Estate.- Parapieuva! – A mano a mano….- San Giovanni . -Assimilare l’assembramento sembiante! – L’ocasion arangia la ciaparia (la scoela, scudela), ant la stagera. -Diciamo basta al dio Denaro! – La Comunità. – Donare Sangue è sempre una buona idea. Soprattutto in estate… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Estate…
Siamo all’inizio dell’estate e parafrasando il grande bardo Shakespeare, ora che l’inverno del nostro scontento si è fatto estate sfolgorante, cosa resta di quanto abbiamo vissuto? Il momento è ancora difficile, ma passerà. Anche economicamente ci vorrà del tempo, ma ce la faremo ad uscire da questo buio tunnel, e da ottimista, ne usciremo molto migliori di come siamo entrati, perché dobbiamo sempre ricordarci che dietro ogni grande crisi si nasconde una opportunità di crescita e di miglioramento. Sono convinto che il coronavirus possa trasformarsi in una fantastica opportunità per un nuovo Rinascimento Italiano, nella Patria che ha dato i natali a Michelangelo, Tiziano, Leonardo, Galileo, Galvani, Volta, Fermi e Marconi, e mille altri. Lo avremo se torneremo a capire, costretti da questa grave emergenza sanitaria, l’importanza della scienza e della medicina e della cultura. Anzi, che vivremo meglio di prima, se da questa grande paura avremo imparato, con umiltà, intelligenza, le giuste lezioni, come cittadini e come umanità in generale. Perché questa è la vera, grande sfida che dobbiamo vincere tutti insieme, anche per onorare nel modo migliore possibile le vittime di questa malattia. Quello che non vedo e il non ripensare le nostre città e comunità con più verde. Gli studi indicano una correlazione stretta fra le zone del mondo dove questa pandemia ha colpito più forte e l’inquinamento. Grandi indiziate, quelle polveri sottili che possono essere abbattute da viali urbani ben progettati, con alberi, arbusti sotto chioma e prato. Piante che meglio lavorano se sono ben tenute, con potature sapienti. Da quello che vedo sulla cartina geografica, e sarà un caso il virus avrebbe colpito più duramente le zone del mondo dove maggiore è l’inquinamento: Cina, Usa, Iran, Europa occidentale. E qui nel Bel Paese, nel Nord, dove i livelli di particolato sono più elevati rispetto al Sud. Se ci penso in questi mesi sono anche sopravvissuto mentalmente, nel vedere i fiori nel balcone e nel vicino parco. Vedere giorno dopo giorno la semplice pianta nel vaso che fioriva, o degli alberi li vicino, e nell’ammirare le api che andavano ad impollinare, mi dava una sensazione di benessere nell’animo, che la vita continuava a pulsare e non era vinta. Poi ho visto fiorire balconi e giardini giorno per giorno sulle pagine dei social, e quando uscivo a fare la spesa se potevo catturavo una foto di albero fiorito sul ciglio della strada, foto rubate che davano ristoro. Purtroppo viviamo ancora in una fase di distanziamento sociale, con le strette di mano proibite. Per ovviare al contatto umano della pelle io accarezzo delicatamente una rosa che osa parla di amore e di speranza silenziosamente, in un linguaggio che comprende solo il cuore. Una rosa è senza perché, fiorisce perché fiorisce, non bada a se stessa, non chiede se la si vede simile ad un animo aperto e fresco che non sa star chiuso e vuole aprirsi e ogni volta che le osservo scopro sempre qualcosa di sorprendente.
Favria, 21.06.2020 Giorgio Cortese

In estate mi piacerebbe giacere qualche volta sull’erba ascoltando il mormorio dell’acqua, o guardando le nuvole fluttuare nel cielo, credetemi non è uno spreco di tempo.

