Colera! – Ricordiamoci di donare! – Flora, messaggera della primavera. – Doniamo sangue e facciamo la nostra parte! – Il quotidiano cimento! – Da spaccio a dispaccio! – Coraggio! – Raffaello il genio italiano! LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Colera!
Dappertutto si parla di coronavirus e tanto per cambiare agente patogeno di epidemia parlo del vibrione colera. Nel 1817, come accertato dagli storici il colera uscì dai suoi storici confini dell’India, nella regione del Bengala in particolare, per dirigersi rapidamente verso il resto del globo terrestre. Il colera si affacciò nel Patrio Stivale per la prima volta nel luglio 1835 molto verosimilmente arrivato per via di mare da un gruppo di contrabbandieri provenienti dai territori d’oltralpe, entrati nel Regno di Sardegna dopo aver infranto il cordone sanitario. A nulla valse l’attuazione di ulteriori cordoni sanitari da parte del Governo piemontese, che comunque temporeggiò alcuni giorni prima di ammettere la presenza del contagio. Anche gli altri Stati della penisola istituirono misure di quarantena, ma inutilmente. Si accesero già dall’inizio discussioni sulla sua diffusione e come combatterlo tra politici, scienziati, intellettuali e ciarlatani che spacciavano per miracolosi dei rimedi di loro invenzione e curavano con metodi empirici seguendo le credenze del popolo di allora che davano la colpa al ruolo svolto dai venti e dall’aria, fino a coloro i quali vedevano nell’influenza dei terremoti e di alcune congiunzioni astrali la vera causa della malattia. Ma vennero a galla allora le inadeguate forme di difesa igienica pubblica degli Stati Italiani preunitari e le carenze nei sistemi di approvvigionamento idrico e di fognatura delle città, anche le più grandi e popolose che non disponevano di un adeguato sistema di fornitura di acqua potabile. Allora era grave il problema dei pozzi neri per lo smaltimento dei rifiuti, con sistemi di raccolta spesso realizzati con materiali che non garantivano l’impermeabilità, e gli svuotamenti avvenivano sovente in ritardo, lasciando così interi quartieri della città abbandonati alla sporcizia ed ai miasmi. Il colera allora creò un forte conflitto sociale, il popolo sospettava degli stranieri, degli sconosciuti, degli emarginati, ma anche dei possidenti, spesso accusati dalle masse urbane di volere estirpare le classi popolari troppo numerose. La sensazione di un complotto voluto dalle classi privilegiate invase la popolazione fin dal primo momento. Ad essere accusati furono non solo borghesi o aristocratici, ma anche funzionari e amministratori. Non mancarono personalità ambigue che sfruttarono il malcontento popolare per cercare di realizzare rivolte di classe e rovesci istituzionali. Specialmente nel Mezzogiorno esplosero violente reazioni e la folla inferocita si abbandonò a gesti di estrema violenza, scatenati spesso da pretesti di scarso significato. L’epidemia del 1835-37 fu la la prima del territorio italiano ma non l’ultima, né la più grave. Il colera tornò nel 1854-55 e soprattutto nel 1865-67, triennio in cui il bilancio finale fu di oltre 160.000 morti. Si trattò di un evento particolarmente drammatico per una Nazione che stava faticosamente uscendo dalle guerre d’Indipendenza ed ancora alle prese con difficoltà economiche e militari. Lo Stato monarchico fu duramente messo alla prova, e vennero evidenziate ancora una volta le difficoltà nella comprensione della malattia, nell’attuazione di efficaci politiche sanitarie e soprattutto le arretratezze culturali di un paese, che, sebbene avesse rotto politicamente col passato, era composto ancora da una popolazione in gran parte analfabeta, legata a tradizioni e superstizioni antiche. Da segnalare già allora l’encomiabile lavoro svolto dai Carabinieri Reali nella loro opera umanitaria a combattere i morbo nel Regno di Sardegna, toccante un articolo della Gazzetta di Genova del 26 agosto 1836 dove viene tributata ammirazione e stima per il lavoro dei Carabinieri in quanto incaricati nel penoso ed incessante servizio nel soccorrere contadini nei casolari in campagna come gli abitanti delle città ottenendo da tutti lode e gratitudine. L’opera umanitaria svolta dai Carabinieri in soccorso delle popolazioni venne citata, insieme con l’andamento dell’epidemia, nelle relazioni che il Segretario di Stato per gli Interni inviava al Sovrano. Anche l’epidemia del 1865-67 non mostrò sostanziali cambiamenti nelle reazioni popolari della gente, fatte di panico ed esasperazione. Col propagarsi del flagello, si ripeterono, quantomeno in alcuni casi, le solite scene già viste in tante città italiane nelle precedenti epidemie come quella del 1835-37. Una curiosità sulla Gazzetta Piemontese del 7 settembre 1867 viene elogiato il Fernet, il nome sembra derivare dal nome del ferro rovente utilizzato a fine preparazione per mescolare e disinfettare il prodotto, il fer-net, ferro pulito. Ci sono fonti che sostengono che l’invenzione del Fernet debba essere fatta risalire al XVI secolo: pare che il medico del re di Francia Enrico II, Fernetius abbia per primo inventato la ricetta del liquore d’erbe e che il nome Fernet derivi dal nome dell’inventore. La ditta produttrice di Fernet regalò una quantità considerevolissima di quel liquore alla popolazione di molte comunità del Canavese in occasione del colera, e vengono citati i comuni di Morgex, Aosta, Carema, Mazzè, Salerano, Strambino. Come diceva il giornale le varie Comunità ringraziarono riconoscenti per gli ottimi effetti che ne provarono le popolazioni.

