Cuore tenebra maschilista. – Luce d’autunno. – Alle Jahre wieder – Capitani Coraggiosi. Kipling R. – Testa o croce?…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Cuore tenebra maschilista.
I numeri non sono un segreto di Stato e nemmeno nuovi, purtroppo, ogni giorno nel Patrio Stivale vengono stuprate dalle 9 alle 11 donne. Che sono poi raccontati, a volte con sgradevole minuzia, con il sospetto che serva solo a fare audience, perché suscita nel nel pubblico emozioni forti, come paura, pietà, indignazione, rabbia, curiosità morbosa e serve per mettere a posto la coscienza di una parte dell’Universo maschile dal cuore tenebra. Ma le violenze denunciate sono solo la punta dell’iceberg, perchè gli stupri sono molto di più, le prevaricazioni innumerevoli a cui deve aggiungere oltre ai femminicidi, gli abusi fisici e psicologici di ogni tipo a cui le donne sono sottoposte quotidianamente e che con gli stupri condividono la radice della violenza di genere. Ma, di questi nessuno sa niente, rimangono tra le mura di casa o del luogo di lavoro per la paura della povera vittima di non essere creduta e di perdere il lavoro o la vita stessa, per cui nessuno fa niente. Risultato: della quasi totalità degli stupri, che dunque avviene tra le mura domestiche o per mano di chi le donne conoscono e amano, non c’è traccia. Dobbiamo vigiiare di più tutti e non agire solo sull’emergenza del momento, non basta indignarci, bisogna agire sempre come esseri umani portando sempre il massimo rispetto per ogni persona e non solo. Cosa manca oggi, sono più controlli nelle città, più sostegno ai centri che si occupano di violenza, più prevenzione e cultura nelle scuole, quest’ultima è essenziale per il futuro. Certi movimenti populisti che ragionano con la pancia chiedono la castrazione chimica e la galera, o leggi speciali. Le leggi ci sono e pure gli strumenti per combattere e prevenire la violenza sulle donne. Sabato 25 novembre viene celebrata la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”. Il dramma che in questi giorni si parla del problema creando quasi una sorta di illusione ottica del problema, mettendo in ombra l’aspetto forse più drammatico del problema. Un conto sono gli stupri denunciati, quelli che finiscono in tv e sui giornali, ben altro conto sono tutti gli stupri. Una cliente in ufficio mi ha raccontato anni fa quanto ha dovuto sopportare con il calvario giudiziale lungo in media cinque anni, ricordando, raccontando e rivivendo più e più volte la violenza subita. In conclusione esorto tutti a riflettere che la vera emergenza che riguarda tutti noi, perché tutti noi, maschi e femmine che siamo immersi in una cultura che mercifica ogni giorno il corpo femminile, inducendo taluni maschi dal cuore tenebra a trattare le donne come tali, merci, oggetti di cui disporre liberamente. Quando avviene la violenza i media cavalcano l’emergenza, e pochi istanti dopo, rischiano di rendersi inconsapevoli complici di una cultura stupida e malvagia. Poi le luci della ribalta della violenza si spengono e nessuno della Politica prende di petto il problema, ma dobbiamo farlo adesso e ora se vogliamo risolvere un problema dell’umanità.
Favria, 29.11.2017 Giorgio Cortese

A volte un breve momento restituisce ciò che molti anni mi hanno tolto.

Luce d’autunno.P_20171125_161630
Esco per lavoro, passo in una stradina laterale immmersa nella calma e vedo uno spettacolo che solo la Natura può regalare. Una bella pianta di cachi con i frutti sui rami penduli. Questi frutti, non colti, rimangono a contrappunto tra cielo e terra, dono ai puntuti becchi d’uccelletti stanziali . arriva un debole refolo di vento e li vedo danzare lievemente dagli esili rami. Si i cachi sono la dolcezza autunnale, una nota di colore nel grigio autunno con le piante ormai spglie delle multicolori foglie. Nel tardo pomeriggio, prima dell’imbrunire sembra che questi frutti dorati come il sole, siano li ad illuminare l’incombente notte. Questa pianta ed i suoi frutti sono bellissimi ed antichi, di provenienza orientale ed il suo nome originale è kaki. Sicuramente tra i maggiori estimatori di questa pianta vi sono sicuramente i giapponesi, che arrivarono a coltivarlo in modo intensivo, non solo per la bontà dei frutti, ma anche per la bellezza estetica della pianta. In Cina è anche chiamato Mela D’Oriente e Albero delle Sette virtù: longevità, ombra estesa, mancanza di nidi tra le fronde, indenne da attacco di tarli, ludico per via delle foglie con le quali i bambini ci giocano in inverno, il legno è ottimo per accendere il fuoco e ricco concime per il terreno. In Europa arrivò circa due secoli fa e in Italia verso i primi anni del 1900, in Emilia e nel Salernitano, che ancora tutt’oggi rappresenta la massima zona di coltivazione. A queste due regioni si affiancata la Sicilia, i cui cachi vengono esportati in tutto il mondo. È uno dei frutti tipicamente autunnali, insieme all’uva, alle nespole, alle arance, mandarini. Osservando questo albero di cachi, ricolmo di frutti rosso-arancio, e a casa assaporando a casa un frutto, acquistato, spaccato e succoso in una tazza, si affollano nella mente immagini, concetti, parole. Sì, il gusto dell’autunno ha il dolce sapore del kaki
Favria, 30.11.2017 Giorgio Cortese

