Webster, , del Massachusetts, ricordato per il suo discorso sulle leggi del Compromesso del 1850 che temporaneamente allontanarono il pericolo della guerra civile che avvenne 10 anni dopo. Thomas Hart Benton, senatore del Missouri, , per essersi opposto alle leggi sull’estensione della schiavitù. Sam Houston, del Texas, , per aver parlato contro ilo Kansas- Nebraska Act del 1854 e per essersi opposto alla secessione del Texas , cosa che gli costò il posto di governatore. Edmund G.Ross, del Kansas, , per aver votato a favore di Andrew Johnson nell’impeachement. Lucius Lamar, del Mississippi, che sostenne Charles Summer. George Norris, del Nebraska, che si oppose a Joseph Gurney Cannon e parlò a favore della neutralità nella prima guerra mondiale. Ed infine Robert Taft, dell’Ohio.
Favria, 10.08.2019 Giorgio Cortese

Ci vuole il sorriso per affrontare la vita, ci vuole leggerezza per viverla, ci vuole coraggio per camminare ogni giorno in questo deserto di sentimenti che ci circonda, ci vuole amore per vivere.

11 agosto id al-adha عيد الأضحى
Id al-adha in arabo ‎ o festa del sacrificio a volte è chiamato festival del montone. Questo festival celebra la fede di Abramo che stava per sacrificare il proprio figlio, Ismaele, seguendo una visione, fonte Corano, e un angelo gli apparve. Dio poi trovando la verità in Abramo, l’angelo gli chiese di sacrificare un montone al posto di suo figlio.
Favria 11.08.2019 Giorgio Cortese

Per me la farfalla è un fiore di volo, ed il fiore una farfalla ancorata a terra.
giorgio