In questo periodo di riposo forzato, il colloquio con me stesso non è sterile, qualcosa ne vien fuori per forza, non fosse altro che per la “speranza” che tutto finisca e andrà bene.

Ricordiamoci di donare!
Da diverse settimane la nostra attenzione è presa quasi esclusivamente da notizie riguardanti un unico argomento: il Coronavirus e le sue variabili delle quali ormai abbiamo fatto l’abitudine, norme igieniche, zone rosse, contagiati, morti, guariti. Un’epidemia di questo tipo deve essere trattata con rispetto, seguendo le regole che ci vengono impartite ma ricordiamoci che esistono anche altri malati che necessitano di cure particolari e trasfusioni di sangue. Sto parlando, ad esempio, dei malati di leucemia, dei talassemici e poi di quelle persone che hanno bisogno di interventi chirurgici urgenti o chi ha subìto emorragie o traumi. A questi pazienti dobbiamo momentaneamente sospendere le cure per occuparci di altro? Sicuramente no. Il bisogno di sangue prescinde da ogni epidemia e va trattato con l’importanza e la serietà che questo argomento riveste. Sono commosso dalle telefonate di donatori o di nuovi potenziali donatori, o da semplici concittadini o amministratori locali. Grazie a tutti, grazie ai dottori e alla Protezione Civile e grazie a Voi donatori per il lavoro che state facendo in questo momento nonostante tutte le difficoltà, per mantenere un adeguato supporto trasfusionale. Grazie se continuate a donare in maniera costante e attiva, grazie ai donatori per il Vostro mattone di solidarietà. Donare sangue è sicuro e garantisce un prezioso controllo per chi dona. Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione.
CIRIE’-SAN CARLO 2 APRILE. GIOVEDI’, c.o ASL via Biaune 23/a
RIVAROLO 3 APRILE, VENERDI’ vicolo Castello 1 presso centro sociale 1 piano
FAVRIA, 8 APRILE, MERCOLEDI’, via Barberis, cortile interno del Comune
VALPERGA 10 APRILE, VENERDI’, c.o RSA Barucco via Busano 6
CORIO 11 APRILE, SABATO,c.o. Palazzo ex Omni-piazza caduti della libertà 48
FORNO 11 APRILE, SABATO, via Trucchetti,24- Distretti sanitario Asl 9
FORNO 19 APRILE, DOMENICA, via Trucchetti,24- Distretti sanitario Asl 9
PERTUSIO 12 APRILE, DOMENICA, Via Forneris 7- Municipio al pt amb. medico
LEVONE 18 APRILE SABATO, via Repubblica 32 c.o ex Asilo
FORNO 19 APRILE, DOMENICA, via Trucchetti,24- Distretti sanitario Asl 9
SALASSA 19 APRILE, DOMENICA, via Marconi ex Municipio
CIRIE’-SAN CARLO 21 APRILE. MARTEDI’, c.o ASL via Biaune 23/a
CORIO 21 APRILE, MARTEDI’, Palazzo ex Omni-piazza caduti della libertà 48
AGLIE’ 24 APRILE, VENERDI’, c.o Sede CRI Via Tenente Reverdino
RIVAROLO 24 APRILE, VENERDI’, vicolo Castello 1 presso centro sociale 1 piano
RIVARA 25 APRILE, SABATO, via Grassa 26 ex Municipio
SAN GIUSTO 25 APRILE SABATO, Piazza del Municipo 9 c.o Salone Gioannini
LOMBARDORE- RIVAROSSA 28 APRILE, MARTEDI’. centro ricreativo area scuole-via Vauda Lombardore
RIVAROLO 30 APRILE GIOVEDI’ vicolo Castello 1 presso centro sociale 1 piano
Per prenotare la Vostra donazione o per iniziare a donare la prima volta contattate i presidenti dei Gruppi o telefonatemi, orario serale cell 3331714827, sarà mia cura metterVi in contatto con il gruppo dove volete andare a donare per fissare appuntamento.
Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione.
Favria, 31.03.2020 Giorgio Cortese

