Asfaltare perfuntoriamente. – Mangiare e gustare – Fratelli d’Italia. – Togliere le grinze ai sentimenti nazionali. – Solo un minuto. – Ricordi…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Nella vita di ogni giorno non ho bisogno di numeri. Mi bastano le persone. Quelle vere. Possibilmente poche.

Asfaltare perfuntoriamente.
Il 26 maggio è passato il giro nel Canavese e nei giorni precedenti in vista dell’importantissimo appuntamento sportivo sono iniziati i preparativi. Diverse strade notoriamente piene di buche e rattoppi su rattoppi sono state oggetto di una serie di interventi di sistemazione in maniera veloce. Ritengo che questo modus operandi sia inaccettabile, perché offende i cittadini del Canavese, sia quelli dove viene fatto in così breve tempo sia quelli che hanno la sfortuna di abitare in strade dove non passa mai il Giro D’Italia. Premetto che amo lo sport e penso che il Giro d’Italia, così come qualsiasi altra manifestazione sportiva di livello nazionale, possa solo fare bene alla nostro territorio, ma ritengo offensivo che si parli di asfaltare strade, realizzando lavori di scarnificazione dell’asfalto e successiva bitumazione, solo perché passa il Giro d’Italia. Siamo al paradosso che le strade che incrociano le due ruote di tanti campioni vengono rimesse a nuovo e le altre sono disastrate. Ritengo che questo lavoro sia stato fatto perfuntoriamente. Mi sono permesso riprendere questo avverbio poco usato che ha il significato di sbrigativo, superficiale. Antica parola che deriva dal latino perfunctorius, superficiale, negligente, leggero. Mi domando ma dobbiamo aspettare il Giro D’Italia per vedere le strade asflatate e il taglio dell’erba sui bordi, se questa è la regola allora facciamolo più spesso, una volta all’anno ma facendo passare le ruote dei campioni su tutte le strade. Magari il giro dura tutta la primavera e l’estate ma forse le strade sono a posto! In caso contrario è come fare accomodare gli ospiti nel salotto buono e nascondere la sporcizia ed il disordine nelle altre stanze o sotto i tappeti.
Favria 30.05.2018 Giorgio Cortese

Coraggio, non c’è abbastanza buio in tutto l’universo da spegnere la luce di una sola candela!

Mangiare e gustare
Sono stato con dei cari amici a mangiare all’Agriturismo La Prateria a San Giovanni di Castellamonte. Il cibo portato in tavola uno spettacolo per gli occhi, profumi che stuzzicavano ancora di più l’appetito ed il medesimo una volta in bocca mandava in un brodo di giuggiole il palato e poi cibo leggero e ben digerito. I camerieri veri tentatori del buon mangiare passano infinite volte. Riuscendo sempre a concvincere vista la bonta sopraffina del cibo. Consiglio a tutti ad andare ne vale la pensa
Agriturismo La Prateria di Rosanna e Giovanni Via s. Martino fraz S. Giovanni
10081 CASTELLAMONTE TEL 01245122010 CELL 3495129549 Ab. 0125658889
Favria 31.05.2018 Giorgio Cortese

Ogni giorno ricordiamoci sempre che la vita è breve e allora diamo ada ogni giornata la possibilità di essere la più bella della nostra vita

Fratelli d’Italia
Che cosa accende la fiamma dell’Inno di Mameli? Perché vi si specchia l’ essenza stessa dell’ Italia. anche oggi . . Ogni volta che sento l’Inno di Mameli mi commuovo, fa parte del mio dna. . Io credo davvero nella bandiera e nella patria, ci ho creduto fin da bambino. Ho sempre creduto nell’ Italia e nella sua gente, e continuo a credere in quel suo ricco patrimonio artistico e culturale che ci rappresenta e fa la nostra grandezza nel mondo. Fratelli d’ Italia è la nostra storia. È i nostri eroi e caduti. È i valori e gli onori della patria. Ma la cosa paradossale che si esegue ma pochi che lo scaoltano si mettono a cantarlo. Mi sembra paradossale. Nella Germania Est, la Ddr, il bellissimi inno, Auferstanden aus Ruinen ,Risorti dalle rovine, la canzone fa riferimento all’unità tedesca, un ideale molto antecedente alla divisione in seguito alla seconda guerra mondiale, e perciò con l’erezione del muro di Berlino, il testo non sembrò più opportuno alle autorità della Germania orientale, e all’inizio degli anni settanta, si limitarono a farne eseguire la musica.
Favria 1.06.2018 Giorgio Cortese

