Aspettando Natale – Pasticcio all’italiana. – Knecht Ruprecht! – Oniomania del Black Friday! – fidasauguri – Auguri di Buon Natale a tutti i volontari! – Rosso. – Stella… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE.

Aspettando Natale
Se volete veramente vivere la magia e l’atmosfera del Natale, Favria il 16 e 17 dicembre dovete visitare. Passeggiare per le vie del paese e sentire l’inebriante profumo di vin brûlé tra lo scintillio delle decorazioni, delle luci e delle vetrine addobbate sono esperienze che fanno gioire l’animo!!! Potrete passare tra le bancarelle dello Street food e trovare cibi di strada che raccontano la storia del nostro territorio allietati dalla musica della “Bandallegra”, la carrozza di Babbo Natale, lo spettacolo “Mille e una fiamma” , lo show itinerante di trampoli e giocoleria, gli asinelli e Babbo Natale che raccoglierà le letterine dei bimbi e poi…la II edizione della Corsa dei Babbi Natale!!! E per i vostri acquisti troverete sorrisi e tanta cortesia…Vi aspettiamo. Magia del Natale dove solo a Favria i bei regali puoi acquistare!

Pasticcio all’italiana.
Questo non è un piatto ma purtroppo l’ennesima amara medicina che noi cittadini trattati da sudditi dobbiamo subire, della serie che se nel Comune dove abbiamo pagato la TAR, e questa si è gonfiata in maniera anomala, non è l’Ente che ci rimborsa, magari con due righe di doverose scuse, ma siamo noi che dobbiamo ricontrollare se i calcoli sono giusti e magari subissiamo di telefonate gli incolpevoli dipendenti del Comune dove abbiamo gli immobili e che hanno regolarmente applicato in maniera corretta la Tari. Quello che chiedo ai signori Amministratori locali, i Sindaci e vediamo se hanno rispetto per i loro elettori! Se nei Comuni dove sono stati eletti democraticamente per fare gli interessi di noi cittadini, per il Bene Comune, hanno il garbo di uscire con un comunicato ufficiale da affidarlo anche nei social dove affermano, sentito gli uffici, mica loro fanno i calcoli dela Tari e ci mancherebbe, che tutti i conteggi sono regolari, oppure che ci sono delle anomalie e saranno loro ad avvisare i cittadini che potranno così chiedere i rimborsi. Stiamo a vedere se dal Pasticcio all’italiana ci servono il rispetto ai cittadini, altrimenti è l’amara conferma che viviamo da sudditi deboli e vessati e serviamo solo a pagare tasse su tasse e se per caso c’è uno svista a nostro svantaggio dobbiamo noi accorgecene e non pensiamo che ci porgano le doverose scuse. La morale Pantalone paga per tutti!
Favria, 4.12.2017 Giorgio Cortese

Natale non dovrebbe essere la festa del consumismo, ma della generosità di ognuno nel donarsi all’altro con la ricchezza della propria presenza e del proprio amore, perché siamo tutti stelle nascenti nei cieli in cui abbiamo spento le nostre luci. Buon Natale!

