2 novembre – Molte volte…-Con pazienza e calma, parola di Fervido! – Un attimo. – Brucia! – Abbracciati. – Si fa in fretta a dire noia! – Abbaiare alla luna. – La quotidiana strage…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

2 novembre
Entro nei cimiteri il 2 novembre, non sono soliari come nelle assolate domeniche di agosto. Nel cimitero frusciano i ricordi e il sassolini gemono sotto i miei piedi. Sulle tombe i lumini serpeggiano la loro fiammella alle anime defunte. Presto, toccherà anche a me! Una cosa è certa nella vita, che tutte le anime andranno verso quei lumini. La vita è un esile filo che si può troncare. Da bambino mi hanno insegnato che si deve sempre amare i defunti perché proprio loro sono ostinatamente presenti nella mia vita ogni giorno, sono più vicini adesso di quando erano vivi. I morti vegliano la notte perché non si addormentano e sono convinto che hanno visto Dio. I morti non mi parlano ma sono sempre presenti. Mi aiutano a trovare gli oggetti smarriti. Con la loro vicinanza vivere è ancora più facile!
Favria, 9.11.2017 Giorgio Cortese

Abbiamo bisogno di Te! Vieni a donare di donazioni di sangue c’è sempre bisogno! Ti aspettiamo venerdì 10 novembre a Favria cortile interno del Comune dalle ore 8,00 alle ore 11,20. Grazie se vieni a donare e se fai passa parola. Grazie!

Molte volte…
Molte volte è il mio ragionare che mi fa sano o malato, che mi rende triste o felice. Nella vita di ogni giorno niente è così importante quanto il nostro atteggiamento verso di esso, perché da come ragiono dipende il mio successo o fallimento. Presto o tardi coloro che vincono nella vita sono coloro che credono di poterlo fare.
Favria, 10.11.2017 Giorgio Cortese

Poiché la vita è un dono, meritiamola offrendola, vieni a Favria venerdì 10 novembre ore 8-11,20 cortile interno del Comune. Ti aspettiamo, abbiamo bisogno di Te e grazie se fai il passaparola

Con pazienza e calma, parola di Fervido!
L’amico Fervido mi ha dato dei saggi consigli l’ultima volta che ci siamo visti. Mi ha detto di ricordarmi sempre che se nella vita di ogni giorno riesco ad essere benevolo non sarò mai portato alla mala pianta della vendetta, anzi sarò portato alla comprensione. Ogni giorno, mi ha detto di sforzarmi di guardare in faccia il mondo con calma ed a occhi aperti, anche se gli occhi del mondo oggi sono iniettati di rancore. Mi ha preso sotto braccio e mi ha detto che: “La generosità come la giustizia, è una caratteristica delle persone che riescono ad affrontare le avversità della vita. Mi ha detto di sforzarmi di reagire alle ingiustizie e alla violenza della società evitando l’odio, la rabbia, la vendetta, nella consapevolezza della loro inutilità e perché sono sempre controproducenti.” Hai ragione caro Fervido, oggigiorno il nostro vivere comune in questa società bisogna sforzarci di attuare uno spirito di riconciliazione e di una saggia ridefinizione di concetti come perdono, punizione, giustizia. Il che non significa che le ingiustizie non debbano essere contrastate. Come mi ha ripetuto Fervido: “Bisogna avere coraggio – ecco quelo che manca – di metterci la faccia con intelligenza, autocontrollo, e generosità”. Fervido Ti ammiro sempre di più per la Tua pazienza ed indefessa disposizione d’animo a vedere e sempre nel cercare il bene più che a fissarti ossessivamente sul male degli altri.
Favria, 11.11.2017 Giorgio Cortese

Ricordate che nel mondo ci sono delle persone di successo, alle quali era stato detto più e più volte che il loro sogno era impossibile, ma loro scelsero di non ascoltare.

Un attimo…
In un attimo può mutare il tempo, il mio modo di pensare, tramontare il sole, spuntare la luna cadere la pioggia, alzarsi il vento. In quel breve spazio di tempo devo appellarmi a tutte le miei esigue risorse per decidere che cosa fare perché vivo l’attimo l’attimo fuggente della mia vita. Eallora mi domando: “Se avessi meno di un minuto da vivere… cosa farei?
Favria, 12.11.2017 Giorgio Cortese

Non esiste una notte tanto lunga, da impedire al sole di risorgere e non c’è passione nel vivere in piccolo, nel progettare una vita che è inferiore alla vita che potrei vivere.