Oggi per molti la preghiera del mattino è la lettura del giornale o messaggiare su Iphone che tristezza

Togliere le grinze ai sentimenti nazionali.
Ecco siamo al 2 giugno festa della Repubblica e penso che dovremmo togliere le grinze alla bandiera usata e sfoggiata solo per avvenimenti sportivi e dovremmo metterci passione per togliere le grinze dal nostro sentirci italiani, per essere più popolo e meno fazioni rissose. Mi viene in mente quando da bambino andavo a scuola e la mamma mi accerazzava il capo e mi faceva un bacio sulla guancia. Penso a quelle persone anziane che si aspettano, implorandolo con lo sguardo ma senza mai dirlo, una parola di affetto. Penso allo sfiorarsi le labbra, al mattino presto, per dire buongiorno alla persona con cui dividiamo una vita, fatta di sogni e speranze, la nostra vita. Nella vita di ogni giorno abbiamo molti modi per dimostrare i nostri sentimenti di affetto, amicizia, con baci, carezze, abbracci e strette di mano. Ma allora perché oggi 2 giugno festa della Repubblica non ci stringiamo intorno al comune vessillo, per togliere le grinze nell’animo dai nostri sentimenti nazionali per dire con un apostrofo rosa “amo l’Italia”.
Favria 2.06.2018 Giorgio Cortese

Nella vita quotidiana il facile è difficilissimo. Il semplice è complicatissimo.

Solo un minuto.
Chi non l’abbia mai detto in vita sua, alzi la mano! Forse in paesi più freddi del nostro potrebbe anche capitare, ma per noi italiani dai climi dolci, è quasi naturale chiedere un attimo di elasticità, un secondo per completare ciò che stiamo facendo. Ancora un minuto, rispondevo da bambino a mia madre alla sveglia, puntualmente, ogni mattina, senza neanche aprire gli occhi. E si sa’ bene, se non si inste, passerà un’ora prima che quel minuto si consumi. Ancora un minuto, chiedevo al professore nelle superiori al professore che al suono della campanella arrivava ritirare il compito in classe dal banco. Oggi un po’ tutti rispondiamo un attimo quando ci chiamano per pranzo e magari come il sottoscritto è immerso nella lettura e magari vuole arrivare alla fine del capitolo. Ancora un minuto per uscire dalla vasca da bagno dove l’acqua mi coccola, ancora un attimo per un finire l’ennesima telefonata ed infine ancora un secondo per guardare il viso di mia madre nel ritratto. Volendo andare a fondo capisco che quel minuto in più è una quotidiana sfida al tempo preciso e chiuso, ragionato, calcolato, definito. Una rivolta contro il limite dell’orologio che inflessibile scandisce il passare del tempo e al quale dobbiamo soccombere. E si la vita quotidiana è anche fatta di rinunce e a volte mi capita di essere costretto a lasciare qualcosa che amo. Come ad esempio il letto la mattina, come mi insegna Snoopy, il cagnolino saggio di Charly Brown
Favria, 3.06.2018 Giorgio Cortese

Il mattino è l’inizio della mia giornata, e la vita è più complicata di quello che sembra. Ma devo essere me stesso lungo il quotidiano cammino, vivendo ogni momento con sana passione e con lo spirito dei mei sogni.