Knecht Ruprecht!
Knecht Ruprecht, Ruprecht il servo, è un personaggio del folklore natalizio della Germania settentrionale e centrale, che compare nel periodo dell’Avvento, nella notte tra il 5 ed il 6 dicembre come accompagnatore del portatore di doni di San Nicola. Knecht Ruprecht viene descritto come un monaco vestito con un lungo mantello, con una parrucca ed una barba lunga e sporca che gli arriva sino ai piedi. Porta con sé una frusta con la quale punisce o minaccia i bambini cattivi. Nella poesia di Theodor Storm, Knecht Ruprecht il meschino mostro natalizio cosi si mostra a Gesù Bambino: “Anche tu hai il bastone?”. E rispondo:. “Il bastone è pronto, ma solo per i bambini cattivi che ne hanno uno al proprio fianco”. Secondo una tradizione tardo-medievale, il 6 dicembre non arriva solo Babbo Natale per riempire, durante la notte, gli stivaletti dei bambini tirati a lucido. Ha pure il suo compagno, una specie di alter ego negativo al rimorchio, che dovrebbe inculcare religiosità ai bambini d’Europa, se pure con l’aiuto di un bastone. Le origini di Knecht Ruprecht, così come di altri aiutanti di San Nicola, si deve probabilmente ad una secolarizzazione del santo stesso, specie nei Paesi del Nord Europa dove la Riforma ha cercato di “sradicare” il culto dei santi. Lo stesso servizio lo fanno anche i suoi colleghi delle tradizioni confinanti: Hans Trapp in Alsazia, Zwarte Piet, Peter il nero, in Olanda e Père Fouettard, Papà Frusta, nella Francia del nordest. Per giustificare le sue gesta spaventose, Knecht Ruprecht viene spesso associato al nero nei vari angoli d’Europa. In Belgio e Olanda si presenta come uno schiavo nero, appunto, ma dalle vesti variopinte. È forse anche il motivo che ha portato ad attribuire a questa figura scura, in Svizzera, il nome di “omuncolo sporco”,Schmutzli, che qualche volta elargisce, invece di caramelle di carbone, anche barbabietole. Nella mitteleuropa cattolica, per esempio in Austria, Ungheria o Repubblica Ceca, il Krampus semina terrore sotto forma di figura demoniaca con le corna, di tradizione pagana, che non perde tempo e tira dentro alla cesta che ha sulle spalle i bambini maleducati. State attenti, al Krampus piace mischiarsi tra la folla: sono diverse le sfilate organizzate in vari paesi e in cui Krampus mascherati scendono per le strade. Tornando a Ruprecht il servo, mentre San Nicola doveva cedere piano piano il posto a Gesù Bambino, specialmente nei territori europei protestanti, il suo infausto garzone si dimostrava un caparbio artista della sopravvivenza. Solo il sud Europa cattolico ha messo da parte il suo bastone. Ma solo perché qui, da prima di Cristo, c’erano già altri malfattori, come per esempio La Befana italiana, una vecchia megera che semina il terrore con la scopa. Sotto il fascismo la befana aveva cercato di rimettere a nuovo la sua immagine, trasformandosi in strega benefattrice che riempie di regali i bambini, in nome della “romanizzazione” dell’Italia. Lo scherzetto del carbone dolce per bambini maleducati, la befana ce l’ha ancora oggi nel suo repertorio. Lei è anche la demonica ritardataria fra tutti i mostri europei del Natale: arriva un mese dopo, a seguito dei Re Magi il 6 gennaio, attraverso il camino. A Knecht Ruprecht è dedicata una poesia di Theodor Storm, 1817-1888 sopra citata poesia, è intitolato a questo personaggio un brano per pianoforte composto da Robert Schumann.
Favria, 5.12.2017 Giorgio Cortese

Il S. Natale ogni anno mi insegna a come trovare nell’animo la gioia di donare felicità e la letizia di essere sempre cortese e gentile con tutti

