Andiamo a donare – Andrà tutto bene.. – Come fossi con Voi.. – I chiacchieroni al tempo del Coronavirus! – Dimmi come saluti e ti dirò chi sei? – Grazie volontari di Protezione Civile. – Locupletare… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Andiamo a donare
Appello Fidas: donare il sangue si può! Uscire di casa per donare è permesso, purché si stia bene: lo stabilisce una circolare del ministero della Salute. E allora cosa aspetti, fai la cosa giusta vieni a donare per fare bene del bene!
Rivarolo c.se GIOVEDI’ 19 APRILE, VENERDI 27, Vicolo Castello 2, Centro Sociale 1 piano
Ozegna, LUNEDI’ 23 APRILE, Via Boarelli 4 Asilo infantile
Varisella, MERCOLEDI’ 18 APRILE Via don Cabodi 4, Municipio piano terra
Per prenotare donazione avvisate il Vostro Presidente che si metterà in contatto con Presidente del Gruppo che dona per avvisare
NB viene sospesa la donazione differita e se idoneo si dona subito.
In questa emergenza Nazionale c’è bisogno di sangue, anche il Tuo contributo può essere indispensabile.
Favria 17.03.2020 Giorgio Cortese

Siamo come siamo. Con la speranza nel cuore viaggiamo. In questo viaggio chiamato “vita”, senza arrenderci mai.

Andrà tutto bene….
In questo periodo il tempo dove il tempo passa lentamente chiuso in casa, un tempo lungo che pare immobile ma è la nostra sfida per vincere il virus stare chiusi in casa, una sfida per la nostra vita e delle persone che vogliamo bene, una sfida da vincere. Tutti dicono che andrà tutto bene ed io lo ripeto come un mantra e mi lascio cullare dal magico valore delle parole e dall’orgoglio di essere italiano senza essere un leone ma considerandomi una pecora dal cuore di leone. Oggi abbiamo bisogno di questo, di essere presi per mano con questo messaggio che promette: “Andrà tutto bene!” Sfoderiamo il nostro coraggio e non smettiamo mai di credere sempre e comunque che: “Andrà tutto bene!” Le persone che incontro per lavoro, alla debita distanza di un metro, mi trasmettono con i loro occhi un “ andrà tutto bene. Quanto mi piacerebbe ora ricevere una cartolina dal futuro con scritto: “andrà tutto bene”. Cari dottori state facendo tutto quello che potete, il Governo ha messo in campo i provvedimenti per fermare l’immondo virus e le forze dell’ordine e la sempre presente Protezione Civile vegliano su di noi, allora stiamo sereni vedrete che andrà tutto bene. Oggi essere ottimisti non significa dire: “Andrà tutto bene” dobbiamo impegnarci a stare a casa, solo così le cose potranno migliorare, e credo che la gente lo farà. Coraggio! Andrà tutto bene, anche se il vuoto dell’angoscia cerca di stringerci l’animo tra le sue grinfie tutti noi ci facciamo forza con la speranza che andrà tutto bene. Un insieme semplice di parole che ci aiutano a credere nel domani. Che mescolano un po’ di fiducia e speranza, per aspettarmi un futuro migliore oggi che mi sento inerme di fronte alla vita. Coraggio, stiamo a casa, stiamo a distanza, una grande fatica e continuiamo ad immergerci in un sano ottimismo perché al fondo del tunnel la luce è vicina e la luce della speranza illumina i nostri animi. Andrà tutto bene!
Favria 18.03.2020 Giorgio Cortese

In qualsiasi situazione, pur sembrando senza via d’uscita, non getto mai la chiave della speranza.