Parapieuva!
Mi ha fatto riflettere quanto ha espresso mio suocero arrivato quasi alla veneranda età di 96 anni. Il suo desiderio che lo renderebbe felice, è che appena si possa, fine pandemia permettendo, di invitare i parenti stretti, per quanto può contenere la cucina per mangiare insieme, sotto il soffitto chiamato ‘l parapieuva, la volta della cucina a padiglione elemento di copertura del soffitto nella case di una volta con superficie curva. Parto dal legittimo desiderio di mio suocero per riflettere che nella vita ci sono attimi di amarezza ed altri di felicità che si vuole condividere con le persone care. In questi momenti di contentezza, che arriva inaspettata, che giungono all’improvviso, con una tale rapidità che spesso è davvero impossibile riuscire a comprendere la loro logica, per darci una spiegazione razionale per quanto stiamo provando. Probabilmente perché certe cose non possono essere spiegate razionalmente, accadono e basta, e ci colpiscono al cuore tra le fessure dell’animo con una tale intensità da farci sentire immediatamente in sintonia con il resto del mondo, un po’ come se stessimo nuovamente riprendendo fiato, dopo un periodo fin troppo lungo trascorso in apnea come la recente clausura da coronavirus. Personalmente quando queste emozioni percorrono il mio animo mi rendo conto di non riuscire neppure a mettere per iscritto ciò che sento, tanto forti sono i pensieri che mi porto dentro. Sono emozioni positive, senza alcun dubbio, e risuonano con una notevole intensità quando avvengono durante la giornata. Queste emozioni sono la benzina necessaria per ripartire nel mio quotidiano cammino. Onestamente non so neppure perché sto scrivendo tutto questo, dal momento che agli occhi di chi legge potrà sembrare sconclusionato e senza senso. Non sto cercando di razionalizzare le cose, né voglio dare una spiegazione logica ad un qualcosa che di logico non ha niente, ma che aiuta tantissimo ad andare avanti, la felicità nell’animo! Nella vita di ogni giorno le persone entrano a far parte della mia vita, alcune sono fatte per essere semplici meteore, passano e lasciano dei flebili ricordi perché non sono destinate a restarmi accanto, sotterrate poco per volta dalla polvere del tempo e, il più delle volte, va bene così. Ci sono altre persone che invece, rimangono sempre al mio fianco e persino con il tempo, nonostante la distanza o le difficoltà della vita, non mi abbandonano mai, si prendono un angolino speciale dentro al mio cuore e si fermano lì, ci restano dentro per sempre ed anche quando guardo altrove, la certezza di quella presenza continua a farmi brillare l’anima, la consapevolezza di ciò che provo e di quel legame speciale che il tempo ha saputo tessere mi portano avanti e mi fanno sentire completo, perché, in fin dei conti, non ho bisogno di ricordare ogni giorno qualcosa che sento così chiaramente dentro di me. Ogni giorno non ho bisogno di guardare il cielo, per ricordarmi che è azzurro e nel mio animo se sono sereno ho sempre un “parapieuva” trasparente, come quelli dei bambini, per vedere sempre con immutato stupore un pezzetto di cielo. E se proprio piove mi ricordo sempre che ogni grondaia ha un suo modo di piovere, ogni tombino ha una voce diversa in quel grande concerto che è la vita. Mi auguro sinceramente che mio suocero possa realizzare questo suo desiderio, nel trovarsi a fare festa con persone che ama, sotto lo stesso tetto che per lui è un grande ombrello, parapieuva e che tutti ci protegge.
Favria, 22.06.2020 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno non abbassiamo mai lo sguardo. Teniamolo sempre in alto. Guardiamo il mondo negli occhi.