Dai a ogni giornata la possibilità di essere la più bella della tua vita. Vieni a donare a Favria mercoledì 8 aprile , cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola. Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827 per prenotare orario donazione.

Flora, messaggera della primavera.
Nella mitologia romana Flora era la dea della primavera, dei fiori e della fioritura. Secondo Ovidio, Flora corrisponde alla figura di Clori o Cloride. Un giorno di primavera, mentre la fanciulla passeggia per i campi, Zefiro la vede e se ne innamora perdutamente. Dunque la rapisce e si unisce con lei in matrimonio. Come dimostrazione d’amore, concede a Flora di regnare sui fiori dei giardini e dei campi. Dal canto suo, la dea offre agli uomini una innumerevole varietà di fiori e il miele. Flora viene ritratta con il capo cinto da una ghirlanda floreale mentre porta in grembo una grande quantità di fiori. Talvolta è ritratta in compagnia di Zefiro, oppure mentre compie leggiadri passi di danza nel suo giardino. Alla dea è legata l’immagine della floridezza, nonché delle gioie della vita e della dolce attesa delle donne. Famosa la sua rappresentazione che ne fa Botticelli nel quadro la Primavera.
Favria 1.04.2020 Giorgio Cortese
GiorgioCortese1

La parte migliore di noi si chiama Vita, e per questo che ne doniamo un poco con la donazione del sangue. Vieni a donare a Favria mercoledì 8 aprile, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola. Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827

Oggi l’orizzonte mi pare ancora lontano, io non sono stanco perché non mi sembra irraggiungibile. Oggi mi vesto di speranza, speranza nel domani, perché io possa ritrovare forza per vederlo più vicino.