Come fossi con Voi….
Il caffè è una bevanda stimolante che spesso bevo durante le pause da lavoro per cercare di avere la giusta carica, ma forse è solo una scusa per stare insieme. Il rito del caffè per socializzare è infatti sempre esistito ed è parte della nostra cultura, non solo italiana. Personalmente ritrovarmi al sabato mattina con gli amici, nel solito bar e tavolo davanti ad una buona tazza di caffè per fare quattro chiacchiere su eventi locali, nazionali o ricordare il tempo che fu’ è un ottimo rimedio contro la noia, lo stress e la stanchezza, un momento di gioioso relax e socializzazione. Adesso per evitare il diffondersi del Coronavirus ho dovuto rinunciare a questo lieto momento di quattro chiacchiere in libertà, nell’ascoltare gli aneddoti dell’amico Tenace perché nella vita non ha mai mollato, del simpatico e sagace Odisseo e del calmo Nereo. Domani non saremo allo stesso tavolo ma idealmente vicini. Grazie della Vostra amicizia
Favria 19.03.2020 Giorgio Cortese

Da oggi starò lontano dalle persone negative, hanno un problema per ogni soluzione

I chiacchieroni al tempo del Coronavirus!
In principio era il Verbo e adesso siamo solo sommersi dalle chiacchiere. Oggi dappertutto si sente parlare dell’epidemia del Coronavirus, problema grave dove l’unica difesa è di non uscire di casa ed evitare contagi tra di noi. Questo si legge sui media e sui giornali online, ma poi se andiamo sui social, dove l’autoisolamento ci permette di dialogare con i nostri simili, ecco una marea solo di inutili chiacchiere, banalità e suoni insignificanti, e purtroppo oggi sono poche le parole che ci possiamo scambiare ogni giorno se non alla debita distanza di un metro. Nel mare magno dei social si generano sempre di più delle false notizie perché la gente vede, sente e parla. Purtroppo però vede male, sente poco e parla troppo. In quei momenti fuggo da queste chiacchiere, per non essere reputato un loro fomentatore, penso che non nuoce aver taciuto, ma nuoce aver parlato a sproposito. Durante la giornata in certi momenti le chiacchiere telefoniche, mail o messaggi sembra che mi pressino, la realtà irrompe, le richieste pratiche e concrete incrinano la flebile luce del mio animo ed in brevi attimi tutto si riduce a un meschino gioco di cause ed effetti. Penso che il fattore principale di distrazione durante la giornata non sono le chiacchiere della gente che mi circonda, ma quel chiacchiericcio che avviene all’interno del mio animo ed io come antidoto mi immergo per alcuni minuti nel mistero del silenzio dove il solo i battiti del mio cuore fanno rumore, in quei momenti quando ascolta il mio animo i pensieri sono in un lembo di tempo. La giornata scorre tra notizie ed informazioni vere e false e che peccato riempire i bellissimi e brevi silenzi con inutili chiacchiere di circostanza, purtroppo la gente vuole solo chiacchiere, pettegolezzi e spazzatura, non l’azione! Forse dovremmo pensare che la ragione per cui abbiamo due orecchie e una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più, parlare di meno. Penso che il principio del male nel mondo anche in questo tempo di Coronavirus sono le chiacchiere della folla sui social dove vince la becera ignoranza e, nulla è così demoralizzante come le chiacchiere. Poi se devo scambiare quattro chiacchiere, l’importante è che alla fine che il mio interlocutore si si riprenda le proprie, ma poi se trovo una cintura nera di bla bla bla?
Favria, 20.03.2020 Giorgio Cortese