Brucia!
Vedo bruciare il bosco, tutto è avvolto di fumo, denso acre che toglie il respiro. Mi gela l’animo il sentire crepitare il legno degli alberi, guardiani del bosco, sentinelle mute contro le frane. Vengo colto da un senso di impotenza del voler fermare il fuoco. Ma esso come un drago gagliardo avanza e tutto inghiotte famelico e nella notte conferisce una maligna atmosfera di crepuscolo dell’umanità, lasciando nell’aria una cenere che toglie il respiro. Penso da subito pene severe ai piromani, prigione e lavori fisici nel rimboschimento, e poi vorrei avere il coraggio di andare a vedere il cuore nudo della terra violata, ormai coperta di cenere. Non voglio sentirmi debole ma nemmeno portare odio a chi brucia, non provo cieca rabbia per i piromani ma chiedo solo giustizia per i boschi che bruciano, bruciano il nostro futuro e delle giovani generazioni che devono ancora nascere…e tutto brucia. Un grazie a tutti quelli che si sono prodigati nel combattere questi draghi di fuoco, grazie volontari siete l’Italia migliore, l’Italia che fa sperare in un futuro che non bruci più!

Certe sensazioni li sento a pelle e li racchiudo dentro ad un’emozione.

Abbracciati.
Mentre la musica suona e alzo gli occhi a guardare dalla solita finestra sul parco e poi i i due ….intrecciano i loro rami in un eterno abbraccio e mi ricordano due amanti che abbandonato ogni pudore spalancano le braccia per unirsi in un rito d’amore. Rammento che dalla finestra di casa, li ho visti di notte sotto la luna, nelle calde sere d’estate ed in inverno coperti di neve, sbattuti dal vento, sempre li vicini fedeli a se stessi ed al loro amore.
Favria, 13.11.2017 Giorgio Cortese

Nella vita on importa quante volte cado, ma quante volte cado e mi rialzo. Perché per avere di più di quello che ho adesso devo diventare di più di quello che sono, e se non cambio cambi quello che sono avrò sempre quello che ho

Si fa in fretta a dire noia!
Per gli antichi romani era l’otium, nel Medioevo l’accidia, nel Rinascimento la melancholia, ma oggi la noia attuale, per essere anglofono lo spleen, è un concetto introdotto dalla modernità. Oggi vivo in una società che privilegia il lavoro e blandisce l’attesa. Ma la noia è creatrice se riesco per pochi minuti a sottrarmi dalla dittatura che prevede di occupare sempre comunque il tempo sia lavorativo, famigliare che libero. Cerco di ritagliarmi dei brevi momenti di solitudine dove ascolto il mio animo e lascio vagare liberamente i miei pensieri. Oggi siamo sempre di più impregnati dall’economia, quella che regola lo scandire del tempo delle nostre giornate. Economia che ha contribuito ad abbattere il muro di Berlino e che alimenta sempre nuove guerre per il guadagno del dio denaro. Certo l’economia ha comprato e corroso tutto il mondo tranne una cosa, la noia creatrice. La noia è in un certo senso anti economica perché il pensiero libero non fa guadagnare. La noia mi differenzia dagli altri mammiferi perchè mi permette di riflettere. E se adesso uso il computer e e tutta la tecnologia è perchè qualcuno prima di me si è fermato a riflettere. Ecco che allora ogni tanto mi fermo, lascio perdere la sirena tentatrice dell’economia che mi ricorda di quanto è antieconomico il riflettere e mi prendo del tempo per annoiarni e riflettere. In quei brevi momenti che sono fuori dall’ingranaggio sociale le idee volano veloci e si autogenerano in nuove idee come questa beve riflessione scritta in un momento dove non volevo vedere il solito film alla tv, ne ascoltare la radio ne leggere un libro ma fermarmi a pensare e farmi stimolare dai miei pensieri. In quei momenti, come adesso immagino con il mio foglio di carta davanti, senza l’ausilio del computer, poi questa breve riflessione la copierò dopo, senza fretta. Penso e rifletto, senza , senza passione o partecipazione emotiva ma con la mente libera direi apatica, non annoiata ma che riflette liberamente. I pensieri escono dal recinto dell’animo e vagano, diventando sempre più gagliardi ed interessanti e un o di questi è questa breve riflessione che voglio condividere. Poi riporto i pensieri nel recinto e mi lascio riassorbire fdal quoridiano e frenetico ingranaggio quotidiano dove ogni attimo è occupato…Ma aspetto già la prossima occasione per prendere uno spazio di piacevole otium. E poi la chiamano noia
Favria, 14.11.2017 Giorgio Cortese

Penso che ci deve essere per forza qualcosa di straordinario nella notte, perché è sempre da lì che trovo le cose perdute. Le tenerezze, i ricordi.