A mano a mano….
La mano è uno strumento più perfetto di quanto ci meritiamo noi esseri umani. La mano può fare può fare un numero innumerevole di movimenti, serve ai ciechi per vedere ed ai muti per parlare. Il vocabolo mano dal latino manu è usato nella lingua italiana per formare tantissimi modi di dire ed espressioni come il modo di dire a cento mani, quando si fa ricorso a a tutti i poteri o le possibilità, le risorse o simili di cui si dispone e con tutta la mia volontà, per spiegare tanti modi di dire. Cercherò di parlare della parola mano a man salva, ossia senza limiti di quantità ma a differenza di questo modo di dire in modo lecito e senza arraffare. Perché non è mia intenzione allungare le mani, che evoca il rubacchiare, sottrarre oggetti di poco conto o anche nel senso lato, toccare qualcosa senza il permesso di farlo. Un tempo questa locuzione indicava una concessione dei re agli esattori dei tributi o agli amministratori della giustizia considerati rappresentanti della sua “mano”, cioè del suo potere. Ogni giorno cerco di tenere le mani a posto, di non essere manesco nè prendermi delle confidenze sgradite. Detesto chi ha le mani lunghe, rubacchia o cerca di prendersi confidenze sconvenienti con una persona dell’altro sesso. O poi chi ha le mani sporche, senza essersi macchiato di gravi reati ma immischiato in qualcosa d’illecito, spesso con riferimento ad appropriazioni indebite. Questo detto originariamente si diceva degli assassini, che avevano quindi le mani sporche del sangue della loro vittime. Alla fine mi auguro che questi ultimi citati resteranno a mani vuote, senza niente, con le mani piene di vento. Scusate se ho calcato la mano ma nella nostra società, per ripartire è importante rigore e severità, soprattutto da noi stessi se cogliamo qualcuno con le mani nel sacco, nell’atto di compiere qualcosa di scorretto dobbiamo agire con giustizia denunciando il tutto e subito con mano ferma, con fermezza, con autorevolezza, senza cedimenti. Dando man forte e venendo in aiuto al debole per difenderlo con la forza della propria mano, armata di onestà e giustizia, insomma dando una mano. Dobbiamo tutti per quanto possibile avere con le persone che cercano di avere la mano lesta, svelti di mano, ladruncoli o chi vuole fare man bassa, che cercano di arraffare (la frase “mani a basso” era il segnale che negli antichi eserciti dava il via al saccheggio), una mano di ferro in guanto di velluto, energia e forza di volontà nascosti sotto un’apparente dolcezza. Questa ultima frase si dice di chi sa far valere la propria autorità pur mantenendo un atteggiamento dolce e benevolo. Certo sono consapevole di non essere la mano di Dio, e diffido di quelle persone che vengono definite provvidenziali, che giungono a proposito, al momento giusto, come se Dio si muovesse personalmente a dare il suo aiuto. Ma siamo tutti nelle mani di Dio e ne dobbiamo accettare la volontà. Certo scrivo a mani nude, senza usare armi, questa locuzione è riferita in particolare a chi uccide o combatte servendosi esclusivamente delle mani, e la mia spada è la penna, ops la tastiesta. Ma cercherò di illustrane il più possibile a piene mani, in grande quantità, frase che viene usata per indicare in senso figurato chi si riempie completamente le mani di qualcosa. Le parole sulla mano sono a portata di mano, facilmente raggiungibili, con il significato che sono tanto tanto vicine che sarebbe sufficiente allungare una mano per arrivarci. Purtroppo sono cosciente che non ho nè le mani d’oro, il sapere fare bene molte cose, o anche solo una ma con risultati eccezionali, ne ho una mano felice, che significa avere un colpo di fortuna, come per aver saputo scegliere il biglietto vincente di una lotteria o in questo caso scegliere bene l’argomento. Mi auguro ogni giorno con speranza di avere una buona mano, insomma di trovarmi in una situazione favorevole. Nei giochi di carte, significa avere in mano un gioco che promette buone possibilità di vincere. La locuzione esiste anche nell’industria cartaria, e indica una carta con ottime caratteristiche di spessore, resistenza, ingualcibilità e così via. Mi avvio a concludere questo incompleto lavoro su questa parola dando l’ultima mano, modo di dire sul finire un lavoro o simili dandogli gli ultimi ritocchi, la rifinitura, ma poi fregandomi le mani, insomma manifestando grande soddisfazione. Auspicando di avere avuto la mano leggera, trattando l’argomento con delicatezza. Ma dovete sapere che non ho l’abilità di fare una cosa con la mano sinistra, ovvero di fare una cosa con estrema facilità, ne sono così bravo a fare una cosa con una mano sola, con il significato di fare e qualcosa con estrema facilità, quasi usando una sola mano ritenendo superfluo usarle entrambe. Saluto con la speranza che questa mail di bassa mano, di qualità scadente, ben sapendo che quanto scritto non sono frasi di prima mano, nuove ma di seconda mano, già riportate da altri, alzo la mano e Vi saluto.
Favria, 23.06.2020 Giorgio Cortese

Il profumo dell’estate è l’essenza della libertà con la fioritura del tiglio.