Doniamo sangue e facciamo la nostra parte!
In questo momento così grave per il Paese è indispensabile da parte di tutti noi un’assunzione di responsabilità. Vi esorto tutti di conformare il nostro comportamento alle precauzioni raccomandate ed alle disposizioni normative di recente emanazione oltre che un obbligo è un dovere civico. Invito tutti i donatori, che hanno sempre avuto un alto senso di responsabilità e consapevolezza del ruolo rivestito nel sistema sanitario nazionale, a continuare a fare la loro parte, a scendere in prima linea per reagire a questa emergenza, così come fanno medici, infermieri e gli altri volontari della sanità, per garantire le necessarie terapie a tutti coloro che in questo momento ne hanno bisogno e sono tanti. Tutte le Unità di Raccolta del Paese si sono attrezzate per rispettare le indicazioni del Centro Nazionale Sangue, del Ministero della Salute e del D.P.C.M. 8/3/2020. Chi è in buona salute può andare a donare, contattando prima il proprio Centro Raccolta di riferimento per evitare affollamenti, facendo così la propria parte nello scongiurare un’altra emergenza: quella della “carenza di sangue” che in questo momento la nostra amata Patria non si può permettere. In Italia oltre 1800 pazienti al giorno che hanno bisogno di supporto trasfusionale. Per natura precauzionale se volete venire a donare avvisatemi che cercherò di dare orario programmato per evitare aggregazione eccessiva nei locali di attesa, mantenendo la distanza di sicurezza interpersonale, almeno 1 metro. Nella prenotazione telefonica Vi verrà chiesto se avete febbre, tosse o difficoltà a respirare. Nei 14 gg precedenti l’insorgenza dei sintomi siete stati in area a rischio. Se avete avuto stretti contatti con un caso di tampone dubbio o caso confermato di covid-19. Se la temperatura corporea è superiore a 37,5 gradi. Solo con risposta negativa delle quattro domande potete donare, se no chiamate il Vostro medico curante o il 112. Prima della donazione Vi sarà nuovamente misurata la temperatura. La donazione è una grandissimo gesto di generosità venite a donare a Favria mercoledì 8 aprile , cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fate passa parola. Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827
Favria, 2.04.2020 Giorgio Cortese

La serenità è la vera forza della vita e allora vieni a donare a Favria mercoledì 8 aprile, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola. Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827

Sperare è nella nostra umana natura, se non abbiamo speranza saremmo simili ad una bicicletta senza ruote, e non andremmo avanti. Coraggio!

Il quotidiano cimento!
In questi tempi dove il Coronavirus imperversa e condiziona le nostre vite ed abitudini, tenendoci chiusi in casa per evitare il contagio, vi voglio narrare alcune mie riflessioni. Al mattino esco di casa per andare a lavorare, e credetemi non vado a cuore leggero in quanto durante la giornata sarò a contatto con molte persone in ufficio. Al mattino dopo la colazione recupero gli abiti che utilizzo per uscire messi in altra stanza e poi mi metto la mascherina ed i guanti e prendo la borsa del mangiare, mi sembra quasi la vestizione di un travet guerriero medievale. Poi esco e la saluto un vicino di casa sul balcone e mi verrebbe voglia di dirgli ave Caesar morituri te salutant, ironizzando il saluto degli antichi gladiatori che indirizzavano all’imperatore prima dell’inizio dei giochi gladiatori per sdrammatizzare il suo sguardo preoccupato. Poi parto verso il luogo di lavoro per la via più breve con il mio foglio di giustifica già compilato. Quando arrivo vicino al luogo di lavoro rimango perplesso di una persona distinta avanti negli anni che porta a passeggio il cane lungo la strada e con distaccata indifferenza preso un imprevisto colpo di tosse, scusate, espettora i suoi umori della gola per terra, senza curarsi di usare prima un fazzoletto o altro. Rimango perplesso e preoccupato che involontariamente, spero, lascia sul suolo una bella colonia di potenziale contagio. La giornata si svolge con guanti e mascherina e la debita distanza di un metro con chi incontro, per fortuna molto avviene per telefono o tramite mail e alla sera avviandomi a prendere il destriero, ops scusate la modesta utilitaria osservo stupefatto dei gruppi familiari, papà mamma, figlio e cane in tranquilla passeggiata o anche gruppetti di camminatori a due o tre per volta, forse per non dare nell’occhio che si fanno beatamente la loro rilassante passeggiata. Sono sconcertato di quante persone, una esigua minoranza, meno male, non si renda conto del problema e dei sacrifici che fanno i Sanitari, Forze dell’Ordine, Protezione Civile e tutte le altre categoria, che sono tantissime, che per necessità devono lavorare per mandare avanti la casa comune che chiamiamo Italia. Mi domando ma dove vivono su Marte? Avere senso civico non è una parola vuota ma significa essere a conoscenza del fatto che facciamo parte di una Comunità, di essere in stretta correlazione gli uni con altri esseri umani e in qualche modo anche dipendere da loro e loro da noi. Per questo, avere senso civico significa rispettare gli altri, il gruppo, la Comunità e sentirci parte integrante, sentire il senso di responsabilità oltre che di appartenenza. Queste persone dovrebbero pensare che un momento di pazienza può scongiurare un grande disastro, ma un loro atto di impazienza nell’uscire adesso che ci chiedono di stare a casa può rovinare le nostre vite. Sono ottimista e ritengo che stare alle regole con pazienza raggiungiamo uno scopo in comune con la volontà e un metodo in comune con la rinuncia, e contro questo virus non c’è nulla di più forte di questi due combattenti il tempo e pazienza, “ha passà ‘a nuttata” come diceva Eduardo De Filippo! Buona vita a tutti andrà tutto bene!
Favria, 3.04.2020 Giorgio Cortese