Abbaiare alla luna.
Questa frase idiomatica se tradotta letteralmente in altro idioma non ha senso logico e che richiede, per essere compresa, una traduzione logica. Il modo di dire “abbaiare alla luna” è uno di questi. Pare che l’origine sia collegata al fatto che secondo una vecchia credenza popolare i cani sono disturbati dalla luce della luna, e pertanto cercano di scacciarla abbaiandole contro. Perciò nell’uso corrente questo modo di dire significa lamentarsi o agitarsi inutilmente con chi non c’entra oppure sfogarsi contro qualcuno che non si cura di reagire
Favria, 15.11..2017 Giorgio Cortese

Penso che ad ogni essere umano manca qualcosa come all’infinito manca la fine.

La quotidiana strage.
Gli italiani sono sempre più conquistati dalle biciclette, per i propri spostamenti e per lo sport. Ma sulle strade si consuma ogni giorno una silenziosa strage. Avete presente il numero dei ciclisti che partecipano al Giro d’Italia e quelli che fanno il Tour De France? Immaginate un maxi incidente in cui muoiano tutti di colpo! E’ questa la tragedia che ogni anno si consuma sulle strade italiane dove la mancanza di rispetto per chi va in bici, e a piedi da parte di automobilisti e mezzi pesanti sta assumendo dimensioni preoccupanti. Oggi in Italia gli amanti delle due ruote si scontrano con la carenza di piste ciclabili, la mancanza di parcheggi sicuri, insufficienti servizi di noleggio di biciclette. Quasi inesistenti, poi, trasporti pubblici che consentano di ospitare bici all’interno di treni, bus, tram e metropolitane. Ogni giorno infatti in Italia perde la vita un ciclista e 40 sono finiscono in ospedale per ferite più o meno gravi. E gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane, dove auto e camion corrono a maggiori velocità. Insomma per gli amanti della bicicletta è una strage che si consuma quotidianamente senza sosta sulle strade italiane. E troppo spesso queste tragedie passano nel silenzio più totale, salvo riaccendersi sporadicamente su questa problematica che da tempo affligge la nostra Italia, solo quando perde la vita un ciclista di fama internazionale. Che si tratti di un allenamento o di una vera e propria gara, ciclisti e automobilisti, o più spesso camionisti, non hanno mai avuto vita facile nel condividere lo stesso asfalto, molte volte con assenza di manutenzione e pieno di voragini. Ma si chi ci governa è preso da ben più grossi problemi, come quello di farsi rieleggere da noi italiani pecoroni e pantaloni dove paghiamo sempre ma non vediamo quasi mai i servizi. E ad averne la peggio, sulle strade è sempre ovviamente, il ciclista. In altri Paesi europei c’è una maggiore attenzione a chi circola sulle due ruote. A Siviglia come a Strasburgo ci sono cartelli stradali ad hoc che invitano, in fase di sorpasso, a mantenere una distanza di almeno un metro e mezzo dalle biciclette che viaggiano ai lati. Piste ciclabili efficienti e ben mantenute. In Italia alcuni comuni, ma sono sparuti, stanno cercando di sensibilizzare gli automobilisti a tenere almeno una distanza di un metro e mezzo dai ciclisti in fase di sorpasso, altri mettono dei dossi insormontabili per poi toglierli momentaneamente per manifestazioni ciclistiche. Fermiamo questi morti con modifiche al codice della strada, con costruzione e manutenzione di piste ciclabili e pedonali che uniscano i vari Comuni e con modifiche al codice della strada per una legge salvaciclisti per porre sempre maggior attenzione alla sicurezza stradale dei ciclisti e delle persone che stanno sulla strada quotidianamente
Favria, 16.11.2017 Giorgio Cortese

La vita appartiene ai viventi, e chi vive deve essere preparato ai cambiamenti.