A mano a mano….
La festa di S. Giovanni cade in un momento particolare dell’anno, in realtà è la festa del Solstizio d’Estate, la Festa di Litha o Shuda Ian, la Festa del Fuoco. Significativo l’uso di accendere grandi falò nella notte. Il grande fuoco è simbolo del Mistero. Nelle terre piemontesi c’erano alcuni usi tradizionali come quello di bagnarsi con la rugiada della notte considerata terapeutica e quasi miracolosa. Era uso mettere fuori le coperte proprio perché prendessero la rugiada dalle virtù magiche.
Ps auguri di buon onomastico a tutti i Giovanni e Giovanna
Favria, 24.06.2020 Giorgio Cortese

Ogni giorno non importa se vado veloce o piano, l’importante è non fermarmi.

Assimilare l’assembramento sembiante!
Una nuova parola complice l’epidemia proveniente dalla Cina è entrata nell’uso comune, assembramento! Un caro e dotto amico al riguardo mi ha citato dei versi di Dante, precisamente nel Purgatorio della Divina Commedia: “ Io voglio del ver la mia donna laudare, ed asimilarli la rosa e lo giglio”. Beh quando diciamo o leggiamo la parola assembramento pensiamo subito ad una riunione occasionale e disordinata di persone. Nel Medioevo si usava dire assembraglia per indicare una riunione ostile di persone, magari contro il nobile di turno, insomma usata al posto di dire gentaglia o peggio canaglia. La parola italiana deriva dal francese francese assembler, ottenuto dal latino simul insieme e l’aggiunta del prefisso ad, verso. Da questo lemma nasce anche una bella delicata parola, assimilare, rendere simile. Come si vede assemblare e assimilare hanno la stessa origine ma con due percorsi del linguaggio distinti. Da questa unione fortunata nasce nel Trecento la parola italiana assemblea e negli anni sessanta del Novecento assemblare. L’altro giorno sono andato a fare la spesa e chi aspettava per entrare nel negozio, stando a debita distanza gli uni dagli altri squadrava come un rapace i nuovi venuti, forse timoroso che il solito furbetto con una innocente scusa gli passasse davanti. Il titolare passando davanti all’ingresso ci ammoniva di tenere le distanze con un bonario: “Troppo assembramento!” Concludo con un verso di Montale tratto da Ossi di Seppia in cui dice di Esterina che ha: “L’intento viso che assembra l’arciera Diana…”. Ed eccoci alla parola sembiante, anticamente semblante dal provenzale semblan, dal latino assimilare, cioè rendere simile. Forse una delle lezioni che ci ha impartito questo microscopi virus è che ci pensiamo padroni del mondo ma siamo dei giganti dai piedi di argilla. E la crisi ci fa riflettere di quanto siamo simili anche se ci consideriamo nei nostri steccati ideologici superiori agli altri.
Favria, 25.06.2020 Cortese Giorgio

Ogni giorno decidiamo che una cosa si può e si deve fare e trovo il modo.

L’ocasion arangia la ciaparia (la scoela, scudela), ant la stagera.
Prendo spunto da questo vecchio proverbio Canavesano citatomi dal saggio Melampo, pseudonimo, che traduco, l’occasione sistema tutte le scodelle nella credenza! Questi sono indubbiamente giorni in cui bisogna tenersi impegnati, innanzitutto col pensiero. La mia dose quotidiana di memoria volatile, congeniale alla frenesia del quotidiano, si mostra improvvisamente adesso per quello che è, superficiale, parziale, ingannevole. Rifletto che sia necessario pescare più a fondo, spingermi giù, sino nelle profondità dei saggi del passato, nelle memorie antiche, quelli che lascio inesplorati per mancanza di tempo. Dalla mia finestra e balcone osservavo un mondo fatto di pochi passanti, indaffarati e muniti di mascherine, intenti a muoversi fugacemente attraversando il mio limitato campo visivo senza emettere suoni degni di nota. A pensarci, tutto è silenzioso, in tranquillo e rallentato. Questo per riflettere che questa pandemia sta portando con sé una magnifica occasione nella nostra società ormai dedita soltanto alla produzione, al consumismo, dove quello che conta è solo fare soldi, spenderli, inquinare, fregare il prossimo. Questa tragica epidemia, nella sua funebre drammaticità, ci sta dicendo di fermarsi un attimo e di ragionare per riflettere. Non dico che sia un invito alla lentezza ma dato che stiamo molto a casa penso a questa vita sempre di corsa e mi domando, ma quanti di noi si sono fermati l’ultima volta per ammirare un tramonto? Per ascoltare il rumore del mare, per dedicare il proprio tempo alle persone che contano davvero, per conoscere meglio noi stessi, per tornare a meravigliarci di qualcosa, di ascoltare con attenzione? Purtroppo siamo sempre di corsa e adesso che siamo confinati in casa abbiamo modo di riflettere. Certo vengo preso dall’horror vacui, paura del vuoto, vista la quotidiana frenesia, ma stare fermi aiuta e allora nella clausura della casa pensiamo che dietro ogni problema c’è un’opportunità anche adesso in questo mare in tempesta pieno di difficoltà. In ogni giorno ci sono 1.440 minuti. Questo significa che abbiamo 1.440 opportunità al giorno per fare qualcosa di positivo e poi alla fine ogni scodella quotidiana troverà il suo posto nella grande credenza della vita, se abbiamo fiducia, speranza ed un pizzico di ottimismo
Favria, 26.06.2020 Giorgio Cortese