La vita ogni giorno la immagino simile ad un’opera d’arte, e non c’è poesia più bella che viverla pienamente. Vieni a donare a Favria mercoledì 8 aprile, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola. Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827

Da spaccio a dispaccio!
Leggo con attenzione i quotidiani dispacci su andamento Coronavirus che la solerte Protezione Civile rilascia ogni giorno sull’andamento dell’epidemia e per questo pubblicamente li ringrazio per il loro lavoro. Quello che mi ha colpito è la parola dispaccio, pensate che deriva dallo spagnolo despacho. Per dispaccio si intendeva un tempo il documento attraverso il quale si svolgeva la corrispondenza fra il ministero degli Affari Esteri di uno Stato e le sue rappresentanze diplomatiche all’estero, oggi indica il documento in forma epistolare inviato da tale dicastero agli uffici diplomatici e consolari all’estero, per far giungere loro istruzioni, detti dispositivi o per tenerli opportunamente ragguagliati, detti informativi. Ma oggi senza fare la spiegazione completa della parola una comunicazione, una lettera un messaggio come questo che quotidianamente ci ragguaglia sullo stato dell’arte della salute della nostra Comunità aggredita dal Covid 19. La cosa interessante della parola dispaccio derivante dallo spagnolo despacho ma è arrivata in italiano dal provenzale despachar con il significato di sbrigare, composta in origine da due parole latine, dis, togliere e impedicare, mettere alla pastoia. Da dispaccio deriva anche la parola spaccio che significa sia vendita al pubblico, luogo di vendita e ahimè vendita di merce illegale. Curiosa è la radice della parola che origina tutti questi significati da ricercare nella pratica del legare gli animali con delle pastoie, per evitare che, al pascolo, si allontanino troppo dal pastore. Togliere le pastoie vuol dire quindi liberare, e per estensione sbrigare, togliere d’impaccio, risolvere un problema. E cosi il quotidiano dispaccio della Protezione Civile ci illumina il quotidiano cammino di avere la speranza e la costanza del rispettare le regole, per rispetto nostro e dei nostri simili, solo così alla fine tutto andrà bene. Dimenticavo una curiosità finale una volta esistevano anche i dispacci reali, le disposizioni emanate durante il governo spagnolo o borbonico nell’Italia meridionale dal re o viceré, generalmente con lo scopo di dirimere questioni particolari di diritto e adesso il quotidiano dispaccio fuga tutte le false notizie e dicerie ma dandoci notizie concrete. Buona vita a tutti, coraggio domani andrà meglio, e dopodomani un po’ di più, e via via così, macte animo e sursum corda!
Favria, 4.04.2020 Giorgio Cortese

La vita ha un unico senso: Amare. Vieni donare a Favria mercoledì 8 aprile , cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola. Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827

Ogni giorno è un nuovo giorno per sperare.

Coraggio!
La gente è in cerca di questo, di essere presa per mano. Di rassicurazione, di qualcuno che le prometta che andrà tutto bene. Adesso non è possibile prendere per mano, ma credetemi perché fuori dal timore c’è un sole bellissimo. In queste settimane se ci lasciamo vincere dall’angoscia la paura del contagio ci paralizza e l’unico antidoto resta il coraggio per non disperdere i nostri progetti di quando tutto sarà passato. Certo non è facile a riuscire trovare il coraggio per affrontare serenamente la giornata. Ma se ci alleiamo alla speranza riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel e tutto andrà bene ma dopo certo non sarà più come prima ma se avremo imparato la lezione troveremo una maggiore umanità, umiltà tra di noi, perché la lezione dell’epidemia da coronavirus ci lascerà questo insegnamento. Oltre il buio, in fondo al tunnel della nostra esistenza, brilla sempre una Luce di speranza. Per poter raggiungere quella Luce bisogna saper aprire gli occhi del cuore, fidandosi di ciò che colgono, per proseguire con fede nella nostra vita. Coraggio!
Favria, 5.04.2020 Giorgio Cortese