Oniomania del Black Friday!
Ho usato due parole per spiegare meglio la frenesia dei consumi con il Black Friday dopo la festa del Ringraziamento, che sono due feste Americane. Ma che cos’è il “Black Friday“, cioè il “venerdì Nero”? In questo caso le borse mondiali non c’entrano nulla, si tratta di una tradizionale giornata di sconti nata negli Stati Uniti che si tiene il giorno dopo la festa del Ringraziamento. Così come la festa del Ringraziamento anche il Black Friday cambia di anno in anno in base al calendario. È tradizione che in questa giornata i negozi facciano dei notevoli saldi sui prodotti in vendita. Un modo per spingere le vendite in un periodo tranquillo ma soprattutto per “testare” le intenzioni di acquisto dei consumatori nel periodo natalizio. In questo perido nasce una vera oniomania, voce coniata dallo psichiatra tedesco Emil Kraepelin alla fine dell’Ottocento. Composto dal tema del verbo greco onéomai, comprare, e mania. Siamo davanti a un termine coniato e introdotto nel lessico psichiatrico più di un secolo fa, che negli ultimi decenni ha avuto globalmente un certo successo, per quanto il disturbo che descrive non sia stato canonizzato in maniera univoca nelle più alte sfere della scienza psichiatrica. Consiste nell’impulso irresistibile, morboso all’acquisto non furbo e lungimirante, ma all’acquisto inutile, tanto che nell’oniomania rileva solamente l’atto del comprare, indifferentemente da ciò che viene comprato. Che prenda il profilo di un avvicendarsi continuo di corrieri che recapitano batterie di acquisti online, di escursioni al centro commerciale che fruttano bottini insensati che poi vengono regalati o relegati negli armadi, di spese matte giustificate con offerte imperdibili, e sia che si manifesti come una vera patologia psichiatrica o un mero fenomeno di massa, l’oniomania prosciuga tempo e denaro, in un vano tentativo di controllo, di conferma sociale, e acquista momento sul volano dei valori del consumismo. Il Black Friday è la schiuma sull’onda impetuosa dell’ecommerce e i negozi reali devono adeguarsi, anche se non ne avrebbero alcuna voglia. Black Friday è la colonna nera degli incassi che deve essere più lunga e pingue della colonna red, rossa, quella delle uscite. Il Venerdì nero, come già detto giunge subito dopo il Giorno del ringraziamento dei tacchini morenti e a ridosso del Natale del Cristo nascente, come antipasto per bulimici da abbuffata festaiola. E noi italiani subiamo l’ennesima colonizzazione cultural-commerciale di cui faremmo sinceramente a meno. Come antipasto natalizio, ad esempio, a Milano ad esempio c’è sempre stata la fiera degli Obei Obei, in piazza Castello, dal 6 all’8 dicembre, tra l’Immacolata e Sant’Ambrogio. Sempre nel senso che si fa da almeno sette secoli, dove si cammina, ci si guarda intorno, si annusa, si assaggia, si acquista qualcosa o non si acquista nulla, ed è una esperienza comunitaria e sensoriale al pari di tantissimi altri mercati e fiere d’Italia. Con la logica del Black Friday non c’entra niente, anzi è l’esatto contrario. Il Black Friday muta il sano e necessario consumo in bieco e forsennato consumismo e induce a possedere merci di cui non abbiamo alcun bisogno e che pigliamo perché “è una vera occasione” e ci spinge a cambiare oggetti che ancora funzionano benissimo perché “conviene”. Ma conviene a chi? A chi ce li vende, senza dubbio alcuno. Domanda ma così facendo sosteniamo i consumi e ringalluzziamo il Pil? I prezzi sottocosto possono farli solo i colossi della vendita per corrispondenza su internet gli altri negozi e supermercati sotto una certa soglia non possono permetterselo. Ritengo il Black Friday l’ennesimo evento che ci spinge a concentrare la nostra attenzione, le nostre energie, la nostra mente e il nostro cuore verso il consumo, non come necessità tra le tante della vita, ma come primo e perfino unico traguardo. Il dio consumo come pensiero fisso e ossessivo, vale a dire il consumismo come ideologia totalitaria. Se siete presi dal panico, fermiamoci un attimo se riusciamo a resistere al fascino perverso del Venerdi Nero forse al sabato sapreno sicuramente cedere al fascino mite del Banco alimentare, il White Saturday, il Sabato Bianco, che sfida il giorno dopo il bieco consumismo con un gesto di allegra gratuità e di sobrio altruismo che ritengo il migliore antidoto da iniettare nel corpo sociale intossicato altrimenti soccombete al puro dio consumismo.
Favria, 6.12.2017 Giorgio Cortese

A Natale non voglio regali vicuno al presepio, il più bel dono è svegliarmi sempre con il sorriso!

