Ashura – Ho visto partire…- Chi canta prega due volte! – Il rispetto per morale non per regolamento. – Il caffè! – L’Emozione di paesaggi Canavesani! – La maleducazione… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Ashura عاشوراء
Ashura in arabo عاشوراء‎ è il nome del decimo giorno del mese di Muharram nel calendario dell’Egira. Questo giorno ha un significato diverso per i diversi rami dell’Islam. Gli sciiti ricordano questo giorno nella battaglia di Kerbala, nell’anno 680, durante il quale al-Husayn ibn Ali fu ucciso. Per gli Aleviti, Ashura non è un giorno di commemorazione per gli sciiti, ma una festa che si svolge dopo dodici o tredici giorni di digiuno. Per i sunniti, infine, Ashura è un giorno di digiuno, ma non obbligatorio. Questo giorno è per loro in diretta relazione con la salvezza di Mosè durante la sua fuga dall’Egitto. Ashura è quindi un giorno di gioia e ringraziamento. Maometto ha raccomandato, per differenziarsi dalla gente del libro, di digiunare nei giorni 9 e 10 di Muharam, o di digiunare il 10° e 11° giorno, a scelta.
Favria 10.09.2019 Giorgio Cortese

Ho visto partire…
Ho visto partire i miei figli verso il mare. Uno perché era stato trattato da una donna come il peggiore degli uomini, e non era il peggiore degli uomini. Uno perché stanco di rubare il pane! Sono andati via i miei figli l’anno scorso verso il mare e hanno trovato altre persone ed altro clima. Sono partito anche io e adesso siamo tutti rientrati. Vedo un figlio dei figli che timidamente teso dal suo riparo ascolta le voci delle correnti e dal ramo spicca il primo volo. Noi siamo uccelli migratori partiamo e arriviamo in ampi stormi.
Favria, 11.09.2019 Giorgio Cortese

Sempre attuale la frase di Orazio “Dente lupus, cornu taurus petit”, il lupo assale con i denti, il toro con le corna. Ognuno di noi nella vita si difende coi propri mezzi, usando le capacità e le armi fornitegli dalla natura.

Chi canta prega due volte!
Diceva S. Agostino che ci canta prega due volte. Beh sentire domenica 1 settembre il Coro ANA del Gruppo di San Maurizio Canavese che sotto l’attenta direzione del maestro Andrea Sibona ha animato la S. Messa e poi ha allietato il pubblico con i canti alpini, forse si è pregato più di due volte! Che bella l’iniziativa dell’Associazione Amici di Belmonte Onlus, in collaborazione con L’Ente Gestione dei Sacri Monti con l’Associazione Nazionale Alpini ha proposto domenica 1 settembre 2019 alle ore 17:00, presso il santuario di Belmonte, l’animazione della S.Messa con questo coro Alpino e poi alla fine ha tenuto un concerto alpino. Ascoltando il concerto mi viene da riflettere che solo le persone superficiali e totalmente digiune di cultura musicale e con malizia possono pensare che un coro alpino sia, tutto sommato, una facile esibizione di vocalità collettiva confondendo così un impianto musicale polifonico e coordinato con i cantori da osteria. Il Coro ANA del Gruppo di San Maurizio ha allietato l’animo sia nei canti religiosi che dopo con quelli alpini. Penso che dietro a questo c’è tantissima dedizione, prove, prove, prove e ancora prove! Si dice che la voce sia come uno strumento musicale, che richieda quindi educazione ed allenamento. Non solo! Le voci sono diverse, ne ho contati 15 cantori che vanno coordinati sino ad ottenere il giusto impasto armonico. Tutti i coristi ed il Maestro Sibona vanno ringraziati per la passione che mettono nel cantare. Grazie perché con il Coro tramandate con passione, storia e tradizioni alpine divulgate attraverso il canto corale. I canti popolari e della montagna parlano d’amore, di guerra, di storie e leggende dal sapore lontano, che fanno ancora sognare. Le canzoni che proponete non sono soltanto un’espressione artistica, ma portano importanti valori e tradizioni, sia musicali che umane. Siete validi ed apprezzati ambasciatori dei Valori Alpini. Quando cantate le canzoni mi parlano nel profondo dell’animo anche a distanza di anni, poiché sanno rievocare le stesse emozioni di allora e forse mi viene da pensare, quello che fa girare il mondo non è proprio il canto!
Favria, 12.09.2019 Giorgio Cortese

La vita che cosa è se non un luminoso intervallo fra noi e il buio!