Non dimentichiamo mai che dare gioia dà anche gioia. Vieni donare a Favria mercoledì 8 aprile , cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola. Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827

Conosco un solo modo di affrontare la giornata, si chiama speranza.

Raffaello il genio italiano!
Il 2020 è anche l’anno della pittura di Raffaello Sanzio, 500° anniversario dalla morte. Raffaello morì a 37 anni il 6 aprile 1520, proprio nel giorno del suo compleanno. Raffaello Sanzio fu uno dei più importanti artisti che operarono in Italia tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, insieme ad altri grandi maestri come Michelangelo, Leonardo e Botticelli. Le sue opere, dal più piccolo ritratto ai maestosi affreschi come la Scuola di Atene, sono ammirate da turisti, critici e studiosi di tutto il mondo come capolavori di quel periodo storico-artistico noto come Rinascimento. In Italia il Rinascimento si sviluppò principalmente a Firenze, arrivando a toccare la corte napoletana degli Aragona, quella milanese di Ludovico il Moro e quella papale di Pio II, il papa umanista, e poi di Leone X. L’obiettivo della civiltà rinascimentale, come suggerisce la parola stessa, era quello del recupero dei valori di un tempo, della rivalutazione della classicità antica come modello per i valori e la naturalità dell’uomo. Questo metteva anche in discussione la visione religiosa cristiana che aveva dominato in Europa per tutto il periodo medioevale. Il Rinascimento vide anche la fioritura delle lettere e di una nuova arte. Nel primo caso si cominciò a sviluppare la filologia, lo studio e l’interesse per le parole, e il culto delle humanae litterae, da cui il termine Umanesimo, in contrapposizione con le divinae litterae che avevano permeato il periodo storico precedente. In campo artistico, si cominciò a dipingere ad olio e si fecero importanti studi sull’uso della prospettiva, poco utilizzata o del tutto assente nelle opere prerinascimentali. Fu in questo periodo di grandi innovazioni culturali e artistiche che visse e dipinse il maestro urbinate. Raffaello non fu solo un grande pittore, ma si occupò ugualmente di architettura, con risultati altrettanto buoni, nel 1515 venne nominato primo architetto papale da Leone X. Secondo gli stilemi del Rinascimento, Raffaello si occupò anche dell’organizzazione e della supervisione dei cantieri per Roma antica e moderna, cercando di restituire agli edifici capitolini il loro aspetto originario e di studiare la pianta della città imperiale. Purtroppo Raffaello morì improvvisamente il Venerdì Santo del 6 aprile 1520. Quel giorno, secondo i testimoni, il cielo si fece scuro e un piccolo terremoto crepò una parete dei Palazzi Vaticani, quasi a voler sottolineare l’importanza tanto terrena quanto divina del maestro appena scomparso. Raffaello lasciò un’eredità importantissima per la storia dell’arte. I suoi discepoli rappresentavano una vera e propria scuola artistica che pose le basi per tutta la pittura dei secoli successivi. Artisti legati al Classicismo del calibro dei Carracci, di Caravaggio, di Rubens e di Velazquez dovettero moltissimo al genio urbinate, così come alcuni movimenti del XIX secolo come i Preraffaelliti, che da lui, oltre al nome, presero il giovanile interesse per la rievocazione arcadica del Quattrocento e del primissimo Cinquecento.
Favria, 6 aprile 2020 Giorgio Cortese

Dopo il verbo “amare” il verbo “aiutare” è il più bello del mondo. Vieni donare a Favria mercoledì 8 aprile , cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te e grazie se fai passa parola. Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827

Negli occhi della vita, vi abita sempre la speranza!