La speranza rinasce ogni giorno nel mio animo.
Dimmi come saluti e ti dirò chi sei?
Oggigiorno purtroppo dilagano sempre di più pessimo gusto e cattiva educazione, e poi sempre ammesso che le persone che incontro ricambino il saluto. Oggi il saluto non è neppure scontato ma ricordiamoci che è espressione della nostra civiltà, di educazione ma soprattutto il rispetto per i nostri simili. Per me il saluto è un segno di benvenuto ed auguri di pace. Saluto tutti, sia i conoscenti e gli estranei che incrocio nei luoghi pubblici. Purtroppo tante persone non salutano oppure ripiegano il gelido ed insipido “Salve!”. Oggi siamo assediati dai “salve” che sono divenuti sgradevoli perché non sono prima di tutto accompagnati dal nome delle persone che si vuole salutare e poi molti usano “salve” ma non sanno che è una formula di saluto giuntaci direttamente dal latino e attestata in ogni epoca per l’italiano. Si tratta della forma dell’imperativo del verbo latino salvere, essere in buona salute, ed era quindi una espressione rituale augurale, salute a te, che si è fissata in una formula di saluto ed era spesso associata al saluto latino vale, addio, nella formula di commiato vale atque salve, addio e stai bene, mentre già nell’italiano rinascimentale si documentano casi che testimoniano la specializzazione delle due formule: salve come saluto d’incontro e vale come saluto di commiato. Con il tempo salve ha subito un’evoluzione del significato come altre formule di saluto, ad esempio “pronto” usato come risposta telefonica che deriva dall’avviso che era pronto il collegamento, ma anche arrivederci, augurio di poterci rivedere, e ciao, che deriva dal veneziano e originariamente significava schiavo, servo vostro. Oggi salve viene usato sparandolo a salve nei saluti, per rimanere nel generico ed evitare sempre classici Buongiorno o Buonasera che vanno bene in ogni occasione, pensando che salva sia giovanile ed immediato. Mi dico “Salve”, a forse alcuni non mi augurano che mi passi il raffreddore o che non soffra più di mal di pancia, ma più probabilmente che non gli interessa nulla della persona che hanno davanti. Queste solo mitragliate quotidiane di “Salve” di persone che non guardano neanche in faccia l’interlocutore od il passante incontrato sulla strada o in pubblici esercizio con il gelido muro del “Salve”. Il saluto “Salve” accompagnato da un sorriso, un ammiccamento, anche occhi negli occhi, sarebbe altra storia, sarebbero dei “Salve” che conservano ancora qualcosa di umano. Quando mi sparano questi impersonali “Salve” sale forte la tentazione di dire che sono solo degli zerbini, il tappetino davanti alla porta di casa sul quale spesso è scritto appunto salve. Vorrei salutare con un cordiale Buongiorno, ma se quando leggerete la mail è già sera non va e, allora Vi saluto cordialmente senza la stretta di mano per non diffondere il virus ma con un evviva la vita, coraggio andrà bene!
Favria, 21.03.2020 Giorgio Cortese

Le nostre quotidiane decisioni determinano ciò che diventiamo e dove andiamo nella vita!

Grazie volontari di Protezione Civile.
Voglio pubblicamente ringraziare i volontari tutti della Protezione Civile, che silenziosamente si mettono a disposizione in qualsiasi giorno dell’anno e a qualsiasi ora, per il bene della nostra Comunità come adesso nel combattere la guerra contro il Coronavirus. L’incrociare a volte i Vostri mezzi mentre vado a lavorare, il sapere che ci siete e vegliate su tutti noi unitamente al personale sanitario che combatte la guerra frontale contro questo tremendo nemico del genere umano mi convince sempre di più che andrà tutto bene. Grazie volontari, grazie!
Favria 22.03.2020 Giorgio Cortese

Ogni nuovo mattino esco in strada e nel cammino cerco sempre nuovi colori.

Locupletare
Ho letto in un giornale questa parola, locupletare,dal significato di arricchire, e deriva dal latino: locupletare, derivato di locuples ricco, composto di locus terra e -ples pieno, insomma pieno di terre. Una parola bella e rara, che sono in pochi a conoscere e in ancor meno a usare e letta per puro caso. Locupletare significa arricchire, e denota questo significato a partire dall’immagine più atavica della ricchezza, cioè la terra. Locupletato è chi o ciò che è stato munito di averi ingenti, o arricchito in senso figurato. Il rampollo della casata si ritrova locupletato senza aver mosso un dito, il ricercatore vuole locupletare il saggio prima di darlo alle stampe, e lo scrittore decide di locupletare un certo ramo narrativo con un’opera a sé stante; della frutta fresca e buona locupleta le forze dei lavoranti ed ahimè i bagordi golosi, inevitabilmente, locupletano la pancia.
Favria, 23.03.3020 Giorgio Cortese

La felicità è interiore, non esteriore; infatti non dipende da ciò che ho, ma da ciò che sono.
giorgio