Fidasauguri
Caro donatore/donatrice il Direttivo Fidas di Favria Ti aspetta Sabato 16 dicembre 2017 dalle ore 15,00 alle ore 19,00 presso la nostra sede per il tradizionale scambio di Auguri Natalizi, con il consueto panettone, bottiglia e calendario, per un bel momento di condivisione. Ti sarà inoltre consegnato il calendario prelievi 2018. Ricordatevi che a Natale si accende una nuova luce piena di speranza che mi auguro possa illuminare sempre i Tuoi passi. Perché il S.Natale non è tanto aprire i regali quanto aprire i nostri cuori e grazie di cuore per le Tue donazioni. Si precisa che hanno diritto al panettone tutti i donatori che hanno effettuato almeno una donazione nell’anno 2017 e le medaglie Oro e le onorificenze Re Rebaudengo. Vi ricordo che la vita non aspetta, donate sangue anche per il 2018!
Favria, 7.12.2017 Giorgio Cortese

Un proverbio armeno dice che per fare un albero di Natale ci vogliono tre cose: gli ornamenti, l’albero e la fede nel futuro.

Auguri di Buon Natale a tutti i volontari!
Cari Donatori di Sangue, volontari delle Associazioni Favriesi e simpatizzatie concittadini, non ci sono parole per ringraziare tutti Voi volontari Favriesi che contribuite giorno dopo giorno a rendere migliore Favria con il Vostro impegno. Grazie di cuore a tutti Voi che anche con il semplice sorriso mettete ogni giorno il piccolo mattoncino di BENE. Ricordiamo sempre che tutti noi, insieme, possiamo fare la differenza!
Buon Natale e Felice Anno Nuovo! Da un Vostro concittadino che ha profonda stima in tutti Voi.
Favria, 8.12.2017 Giorgio Cortese

Le persone pensano troppo a quel che devono fare e troppo poco a quel che dovrebbero essere.

Rosso.
Su avvicina il S. Natale e tutti gli addobbi nelle vetrine hanno del rosso. Il rosso è il primo colore del mondo, il primo colore usato nelle tinture. Il rosso era ricavato anticamente dai Fenici con il succo di molluschi che si trovavano nel Mediterraneo. Se dico rosso penso alla Ferrari, ma il colore rosso è il colore del sangue ed il colore delle rivoluzione. Il rosso era anticamente un colore costoso, indossato solo da nobili, imperatori e da cardinali. Il rosso è il colore del fuoco e del diavolo ma la frutta rossa è squisita ed i fiori rossi sono stupendi. Il rosso è il colore del buon vino, della passione e dell’amore ma anche del divieto nel semaforo. Ci sono tante sfumature di rosso: porpora, vermiglio, cremisi, corallo, fucsia, bordeaux, lampone, ciliegia, sangue di bue, aragosta, salmone, pompeiano, amaranto e magenta. Si sente parlare di codice rosso, allarme rosso, profondo rosso, perché questo colore cattura immediatamente l’attenzione, se c’è un elemento in rosso, lì cade l’occhio. Il rosso è il colore dell’energia, ed è associato al movimento, alla velocità e alla potenza. Significa desiderio, passione, eccitazione e ardore. Il rosso più di altri colori, dentro di sé, non contiene soltanto un vasto corredo di sfumature ma ingloba un intero universo, e dentro quest’universo appare particolarmente variegato e potente un certo sentimento, dimenticavo esiste anche il rosso nel conto in Banca oltre a quello di Babbo Natale
Favria, 9.12.2017 Giorgio Cortese

A Natale desidero un albero addobbato di auguri… e una stella luminosa nell’animo per illuminare il mio cammino.

Stella.
Leggendo un libro è ho trovato che tre parole: considerare, desiderare, assiderare derivano dal latino sidus, sideris ovvero stella. La prima parola considerare, cioè fissare una stella per leggervo il destino, vale adire fissare attentamente una cosa. La seconda pariola desiderare con la particella intensiva de, nel sebso di fissare bramosamente una cosa che attrae. La terza assiderare deriva sempre da sidus, ma nel significato di cielo notturno, come siderale, quindi significa stare all’addiaccio sotto il cielo. A proposito di sidus, con il significato di astro splendente, deriva anche il lemma siderurgia, cioè la lavorazione del ferro incandescente.
Favria, 10.12.2017 Giorgio Cortese

Insieme ai ricordi più belli, poche parole per un concetto importante: serenità e felicità per queste feste e per tutti i giorni che verranno.