Ogni giorno le mie quotidiane decisioni determinano ciò che diventerò e dove andrò nella vita!

Diciamo basta al dio Denaro!
Scusate questa espressione cruda ma penso che sia ora come Occidente di dire basta nel fare affari con regimi dispotici e liberticidi. A chi mi riferisco, a tanti ed in primis alla Cina, prima con genocidio del Tibet, passato distrattamente in Occidente ed adesso alla ottusa repressione in Hong Kong, senza poi parlare sull’appoggio dato a suo tempo alle politiche di sterminio omicida in Sudan e di violenze senza limiti in Birmania. E poi adesso, il coronavirus, che direi di chiamare cinesevirus, il governo autoritario di quel paese non abbia, e nutro questo sospetto, dato informazioni tempestive al resto del mondo e, piuttosto che chiedere scusa sul ritardo nel dare tempestive notizia del dilagare dell’epidemia, come dovrebbe fare un paese moderno ha fatto filtrare notizie pilotate e di quanti morti ci sono stati in Cina non si sa, ma si presume. Poi anche vicino a casa nostra sul mare Mediterraneo la Turchia e l’Egitto non brillano per democrazia e diritti umani e noi cosa facciamo, vendiamo delle fregate e ci facciamo fregare ancora una volta sulla fine del povero Regeni, per il quale occorre chiedere la verità, tutta la verità e non fare affari con chi non ci dice come è morto un nostro connazionale. Mi sembra che oggi siamo simili ai romani del III secolo d.C. che per paura che tra di loro ci fosse chi voleva usurpare il titolo di Imperatore mettevano nell’esercito i barbari considerati di animo semplice e poco avezzo agli intrighi della decadente civiltà romana, poi la fine che hanno fatto lo sappiamo bene tutti. Adesso in nome del dio Denaro, degli affari trattiamo con stati liberticidi, pensando che non sono nostri problemi e cosi gli diamo sempre più forza. I paesi canaglia sono molti di più ma ho scelto solo questi perché sono schifato che del povero Regeni non sappiamo che fine ha fatto ma nel contempo gli vendiamo delle fregate, fregandocene della sua fine e del regime che alligna in quel Paese. Che tristezza!
Favria, 27.06.2020 Giorgio Cortese

Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un’opportunità.