Le quotidiane emozioni sono la pelle del mio animo

Alle Jahre wieder
Alle Jahre wieder, “Di nuovo, ogni anno” è un tradizionale canto natalizio tedesco scritto nel 1837 da J.W. Hey , un sacerdote e poeta originario della Turingia, il brano viene spesso intonato o irradiato in occasione dei mercatini natalizi. Il testo dice che Gesù fa puntualmente ogni anno ritorno sulla Terra per benedire ogni casa e ogni persona
Favria 1.12.2017 Giorgio Cortese

Ogni giorno devo guadagnarmi il rispetto dei miei simili non chiederlo

Capitani Coraggiosi. Kipling R.
Capitani coraggiosi non è solo un libro per ragazzi e descrive la vita di uomini destinati a guadagnarsi da vivere diversamente rispetto agli altri. Sono uomini che devono inseguire verso la fine dell’Ottocento i banchi di pesce per mesi e mesi, affrontando i pericoli e le tempeste dell’Atlantico del nord, tra l’Islanda, le Azzorre e il Terranova. Ma il libro “Capitani coraggiosi” è soprattutto la storia di una crescita spirituale e caratteriale di un giovane, un bel manuale di educazione, infatti nell’avventura del giovane Harvey si impara ad avere il coraggio di fare un passo indietro e due in avanti, si impara a vedere oltre il pregiudizio. Questo libro di Kipling è un libro per tutti i gusti, per tutte le età, non solo come già detto solo per ragazzi, dalla lettura scorrevole e genuina. Un libro che mi porta a riflettere che dietro ad ogni persona c’è sempre una storia da raccontare che rispecchia chi è realmente colui che si cela dietro il volto. Quello che mi piace di questo libro, letto e riletto tantissime volte è che i protagonisti sono tutti deboli. Questo è il bello della vita, la debolezza di noi esseri umani non è un problema ma una nota positiva, perché da lì può nascere sempre una forza utile per la società del domani. Bellissimi gli episodi e avventure vicino all’isola di di Terranova in Canada per il giovane Harvey che Vi aspettano se andate in Biblioteca G. Pistonatto a Favria a prendere in prestito il libro, buona lettura.
Favria, 2.12.2017 Giorgio Cortese

Regaliamoci un sorriso ed il S. Natale sarà perfetto

Testa o croce?
Che tristezza, apprendo dai giornali che nella Comunità Economica Europea importanti decisioni vengono prese per incapacità e paura di prendere posizione affidandosi al caso. Lasciamo perdere l’amarezza, ma a non fare una bella figura, è soprattutto l’Europa e lo stesso concetto di fare Comunità Europea. Ci si affida a testa o croce quasi fosse la decisione di scegliere a quale ristorante andare con gli amici, ognuno con la propria idea e allora per evitare discussioni si tira la classica moneta. Il termine “testa o croce” deriva dalle sagome che erano frequentemente utilizzate sulle facce di molte monete, appunto, una testa ed una croce. Questo sistema di estrazione è comune in molte culture, con un nome generalmente derivante dalle raffigurazioni sulle facce dei conii dei singoli paesi. Pensate che nell’antica Roma, il testa o croce veniva praticato come gioco, ed era denominato “navis aut caput”,nave o testa, dal momento che su alcune monete romane era rappresentata una nave, su di una faccia, e la testa dell’imperatore sull’altra. Ritornando alla magra figura mi domando da dove esce questo regolamento assurdo, creato da burosauri europei miopi ed incapaci e poco importa che ci si consoli con il mal comune mezzo gaudio, visto che anche la Gernania è rimasta a bocca asciutta. Neanche nel calco si tira la monetina ma si va avanti ad oltranza con i calci di rigore, e la decisione presa con la monetina non era sicuramente una partita del gioco del calcio! Qui la figura la facciamo tutti perché certe scelte non si decidono con una monetina. Se i designati non raggiungono la maggioranza richiesta rimangano chiusi in clausura come per elezioni del Papa, chiusi in una stanza giorno e notte fino a quanto trovano una decisione. Quello che è successo è altro che partecipare e uscire dalle selezioni per andare ai mondiali di calcio,qui abbiamo perso un Mondiale economico e politico. Ripensando alla monetina non posso non ricordare quanto disse un leader socialista divenuto poi Presidente della Repubblica in occasione della sconfitta del 1953: “Destino cinico e baro!” Permettetimi di dire che nella vita quello che chiamiamo il nostro destino è in realtà il nostro carattere, e il carattere si può e si deve cambiare anche nelle sfide in Europa. Perchè il nostro destino viene formato dai nostri pensieri e dalle nostre azioni, certo non possiamo cambiare il vento ma possiamo orientare le vele. In conclusione non voglio dare la colpa a nessuno visto l’incapacità manifesta dei personaggi che ci rappresentano ma ricordiamoci sempre che se gli altri scelgono la musica, noi possiamo sciegliere come ballarla senza affidarci al caso di una monetina.
Favria, 3.12.2017 Giorgio Cortese

Il S.Natale è quel momento dell’anno in cui dobbiamo accendere il fuoco dell’ospitalità che genera la fiamma dell’amore e portarla nell’animo tutto l’anno.