Il rispetto per morale non per regolamento.
Credetemi sono basito quanto ho appreso dai media che una persona è morta in un supermercato, luogo di per se già di disumanità perché il contatto umano tra cliente e venditore è ridotto al minimo, e l’esercizio commerciale ha continuato a rimanere aperto mi auguro per superficialità e non in nome del dio denaro e del suo alfiere la legge del profitto. Personalmente ritengo che il rispetto per i defunti indica il grado di civiltà di un Paese, il legame misterioso e continuo tra la realtà e l’aldilà segna chi prima o poi ne viene a conoscenza. Se la vita di ogni essere vivente è sacra e bisogna averne il massimo rispetto anche da morto. Tutti gli esseri viventi meritano il massimo rispetto e anche se non c’è un regolamento ma esiste la regola dettata dalla coscienza che chiamo delle tre R, Rispetto per noi stessi, Rispetto per gli altri, Responsabilità per le nostre azioni. Purtroppo viviamo in un tempo dove molte persone hanno smarrito il valore più importante del vivere civile, il rispetto. Siamo sempre di più preparati e tecnologici e super informati, ma se una persona anziana che è in difficolta o chiede di cederti il posto, lo guardano con sufficienza o peggio ancora lo ignorano. Forse non ci ricordiamo che l’educazione non è il rispetto delle regole ma il rispetto degli uomini e la vera umanità si contraddistingue non  dal colore della pelle, ma dalla nostra umanità cosciente. Favria, 13.09.2019 Giorgio Cortese

La miglior cosa da donare sempre ai miei avversari è sempre la tolleranza ed il perdono, ad un amico, il mio cuore, ai miei conoscenti sempre il buon esempio e a me stesso rispetto verso a tutti e poi la carità.

Il caffè!
Di solito prendo il caffè in casa dopo pranzo, ma quando sono in giro per lavoro o quando mi ritrovo con degli amici al sabato mattina, prendo il caffè al bar ed è bello come le persone si ritrovino a prendere un caffè intrecciando emozioni dell’animo, ed allora sento frammenti die frasi come: “Ti debbo parlare.” “Prego, dimmi tutto.” “Veramente preferirei parlarti davanti a un caffè. Oggi tocca a me offrire.” “No, ti sbagli, tocca a me: ieri hai pagato tu.” “D’accordo, ma andiamo, che devo dirti una cosa importante…” Uno di questi giorni mi è venuto da riflettere se mi trovassi a prendere un caffè ad esempio con Platone, pensate io e lui seduti allo stesso tavolino, lo guarderei negli occhi, è importante guardarsi negli occhi quando si prende il caffè, mentre giro il cucchiaino senza zucchero, per farlo raffreddare, allora gli direi: “Maestro, mi perdoni questa banale osservazione, sa sempre che ci chiediamo cos’è la vita? La coscienza e, la libertà di non sapere!” Forse il sapere di non sapere ci dilania, questo è vero, ma davanti ad una buona tazzina di caffè la consapevole “ignoranza” che mi accomuna a tanti, per incanto svanisce tra il contorto significato delle parole come quella sul prezzo della tazzina di caffè, se debba aumentare o no, per lasciare il posto a una rilassante constatazione: “Il caffè è un miracoloso toccasana per la nostra anima, non trovate?”
Favria, 14.09.2019 Giorgio Cortese

Nella vita, i vizi, le virtù, le verità, le falsità, l’amore, l’odio, abbiamo dentro tutto questo nell’animo, e tocca noi cosa scegliere di mettere fuori.