La Comunità.
La città per Pericle, secondo il racconto di Tucidide, è il centro è il senso della vita civile. La bellezza dei suoi edifici e dei suoi spettacoli e tutt’uno con la forza d’animo che sa trasmettere ai suoi cittadini. Questo seme gettato da Atene a fruttificato della nostra civiltà. Oggi voglio riflettere sul rapporto che ho con la mia Comunità di adozione, Favria! Non è una Comunità che può vantare grandissimi edifici, delle ville tra cui il palazzo comunale in Villa Martinotti, tre chiese e delle cappelle campestri delle borgate, non ha un teatro o almeno non più adesso. lo aveva, il teatro San Carlo poi cinema parrocchiale adesso chiuso. Ma la mia Comunità, e dico mia perché me lo sento come la pelle che ho addosso è il luogo in cui vivo e dove ogni giorno avviene un continuo scambio di esperienze e di emozioni nelle vie, piazze e attività commerciali che la tengono viva, e questo non ha prezzo. La mia Comunità è stata fondata sul lavoro delle generazioni passate, se si pensa che tracce di Favria si trovano già nell’anno 1000, ne sono passate di generazioni. Ma vive anche sulla capacità di creare lavoro per le generazioni future. E qui e la scommessa di tutti noi che abitiamo in questa Comunità per valorizzare quello che ci hanno lasciato gli anziani, per trasmetterlo ai giovani. Favria è un microcosmo e fucina del pensiero di chi la vive anche con visioni diverse ma tutte orientate verso un futuro migliore ed è proprio questa disomogeneità interna che ne accresce il fascino e il suo spessore ed è il valore aggiunto per tutti noi. A Favria possiamo distinguere case, le persone, le chiese, il castello e il palazzo comunale, villa Martinotti, con la sua storia che merita di essere raccontata e trasmessa alle generazioni future. Insomma a Favria viviamo tra spazi pubblici e privati tre vie e vita tra riti religiosi e politici o commerciali come il mercato del martedì. Viviamo e partecipiamo negli eventi pubblici, feste civili e religiose, e tutte queste concorrono a farci crescere a darci un anima nostra propria che forma la Comunità invisibile costruita nel nostro animo dell’idea di appartenenza ed affezione a Favria e di sentirci favriesi. W Favria ed i Favriesi e buona Festa Patronale a tutti!
Favria, 28.06.2020 Giorgio Cortese

Ogni giorno non giudicatemi quante volte sono caduto ma quante volte mi sono rialzato.

Donare Sangue è sempre una buona idea. Soprattutto in estate.
Non è possibile ricreare sangue in laboratorio quindi la donazione spontanea è l’unico modo per metterlo a disposizione di chi ne ha bisogno. Ciascuna donazione, poi, può salvare fino a tre vite. Questo gesto d’amore ha ricadute positive anche sulla nostra salute, migliora il flusso sanguigno e, grazie ad analisi specifiche, può rilevare malattie a uno stadio precoce. Un incentivo a prendersi cura di noi e sentirci più responsabili scegliendo un sano stile di vita. Il sangue può essere definito un vero e proprio farmaco salvavita e una donazione può aiutare in molteplici casi: trasfusioni per emergenze, patologie tumorali, interventi chirurgici complessi, difetti congeniti come la talassemia. La donazione di sangue è un grande atto di umanità e di civiltà. Diventa donatore!
Calendario donazioni sangue zona 2 Canavese, mese di luglio.
Ciriè San Carlo, giovedì 2 luglio
Rivarolo, 3 luglio
Favria, mercoledì 8 luglio
Valperga, venerdì 10 luglio
Forno, sabato 11 luglio
Corio, domenica 12 luglio
Pertusio, domenica 12 luglio
Forno, domenica 19 luglio
Levone, domenica 19 luglio
Salassa, domenica 19 luglio
Cirie’, san carlo, martedì 21 luglio
Corio, martedì 21 luglio
Pont C.se , giovedì 23 luglio
Aglie, venerdi 24 luglio
Rivarolo, venerdì 24 luglio
Rivara, sabato 25 luglio
San Giusto, sabato 25 luglio
Bosconero, lunedì 27 luglio
Lombardore-Rivarossa, martedì 28 luglio
Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827
Qui di seguito cellulari dei referenti gruppi dove potete prenotarvi
Aglie’ 331-3539783
Barbania / Front _ 347-9033486
Bosconero 011-9889011 e 338-7666088
Cirie’ 340-7037457
Corio 348-7987945
Favria 333-1714827
Feletto 339-1417632
Forno Canavese _ 338-8946068
Levone 340-0675250
Locana 349-6623516
Lombardore / Rivarossa 333-3310893
Montanaro 377-7080944
Ozegna 339-3921510
Pont 333-8937412
Rivara 339-6339884
Rivarolo Canavese 348-9308675 e 347-4127317
San Giusto Canavese 377-1213021
Valperga / Salassa / Pertusio 347-5821598
Varisella / Vallo 333-9584743
Favria, 29.06.2020 Giorgio Cortese

Ogni giorno le emozioni vanno vissute intensamente perché il cuore le scandisce senza tempo.
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