Ricordi…
“Cosa sono i ricordi? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai”. La citazione è parafrasata, in originale, Louis Armstrong, diceva: “Cos’è il jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai”. Oggi pomeriggio parlando con una cliente, questa tra il serio ed il faceto, mi ha rinfacciato che dovrei mettermi a dieta, perché nel mese in corso, dopo un simpatico incontro conviviale siamo andati nella vicina piazza per provare l’attrazione delle mitiche autopiste, attrattiva clou delle feste patronali, ed io purtroppo non riuscivo ad entrare nell’abitacolo perché questi mezzi usati in gioventù si sono nel frattempo ristretti! Certo la sedentarietà è un vizio dei nostri tempi. Muoversi, camminare, correre o fare sport, lo sostengono i medici, sarebbe un toccasana per la salute. Invece… Invece mi sembra di essere una tra le creature più pigre e immobili del pianeta. Personalmente penso di rientrare nella media delle statistiche, che periodicamente vengono stilate nelle riviste, prima delle vacanza estive o natalizie sui Paesi industrializzati, tanto per farmi sentire in colpa prima dei pantagruelici pranzi. Pare che secondo queste statistiche un adulto passa in media 36 anni della propria vita seduto, soprattutto al computer che si prenderebbe tre ore al giorno. Esagerazione? Sommando pasti, tv, Internet, guida, letture e relax trascorro seduto 14 ore e 28 minuti al giorno, cioè 18 giorni al mese. E l’esercizio fisico? A conti fatti occupa solo un anno e 22 giorni di una vita, insomma la quotidiana corsetta per guadagnare presto il divano. Ma il discorso sull’autopista ed altre attrazioni delle feste patronali, mi ha fatto affiorare nella mente un turbinio di ricordi come dei film, o films come dicono quelli che se ne intendono, che fanno parte della mia storia, della mia vita, dei miei sogni, ricordi di bellissimi anni e di amicizie durature. Certo adesso con Internet mi sembra ogni tanto di aprire uno scrigno dei ricordi e allora questa sera preso da questo revival della mia infanzia, o meglio di figure e canti che tra infanzia e adolescenza mi avevano accompagnato piacevolmente. E allora grazie ai mezzi della tecnologia attuale sono andato a cercare su YouTube quelle canzoni che ogni tanto affiorano durante la giornata e mi restano in testa tutto il giorno. Canzoni legati a piacevoli momenti e purtroppo anche a pagine plumbee della mia vita. Come quella canzone che l’ho sentita in un film ma non mi ricordo quale. Quell’ altra che ha parole bellissime che mi sembra una poesia in movimento. Canzoni che sono spartiti per un viaggio in un mondo dove c’è spazio anche per le note stonate, come la mia, e le voci fuori dal coro. Ricordi di musiche suonate al campeggio estivo di notte con una chitarra che sa di adolescenza e un fuoco che solo a pensarci mi viene da sorridere. Oppure quelle canzoni cantate durante le gite con le note urlate a squarciagola sull’ultima fila di un pullman che mi portava in una gita in una giornata che più serena non si può. Questi ricordi sono una musica per gli occhi che mi fa vibrare il cuore, canzoni per le orecchie che niente e nessuno potrà mai portarmi via. È bello fare riaffiorare questi ricordi musicali pensando che “tra un fritto un’insalata e dire che fortuna averti incontrata”. Che tanto la “domenica bestiale” non è ancora arrivata e questo sabato italiano non ne vuole sapere proprio di finire. Certo le canzoni sembra che annullino le distanze e ci fanno sentire tutti uguali, più belli, buoni e giudiziosi. Giusto il tempo di un cd. Ma che dura un eternità. E allora sarà davvero bello come quando un raggio di sole batte “sopra il tuo biglietto scaduto” e mi viene da pensare che questi sono stati “i migliori anni della nostra vita” solo che me ne rendo conto solo adesso, ma intanto mi basta il ricordo di una canzone.
Favria 4.06.2018 Giorgio Cortese

Nel mondo la diversità è il valore aggiunto, una ricchezza, che ci salva dalla globalizzazione che vuole tutto omogeneo.