L’Emozione di paesaggi Canavesani!
L’emozione di una foto non la si può spiegare a parole, la si deve osservare per poterla capire. Osservando le foto di Piero Nizzia le mute emozioni escono dall’animo e sono simili alle farfalle nello stomaco, non hanno voce ma ti fanno impazzire il cuore. Che belle le foto di questi scorci Canavesani nascosti, che con uno scatto l’artista dell’immagine ha racchiuso con un click un lampo di vita, un frammento del presente per consegnarlo a tutti noi per l’eternità. Da queste foto si raccoglie la vera essenza dell’animo del fotografo, perché con un click ha raccolto ed immortalato quello che a noi è sfuggito. Grazie Piero che con queste foto su Emozioni Canavesane hai arricchito il nostro vivere quotidiano. Per info di queste splendide foto viste in un bar di Castellamonte cell.3452706149
Favria, 15.09.2019 Giorgio Cortese

La speranza non mi deve mai mancare, è un tassello importante che compone i miei quotidiani sogni.

La maleducazione
La maleducazione è un fenomeno che si sta sempre maggiormente diffondendo. Dipende da molti fattori: il tipo di ambiente in cui ci si trova, gli insegnamenti che si ricevono, le circostanze nelle quali si vive. La maleducazione infatti, come anche il suo contrario, non è un fenomeno innato o legato alla personalità. é perlopiù appreso e legato più al comportamento che al carattere o all’aspetto interiore. Evitare comportamenti maleducati deve essere quindi insegnato e questo è uno dei più importanti compiti che spettano ai genitori. Il fenomeno della maleducazione è sempre più diffuso perché la società è molto cambiata rispetto alle scorse generazioni. È nata quasi una moda per certi atteggiamenti e in molti casi questi ultimi risultano maleducati. Inoltre le persone sono diventate più influenzabili e, condizionate dalle tendenze, tengono comportamenti sbagliati. Spesso si è maleducati inconsapevolmente, perché non si distingue un atteggiamento del genere da altri. In molti confondono maleducazione e umorismo. Senza volerlo, solo per essere spiritosi o richiamare l’attenzione, si può arrivare ad usare linguaggi molto inadeguati e invece di far divertire gli altri, si può dare di se stessi un’impressione negativa che spesso non è la vera immagine del proprio carattere. Forse tutto questo succede così frequentemente soprattutto a causa dei mezzi di comunicazione di massa. La televisione, la radio e i giornali non esitano a diffondere ed esaltare queste tendenze sbagliate e la gente debole si lascia influenzare. Una volta non era così: si privilegiavano gli atteggiamenti educati; quindi è ragionevole attribuire in gran parte ai mezzi di comunicazione di massa e quindi della “moda” che ne consegue la causa della diffusione della maleducazione. Comunque l’umorismo non è il solo atteggiamento che si confonde con essa. Anche chi cerca di essere sincero e schietto risulta in molti casi maleducato. In questa situazione ciò che distingue i due atteggiamenti è il modo di fare. Si può dire infatti quello che si pensa in modo diverso e da questo dipende la distinzione. La maleducazione nella vita non aiuta maie danneggia in particolare i rapporti con gli altri. Anche se forse all’inizio si è convinti del contrario presto ci si renderà anche conto che l’educazione adeguata aiuta a fare le scelte giuste, tra le persone che ci circondano, per le amicizie e i rapporti più ravvicinati. Io penso di essere fortunata sotto questo punto di vista: sia nell’ambiente familiare sia in quello scolastico, mi viene insegnato adeguatamente ad evitare atteggiamenti maleducati. Questo per me è importante per la mia crescita, il mio futuro, i miei rapporti. Io do molta importanza all’educazione nelle mie scelte e questo mi è sempre stato d’aiuto. Sono convinta che la maleducazione sia un fenomeno da contrastare nella società attuale e che per raggiungere questo obiettivo sia necessario avere una forte personalità, un buon ambiente familiare e saper distinguere ogni tipo di atteggiamento. Ci sono molte persone nel mondo che da tempo si dedicano a contrastare questo fenomeno. Io mi auguro che abbiano l’opportunità di diffondere le loro risoluzioni e che si possa fermare la diffusione della maleducazione.
Favria, 16.09.2019 Giorgio Cortese

Ogni giorno dobbiamo sforzarci di tenere sempre accesa la luce della speranza per noi stessi e per gli altri, per illuminare i tratti bui dell’umano cammino.

giorgioCortese